Il 27 agosto 1950, in una camera dell’Albergo Roma di Piazza Carlo Felice a Torino, lo scrittore e poeta Cesare Pavese mise fine alla sua vita dopo aver ingerito più di dieci bustine di barbiturici che utilizzava come sonnifero.
Questo fu l’ultimo capitolo di un’esistenza caratterizzata da grandi opere e un profondo disagio esistenziale, tormentato da delusioni amorose (l’ultima delle quali con Constance Dowling, alla quale dedicò i versi di Verrà la morte e avrà i tuoi occhi).
Rimarrà alla Storia come uno degli autori più influenti della letteratura italiana del Novecento. Oltre ad aver scritto romanzi memorabili come La luna e i falò e Il mestiere di vivere, ha anche composto numerose poesie che hanno contribuito a consolidare la sua fama di scrittore eccezionale.
Grazie al suo stile unico e alla sua capacità di affrontare tematiche profonde e universali, Pavese è considerato una vera e propria pietra miliare della letteratura italiana del XX secolo.