Concluse le elezioni regionali in Valle d’Aosta e Marche, prime due Regioni italiane chiamate alle urne per il rinnovo dei rispettivi Consigli. Nelle Marche confermato il Presidente uscente Francesco Acquaroli, espresso dal centrodestra.
Più frastagliato, invece, lo scenario in Valle d’Aosta: complice l’autonomia disciplinata dall’articolo 16 della legge costituzionale 4/1948, agli aventi diritto al voto competeva qui la sola elezione dei 35 consiglieri che compongono il Consiglio.
Marche: rieletto Francesco Acquaroli
Sei i candidati ufficialmente in corsa, ma una sfida di fatto ridotta a due blocchi principali: Francesco Acquaroli, Presidente uscente, espresso dal centrodestra, e Matteo Ricci, già Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino e Sindaco di Pesaro, attualmente eurodeputato in quota Partito Democratico, candidato del campo largo. Secondo i dati diffusi dalla Regione Marche, con 1.447 su 1.572 sezioni scrutinate, con il 52,54% dei voti Acquaroli viene confermato alla guida della Regione battendo così Ricci, fermo al 44,36%.
Racchiusi entro il punto percentuale pro capite i consensi racimolati dagli altri candidati: in ordine decrescente di preferenze, Beatrice Marinelli per Evoluzione della Rivoluzione (0,97%), Lidia Mangani per il Partito Comunista (0,77%), Claudio Bolletta di Democrazia Sovrana e Popolare (0,75%) e Francesco Gerardi di Forza del Popolo (0,61%).
Prendendo in esame lo storico elettorale, sorprende apprendere che la rielezione di Acquaroli consolida il predominio dell’attuale esecutivo proprio laddove, a partire dal 1995, anno a decorrere dal quale il Presidente di Regione è eletto a suffragio universale diretto, sono transitati per lo più Presidenti espressi dal centrosinistra. Nelle Marche, infatti, la tradizione progressista si è interrotta soltanto nel 2020 con il primo mandato di Acquaroli.
Reazioni a caldo
“Ho telefonato al presidente Acquaroli per congratularmi del risultato e per fargli, a nome mio e dell’intera alleanza che ho guidato, un sincero in bocca al lupo per il prossimo mandato”: così Matteo Ricci, in un post diffuso su Instagram.
Al di là del risultato tratto dalle urne, non è comunque mancata la soddisfazione per quanto compiuto: “Abbiamo realizzato una campagna straordinaria, in ogni azienda e in ogni comune della regione, portando ovunque la nostra idea di alternativa. Lo abbiamo fatto in condizioni impari: per ogni nostro manifesto, ce n’erano dieci degli avversari; per ogni nostra risorsa, loro ne avevano molte di più, sostenuti dal potere nazionale, regionale e locale”.
Non è poi mancato il ringraziamento ai leader nazionali sopraggiunti sul territorio regionale per sostenere la sua candidatura: “eppure, ho avuto accanto persone straordinarie: le liste che mi hanno accompagnato, i leader che ci hanno sostenuto, a partire dalla nostra segretaria Elly Schlein e da Stefano Bonaccini, fino a Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli, Matteo Renzi. Ma soprattutto i militanti: donne e uomini incredibili, a cui voglio bene con tutto il cuore e che ringrazio dal profondo”.
Diametralmente opposta la reazione della premier Giorgia Meloni, che sui suoi social ha rimarcato l’impegno profuso da Acquaroli “per la sua regione e i suoi cittadini”. “Sono certa che continuerà nel suo impegno con la stessa passione e determinazione”.
Acquaroli: “Classe dirigente unita e coesa”
Trionfante il tono utilizzato dal Presidente Acquaroli, che forte di una classe dirigente marchigiana “unita e coesa” intende fare delle Marche “una delle regioni più sviluppate d’Europa”, senza comunque tralasciare le priorità centrali per il territorio, il settore manifatturiero e la sanità.
Valle d’Aosta: spicca l’Union Valdôtaine
Unica Regione del Nord finora non guidata dal centrodestra, in Valle d’Aosta il Presidente di Regione sarà eletto a Consiglio regionale riunito ed insediato, secondo un meccanismo di maggioranza assoluta.
Con una scena elettorale locale occupata in gran parte da forze autonomiste, il risultato del voto regionale in Valle d’Aosta lascia pochi spiragli incerti. Confermato il protagonismo dell’Union Valdôtaine (UV), che ha racimolato il 31,97% dei voti e 7 seggi.
Segue la coalizione di centrodestra – Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega Salvini Vallée D’Aoste – con il 29,42% dei consensi; terzi gli Autonomisti di Centro, lista che unisce Rassemblement Valdôtain, Stella alpina e Pour l’Autonomie, con il 14,05%. Riprendendo lo storico locale, rispetto alla precedente tornata elettorale, l’Union Valdôtaine mantiene invariati i seggi conquistati in Consiglio.
Affluenza in calo in entrambe le Regioni
Tra i dati più interessanti da valutare quello relativo all’affluenza: nelle Marche, il dato definitivo diffuso contestualmente alle chiusura dei seggi, alle ore 15 odierne, l’aveva fissata al 50,01% degli aventi diritto al voto, registrando così un calo di 9,7 punti percentuali rispetto alle elezioni del 2020.
Discorso parzialmente diverso per la Valle d’Aosta, ove il voto regionale è stato in molti casi concomitante con quello amministrativo; 65 i Comuni interessati, compreso il capoluogo di regione Aosta.
Altra componente da non sottovalutare è la differente organizzazione delle operazioni di voto: per la Regione autonoma, una sola la giornata destinata all’espressione delle intenzioni elettorali. Alla fine, il bilancio pare qui timidamente più positivo: l’affluenza registrata alle 23 di ieri è stata pari al 62,98%.
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