Akil Kraja, politico e analista albanese, figura di spicco all’interno del Partito Democratico d’Albania. Kraja ha ricoperto il ruolo di consigliere per la politica estera del Presidente del partito, occupandosi attivamente di temi legati all’integrazione europea, alla diplomazia e alle relazioni internazionali. Dal 2015 al 2019, è stato membro del Consiglio Comunale di Tirana, contribuendo in modo significativo alla vita politica e amministrativa della capitale.
Nella vostra attuale campagna, quali riforme proponete per affrontare problemi come la disoccupazione, l’elevata inflazione e la corruzione?
L’Albania ha urgente bisogno di un nuovo modello economico. L’attuale modello, basato quasi esclusivamente sull’edilizia e in parte sul turismo, nei prossimi dieci anni aumenterà l’instabilità economica e occupazionale, con gravi conseguenze per il Paese. Più della metà delle leggi attualmente proposte, sono leggi “su commissione”, ritenute dannose dall’UE e da istituzioni finanziarie internazionali come la Banca Mondiale e il FMI, poiché ostacolano la concorrenza e gli investimenti esteri.
Il settore edilizio ha creato un eccesso di unità abitative, rendendo impossibile l’accesso alla casa per decine e centinaia di migliaia di famiglie albanesi, a causa dell’aumento vertiginoso dei prezzi.
L’elevato livello di corruzione, sia a livello locale che nazionale, con l’aggiunta di politiche fiscali instabili con continui cambiamenti, l’inflazione dei beni di prima necessità, l’insufficiente aumento delle pensioni e delle prestazioni sociali hanno avuto un impatto negativo sull’economia ha causato perdita di fiducia, che ha portato all’emigrazione massiccia di giovani e professionisti, e lo spopolamento di un’intera generazione. Oltre 1 milione di albanesi emigrati nell’ultima decade hanno provocato un grave esaurimento delle risorse umane in tutti i settori. L’agricoltura, il settore con il più alto tasso di autoimpiego, negli ultimi tre anni ha subito un declino costante, così come le esportazioni e la capacità produttiva del Paese, colpita dal cambio instabile della valuta.
Per questo motivo è necessario un cambiamento sistemico. Il nostro programma economico è semplice: il Partito Democratico partirà con un sistema fiscale semplificato con una flat tax del 10%, riduzione dell’IVA al 15%, imposta del 2% sulla vendita di proprietà, e molte altre agevolazioni fiscali per la diaspora: zero tasse per 5 anni, per le piccole imprese, per l’occupazione giovanile, ecc. Proseguiremo con altre riforme come l’introduzione di un controllo periodico obbligatorio per ogni soggetto economico, evitando controlli abusivi supplementari; un quadro normativo per la sicurezza alimentare, i farmaci, il settore farmaceutico e i servizi ospedalieri. Altre riforme finanziarie stimoleranno l’agricoltura, la produzione locale “Made in Albania” e un turismo più inclusivo che aiuterà l’occupazione nazionale.
Siete spesso critici verso il trattamento della proprietà pubblica lungo la costa. Quali riforme concrete proporrete per proteggere questa ricchezza nazionale?
Negli ultimi anni abbiamo assistito a una perdita dell’identità storica delle città, del patrimonio naturale e culturale del Paese. Sebbene l’edilizia sia necessaria nei Paesi in via di sviluppo come l’Albania, le modalità con cui sono state adottate leggi come quella sugli investimenti strategici o la legge speciale sul parco di Butrinto hanno danneggiato la concorrenza e aumentato gli abusi e la corruzione.
Il Partito Democratico è una forza politica che sostiene l’imprenditorialità libera, gli investimenti europei, in particolare nel turismo, la concorrenza, e attuerà le riforme necessarie per liberare questo settore dagli abusi. Lo sviluppo dei territori e delle comunità locali sarà orientato verso uno sviluppo sostenibile.
Il caso del Porto di Durazzo e il coinvolgimento di una società fantasma legata personalmente al Primo Ministro Edi Rama e ad imprenditori oscuri del Medio Oriente dimostra chiaramente che l’attuale governo non garantisce trasparenza e non favorisce investimenti europei, ma si lega a interessi opachi e fondi di dubbia provenienza.
Come ha influenzato la divisione interna del Partito Democratico sull’opposizione in Albania e quale alternativa reale offrite ora ai cittadini?
La maggioranza di governo e il Primo Ministro Edi Rama hanno chiaramente ostacolato l’opposizione nell’esercizio del suo ruolo costituzionale e democratico. Questi tentativi hanno raggiunto l’apice con l’arresto e la detenzione dei principali leader dell’opposizione, la privazione della libertà per un deputato e l’impedimento alla partecipazione alle elezioni amministrative del 2023 con il simbolo e la bandiera del partito.
La privazione della libertà del leader dell’opposizione, Sali Berisha, rappresenta una pagina nera della democrazia albanese. Le elezioni dell’11 maggio saranno un test cruciale per capire se il Paese scivolerà nell’autoritarismo o tornerà sul cammino dello Stato di diritto, delle garanzie costituzionali e dei diritti civili.
Avete avuto un ruolo attivo nel Consiglio Comunale. Qual è stata la vostra decisione o posizione più importante?
Ho avuto il privilegio di rappresentare la città di Tirana dal 2015 al 2019, come voce dei cittadini e difensore dell’interesse pubblico. Questa esperienza straordinaria ha rafforzato il mio impegno politico. Mi sono confrontato con cause importanti, spesso affrontando l’opposizione feroce degli avversari politici e persino processi giudiziari montati.
Sono stato il primo consigliere comunale accusato da Erion Veliaj per aver denunciato pubblicamente l’aumento del prezzo dell’acqua del 40% a Tirana. Il prezzo aumentò, ma il sindaco né si dimise né chiese scusa. Oggi Veliaj è accusato per casi ben più gravi, come la morte del giovane Ardit Gjoklaj nel 2016 la distruzione del Parco di Tirana con costruzioni abusive, e l’inceneritore fantasma che ha assorbito oltre 120 milioni di euro di denaro pubblico.
L’abbassamento del prezzo del carburante è una promessa ambiziosa. Come pensate di realizzarla senza impattare negativamente il bilancio statale?
Gli albanesi attualmente pagano il carburante più caro rispetto ai cittadini dei Paesi vicini e anche di alcuni Paesi dell’UE, nonostante l’Albania sia punto di transito per il carburante diretto in Kosovo e nei Paesi confinanti. L’attuale tassazione del carburante supera il valore iniziale del prodotto.
La mia idea è una revisione che preveda una riduzione del 35-40% delle tasse, la quale abbasserebbe il prezzo finale di circa il 10% rispetto alla media regionale. Quest’azione porterebbe ad un risparmio di circa 40.000 lekë all’anno (400 euro circa) per ogni veicolo, pari al 4% del reddito medio familiare.
Questo risparmio annuale rientrerà nuovamente nell’economia e aumenterà i consumi, ma d’altra parte la “perdita” di queste entrate per il bilancio statale verrà automaticamente compensata da una politica fiscale più equilibrata, che inizia con una tassazione semplificata, imposte più basse e una drastica riduzione dell’economia sommersa. Si tratta di un’esperienza già provata in Albania con l’introduzione della flat tax nel 2007, quando entro un solo anno fiscale, le entrate statali aumentarono del 50%.
Se il Partito Democratico vince le elezioni, quale sarà il ruolo dell’Albania nella regione nei prossimi dieci anni, in particolare per fermare l’emigrazione di massa?
L’emigrazione massiccia di oltre 1 milione di cittadini ha un impatto negativo sull’economia, con una perdita annua di circa 1 miliardo di euro, pari al 4% del PIL. Inoltre, ha provocato squilibri nel mercato del lavoro, calo della natalità, divisione delle famiglie e conseguenze sociali profonde.
L’Albania ha visto un aumento della natalità solo una volta negli ultimi trent’anni: tra il 2011 e il 2013. In quel periodo, politiche come il programma Brain Gain, il sostegno all’agricoltura e alla produzione riportarono speranza a migliaia di famiglie della diaspora, portando anche il ritorno di molti di loro nella propria terra d’origine.
Invece, in questi 12 anni di governo di sinistra, gli albanesi non solo sono stati scoraggiati, ma anche alla diaspora sono stati tolti diritti e benefici riconosciuti dalla stessa Costituzione, come quello del trattamento finanziario con il bonus bebè per i bambini nati all’estero.
Oggi proponiamo una nuova strategia per incentivare il ritorno degli albanesi dall’estero: a partire dal ripristino del trattamento finanziario per la natalità, proseguendo con agevolazioni fiscali fino a 5 anni di esenzione totale dalle tasse per coloro che rientrano e investono il proprio sapere e spirito imprenditoriale nel proprio Paese. Inoltre, agevolazioni fiscali con una tassa del 5% per i settori prioritari. Ulteriori sovvenzioni saranno legate ai contributi di sicurezza sociale e sanitaria per i lavoratori fino a 25 anni.
C’è una nuova generazione politica nel Partito Democratico. Pensate che Berisha dia spazio a questa generazione o è un ostacolo per una vera riforma della destra?
Parlando per esperienza personale, conosco Sali Berisha da oltre 12 anni. Come partecipante al programma Brain Gain nel 2012, sostenuto dalle Nazioni Unite, ho avuto l’opportunità di rientrare con esperienze nell’ENA, Sciences Po, Bocconi e il Consiglio d’Europa. Queste formazioni mi hanno permesso di avere la fiducia nella guida dell’Agenzia Albanese per lo Sviluppo degli Investimenti.
Anche ora, ho avuto la fortuna di godere della fiducia diretta di Berisha che è sempre stato incline a tendere la mano ai giovani che desiderano contribuire al proprio Paese. Inoltre, è dimostrato che il nostro leader è stato il più grande promotore della nuova generazione in politica, già durante il governo 2005–2013 con programmi come Brain Gain e politiche di supporto per l’agricoltura e le PMI.
Anche oggi, nel nostro programma economico, ha dato priorità ai giovani, garantendo svariate agevolazioni: per i giovani imprenditori fino a 35 anni nel settore dell’innovazione e della tecnologia; programmi di alloggio per le giovani coppie con un contributo fino a 30 mila euro a fondo perduto oppure con la copertura del collaterale da parte dello Stato, affinché le banche possano offrire il credito in modo più agevolato; zero tasse per 5 anni per la diaspora che decide di trasferirsi e investire nel Paese; e sostegno per il terzo figlio fino a 23 anni, oltre a molte altre politiche nei settori dell’arte, dello sport, dell’istruzione, della cultura, della scienza e della ricerca scientifica.
Non dobbiamo dimenticare inoltre che i candidati nelle liste del Partito Democratico, in tutte le circoscrizioni del Paese, sono rappresentati in modo dignitoso e massiccio da giovani talentuosi e motivati, pronti a portare il cambiamento per #ShqipërinëMadhështore (Albania Grandiosa)
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