Sali Berisha, il leader del Partito Democratico albanese, è tornato libero dopo 333 giorni agli arresti domiciliari. La Corte contro la corruzione e la criminalità organizzata (GJKKO) ha deciso ieri di revocare il provvedimento emesso il 30 dicembre scorso. Berisha era stato accusato di presunta corruzione nell’ambito di un’inchiesta che aveva scosso la politica albanese.
I motivi dell’arresto del 30 Dicembre 2023
L’ex premier ed ex presidente albanese Sali Berisha si trovava agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione passiva in favore di suo genero Jamarber Malltezi, relativa alla privatizzazione dell’ex campo sportivo “Partizani”. Berisha è accusato di avere sfruttato la sua posizione quando era ancora in carica come primo ministro per privatizzare alcuni lotti di terra di proprietà del Ministero della Difesa al fine di favorire i precedenti proprietari, che avrebbero poi venduto i terreni a Malltezi, permettendogli di costruirvi prestigiosi appartamenti.
Malltezi è stato dapprima arrestato il 22 ottobre all’aeroporto internazionale di Tirana, e successivamente scarcerato e messo agli arresti domiciliari a fine novembre in seguito alla sentenza d’appello; mentre a Berisha era stato vietato di lasciare il Paese, con l’aggiunta di doversi presentare dinanzi alla corte costituzionale ogni due settimane.
Entrambi gli accusati si sono fin da subito dichiarati innocenti, con Berisha che ha attaccato ferocemente Edi Rama, accusandolo addirittura di aver messo in pericolo la tenuta della democrazia in Albania. In seguito alla violazione della disposizione di presentarsi dinanzi alla corte ogni due settimane, è stata ufficialmente avanzata al parlamento la richiesta della rimozione dell’immunità parlamentare di Berisha. Il voto, tenutosi il 21 dicembre, ha visto 75 parlamentari (di cui 74 del Partito Socialista al governo) votare a favore dell’autorizzazione a procedere.
La crisi identitaria del Partito Democratico
Sali Berisha è stato il leader indiscusso del Partito Democratico albanese fino al 2013. Dopo la sconfitta alle elezioni di quell’anno contro il Partito Socialista, guidato da Edi Rama, la guida del partito venne assunta da Lulzim Basha. Occorre affermare che colui che doveva essere l’erede di Berisha non fu in grado di risollevare le sorti del partito, anzi, le peggiorò ulteriormente, in quanto in quattro elezioni, tra comunali e parlamentari, fu sempre sconfitto da Edi Rama. La spaccatura definitiva tra Basha e Berisha avvenne il 9 settembre 2021, quando Basha decise di sospendere Berisha dopo che quest’ultimo fu dichiarato ‘persona non grata’ dagli Stati Uniti.
Questa scelta portò a mesi pieni di critiche da parte degli storici elettori del PD nei confronti di Basha: le forti critiche, le continue pressioni interne e la costante perdita di consensi portarono alle dimissioni di Basha il 21 marzo 2022. L’uscita di scena di Basha condusse a due anni di forte spaccatura all’interno del PD, in quanto alcuni esponenti decisero di seguire Enklejd Alibeaj come leader del partito, mentre altri decisero di appoggiare il leader storico Sali Berisha. Questa crisi enorme del Partito Democratico si risolse l’11 giugno 2024, quando la Corte d’appello designò Sali Berisha come unico leader legittimo del Partito Democratico.
333 giorni di ‘resistenza’
Nonostante le grandi difficoltà avute in questi ultimi 3 anni, colmate con la sopracitata condanna ai domiciliari, il leader storico del centrodestra albanese non si è mai scoraggiato ed ha continuato a fare opposizione. Per 333 giorni, Sali Berisha ha dimostrato la determinazione nel mantenere una presenza attiva sulla scena politica albanese. Per quasi un anno, ogni giorno il leader del PD ha tenuto dei comizi regolari dove esprimeva le sue opinioni ed idee ma soprattutto forti critiche al terzo governo di Edi Rama.
I numerosi comizi politici attuati erano seguiti da interventi di altre figure legate al centrodestra albanese che sostenevano il loro leader e incitavano i propri elettori a continue proteste mensili. Oltre i comizi, Berisha ha utilizzato assiduamente anche i vari social, in maniera particolare Facebook, per negare ogni sospetto sollevato nei suoi confronti, sostenendo che tutte le accuse nei suoi confronti fossero una montatura politica “orchestrata” dal premier socialista Edi Rama, e che il suo arresto fosse una mossa per impedirgli di guidare l’opposizione nelle elezioni politiche che in Albania si terranno nella primavera del 2025.
Cosa accadrà?
La liberazione inaspettata di Sali Berisha ha diviso in due la popolazione albanese, tra chi è entusiasta di rivedere il “dottore” di nuovo in politica alla guida del PD, e chi invece è rimasto profondamente deluso da questa scelta, perché il suo ritorno potrebbe creare delle nuove turbolenze, soprattutto se fosse percepito come un segnale di debolezza del sistema giudiziario albanese o come un fallimento nella lotta contro la corruzione.
Inoltre, bisogna ricordarsi che Berisha è ancora oggi persona “non grata” negli USA e nel Regno Unito, di conseguenza una sua vittoria alle elezioni politiche del 2025 potrebbe portare anche a una forte instabilità politica internazionale dell’Albania. Nonostante ciò, gli esponenti del Partito Democratico albanese non sono preoccupati, sostengono che storicamente Berisha ha avuto sempre ottimi rapporti con i presidenti statunitensi repubblicani e che lo stesso accadrà anche con Donald Trump.
Conclusioni
Berisha ha sfruttato il periodo di detenzione domiciliare per consolidare il suo ruolo di guida per l’opposizione albanese, presentandosi come una vittima politica e come simbolo di resistenza contro il presunto autoritarismo di Rama. Con le elezioni del 2025 sempre più vicine, e soprattutto dopo la decisione dello GJKKO di ieri, Berisha sembra ormai pronto a presentarsi come il principale avversario del Partito Socialista. Berisha cercherà sicuramente di capitalizzare il sostegno raccolto durante i suoi 333 giorni agli arresti domiciliari per rilanciare il Partito Democratico e riaffermare il centrodestra come forza politica principale in Albania.