Il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge sulla conservazione del posto di lavoro per i malati oncologici. Il DDL 1430, intitolato “Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche”, introduce una serie di disposizioni per la conservazione del posto di lavoro e la concessione di permessi retribuiti per esami e cure mediche.
Il Parlamento italiano ha compiuto un passo storico a tutela dei diritti delle persone affette da gravi patologie. Con l’approvazione definitiva della legge recante nuove misure di protezione per i lavoratori oncologici e affetti da malattie croniche, invalidanti o rare, l’Italia si allinea ai più avanzati standard europei in materia di diritto alla salute e inclusione lavorativa.
LE MISURE PREVISTE DALLA LEGGE
La nuova legge approvata nel luglio 2025 rappresenta un significativo passo avanti nella tutela dei lavoratori affetti da patologie oncologiche, croniche, invalidanti o rare. Il testo introduce una serie di misure pensate per garantire maggiore protezione durante la malattia, favorire la conservazione del posto di lavoro e agevolare il reinserimento professionale, promuovendo al contempo un approccio più umano e inclusivo al mondo del lavoro.
La novità più rilevante è l’introduzione di un congedo non retribuito fino a 24 mesi, continuativi o frazionati, destinato ai lavoratori dipendenti – pubblici e privati – con una percentuale di invalidità pari o superiore al 74%. “Durante questo periodo, il dipendente conserva il posto di lavoro, non ha diritto alla retribuzione e non può svolgere alcun tipo di attività lavorativa.” Si tratta di una evoluzione rispetto alla normativa precedente, che prevedeva un limite massimo di sei mesi, spesso insufficiente per affrontare i lunghi percorsi di cura e riabilitazione.
Un altro elemento centrale della riforma è il diritto di precedenza nell’accesso al lavoro agile (smart working), riconosciuto a chi rientra in servizio dopo il congedo. Se compatibile con le mansioni svolte, il lavoratore può dunque svolgere l’attività in modalità flessibile, così da facilitare una ripresa graduale e rispettosa delle condizioni di salute.
La legge interviene anche sul fronte dei permessi retribuiti: le ore annuali a disposizione per effettuare esami, terapie o accertamenti diagnostici passano da otto a dieci, a beneficio della continuità terapeutica e della riduzione dello stress lavorativo nei periodi più delicati. Una delle innovazioni più significative riguarda i lavoratori autonomi, tradizionalmente esclusi da questo tipo di tutele. La nuova normativa consente anche a loro di sospendere le prestazioni continuative fino a 300 giorni all’anno, senza perdere i diritti connessi ai propri incarichi. È un’estensione che segna un’importante apertura verso categorie professionali spesso lasciate senza protezione nei momenti di maggiore fragilità.
FONDO PER IL CONFERIMENTO DEI PREMI DI LAUREA
Viene “istituito un Fondo, con una dotazione di 2 milioni di euro annui a decorrere dal 2026, per l’istituzione e il conferimento di premi di laurea intitolati alla memoria di pazienti che sono stati affetti da malattie oncologiche, in favore di studenti meritevoli laureati in medicina e chirurgia, scienze biologiche, biotecnologie, farmacia, chimica e tecnologie farmaceutiche ovvero che hanno istituito una laurea delle professioni sanitarie.” I criteri per la selezione dei vincitori – compresi requisiti, modalità di attribuzione e gestione – saranno definiti entro 90 giorni dall’entrata in vigore della normativa tramite un decreto interministeriale tra i Ministri dell’Università e dell’Economia.
LA POSIZIONE DELLE ASSOCIAZIONI A TUTELA DEI DIRITTI DEI PAZIENTI
“La proposta di legge sul comporto è legge e d’ora in avanti garantirà la conservazione del posto di lavoro e la retribuzione dei permessi per esami e cure mediche a tutti quei lavoratori e lavoratrici affetti da una malattia oncologica, invalidante e cronica – commenta Annamaria Mancuso -. L’approvazione in Senato del DDL sul comporto mette fine a un lungo e faticoso cammino iniziato dal nostro Gruppo diversi anni fa e richiamato all’attenzione della politica durante la scorsa legislatura. Siamo consapevoli del grande passo avanti compiuto a favore di tutte quelle persone che convivono con il carico di un tumore; siamo contenti per tutti coloro che adesso vedranno assicurati diritti e tutele fondamentali in ambito lavorativo e potranno avere una maggiore serenità almeno per ciò che riguarda la stabilità professionale ed economica.”
Queste le parole della Presidente Annamaria Mancuso dell’associazione “Salute Donna Onlus”, che da anni svolge la sua attività con l’obiettivo di offrire sostegno psicologico, assistenza pratica e informazione alle donne colpite da tumore.
L’associazione promuove inoltre campagne di prevenzione, tutela dei diritti dei pazienti oncologici e iniziative di sensibilizzazione sul tema della salute femminile. “Questa nuova legge, approvata trasversalmente da tutto il Parlamento, rappresenta un passo in avanti molto importante per dare maggiori tutele e sicurezze ai lavoratori affetti da neoplasie e dare risposte concrete ai soggetti vulnerabili, garantendo loro almeno il posto di lavoro” – afferma il deputato Andrea Giaccone.
PROFILI CRITICI E LIMITI APPLICATIVI DELLA NUOVA DISCIPLINA
Nonostante l’indubbio valore sociale e simbolico della legge, non mancano alcune criticità che meritano attenzione. Il primo limite evidente riguarda la natura non retribuita del congedo, che rischia di renderlo accessibile solo a chi dispone di risorse economiche sufficienti. In assenza di un sostegno al reddito, infatti, molti lavoratori si troveranno di fronte a una scelta difficile: tutelare la propria salute o mantenere la propria stabilità finanziaria.
Un secondo aspetto da monitorare riguarda l’applicazione concreta della norma nei luoghi di lavoro: l’accesso prioritario al lavoro agile e il pieno rispetto del diritto al reinserimento dipenderanno in gran parte dalla sensibilità dei datori di lavoro e dall’efficienza delle amministrazioni. Inoltre, pur ampliando significativamente le tutele, la legge non coinvolge direttamente i caregiver (familiari che assistono il malato), la cui condizione di fragilità economica e psicologica meriterebbe una disciplina autonoma. Infine, sarà essenziale garantire uniformità di applicazione su tutto il territorio nazionale, evitando disparità tra comparti pubblici e privati o tra regioni.
Infine, sotto il profilo finanziario, pur essendo previsto un incremento progressivo degli stanziamenti, la dotazione attuale potrebbe rivelarsi insufficiente a garantire un’applicazione capillare ed equa della normativa, soprattutto in assenza di criteri chiari di riparto tra le amministrazioni coinvolte. Si tratta, in definitiva, di una legge che apre una strada importante, ma che richiede ulteriori interventi normativi e contrattuali per divenire pienamente efficace e inclusiva.L’approvazione della legge rappresenta una svolta nel panorama del diritto del lavoro e della tutela della salute, segnando un importante passo verso un sistema più equo e inclusivo.
In definitiva
Garantire continuità occupazionale anche nei momenti di maggiore fragilità non è soltanto un atto di civiltà, ma una scelta politica e giuridica che riconosce il valore della persona oltre la malattia. Sebbene restino aperti alcuni nodi critici, questa normativa costruisce le basi per un modello in cui il lavoro non è più in contrapposizione alla cura, ma ne diventa parte integrante. “È una legge importante che assieme alle nuove norme sulla conservazione del posto di lavoro elimina molte discriminazioni nei confronti dei malati oncologici” – afferma Diego Serraino – noto epidemiologo.
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