Dopo quasi 40 anni di trattative le Nazioni Unite hanno finalmente ratificato un trattato storico volto alla protezione degli habitat marini.
Ma sappiamo come si conclude un trattato?
L’iter è consiste nei sottostanti passaggi.
È bene premettere che i trattati possono dar vita a regole materiali, cioè a norme che disciplinano i rapporti tra Stato imponendo obblighi e attribuendo diritti, proprio come i contratti del diritto interno. Ma come si arriva al raggiungimento di un accordo internazionale?
Il procedimento di formazione del trattato è molto simile a quello eseguito nelle monarchie assolute del 1700 in Europa. Al tempo il potere di stipulare trattati era di competenza del Capo di Stato. Esso era negoziato dai rappresentati del Sovrano, i cosiddetti plenipotenziari.
Attualmente le fasi di stipulazione di un trattato sono le seguenti:
1) negoziazione
2) firma
3) ratifica
4) scambio di ratifiche
Il primo step è tanto più complesso quanto più numerosi sono gli Stati che partecipano alla negoziazione.
La seconda fase prevede l’apposizione di una firma o una parafatura, ossia l’apposizione delle sole iniziali da parte dei plenipotenziari.
La terza fase è dedicata alla ratifica, ossia la manifestazione di volontà con cui la nazione si impegna a rispettare gli obblighi assunti. In Italia è il Presidente della Repubblica, ai sensi dell’articolo 87 comma 8 della Costituzione, a ratificare i trattati previa, quando occorre, autorizzazione delle Camere.
Una volta perfezionata la fase 3, si giunge all’ultima fase, la fase 4, che vede lo scambio o il deposito delle ratifiche.
Successivamente il trattato viene registrato presso il Segretariato delle Nazioni Unite.
Questo è il procedimento ordinario di stipulazione di un trattato internazionale.
Dopo questo lungo excursus veniamo all’oggetto del discorso.
Il trattato prevede la salvaguardia della flora e fauna marina oltre le 200 miglia nautiche, le cosiddette acque internazionali. L’intesa raggiunta è stata considerata dall’assemblea come una svolta storica per la protezione degli oceani.
“La nave ha raggiunto la riva” è così che la Presidente della Conferenza Internazionale sulla biodiversità, Rena Lee, ha annunciato il nuovo accordo che mira a proteggere almeno il 30% dei mari entro il 2030.
È bene precisare che il precedente excursus intende sottolineare la complessità di tali trattati, soprattutto nella fase della negoziazione. Le altre informazioni mirano a fornire delucidazioni rudimentali per quanto concerne un ambito, quello dei trattati internazionali, ancora fortemente soggetto a mistificazioni e false informazioni tecniche.