Come da aspettative, a seguito dell’attacco statunitense effettuato il 22 maggio ai danni di tre impianti nucleari iraniani, oggi il Presidente russo Vladimir Putin ha ricevuto al Cremlino il Ministro degli Esteri di Tehran, Abbas Araghchi.
Mosca riafferma la propria posizione sull’attacco statunitense
L’incontro assume una particolare valenza simbolica, nella cornice dell’escalation che, dal 13 giugno, vede coinvolta la Repubblica islamica, Israele e da ultimo gli Stati Uniti. Il presidente Russo ha ancora una volta ribadito al ministro iraniano la propria prospettiva sull’ultima offensiva ordinata da Trump: si è trattato di un attacco “immotivato”.
In sostanza, nessuna nuova dichiarazione degna di particolare nota: la stessa relazione inerente al vertice resa dall’agenzia di stampa russa TASS si limita a riportare il succo di quanto affermato già ieri in una noto del Ministero degli esteri: Mosca condanna fermamente gli attacchi americani contro gli impianti nucleari in Iran; «questa decisione irresponsabile viola gravemente la Carta delle Nazioni Unite. Il Ministero degli Esteri ha chiesto la cessazione dell’aggressione e maggiori sforzi per creare le condizioni per riportare la situazione su un canale politico e diplomatico.»
Non sono mancati gli auguri da parte del presidente russo, che ha chiesto ad Araghchi di «Trasmettere i miei migliori auguri sia al presidente dell’Iran che al leader supremo».
Araghchi: “La Russia dalla parte giusta della storia”
D’altra parte, il ministro Araghchi, ringraziando Putin, ha riaffermato che l’Iran ritiene illegittimi gli attacchi condotti a proprio danno da Israele ed ora dagli Stati Uniti e che sta tutelando legittimamente la propria indipendenza, dichiarando che “La Russia oggi è dalla parte giusta della storia e del diritto internazionale”.
In definitiva, non vi sono al momento elementi utili a determinare un eventuale impegno russo, dato quello che è sembrato essere un mero scambio di formalità, almeno per come riportato.
Nuovi attacchi contro l’iran
Nel frattempo le Israel Defence Forces hanno comunicato di aver effettuato uno dei più vasti attacchi contro la capitale iraniana Tehran, con più di 100 missili, lanciati in circa due ore. In aggiunta, sono state colpite le vie di accesso allo stabilimento nucleare di Fordow, già colpito dal raid statunitense del 22 maggio, al fine di «ostruire l’accesso al sito di arrichhimento».
Secondo quanto riportato dall’IDF, l’attacco su Tehran ha visto colpite diverse infrastrutture strategiche, ed in particolare il quartier generale del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica di Basij, il centro di comando Thar-Allah e il Direttorato generale per le forze di sicurezza interne.
A cura di Yari Nicholas Turek – Direttore editoriale
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