Numerosi sono gli aggiornamenti per quanto riguarda il conflitto a Gaza. Il Belgio ha deciso di riconoscere lo Stato palestinese nella prossima riunione dell’Assemblea generale dell’Onu. Nel frattempo, continuano gli attacchi nella regione di Al-Mawasi, decretata in precedenza come zona sicura dalle Idf israeliane.
Il riconoscimento del Belgio
Ai 147 stati membri delle Nazioni Unite che riconoscono lo stato della Palestina, si aggiungerà molto presto anche il Belgio, come annunciato dal ministro degli Esteri belga, Maxime Prévot. Seguendo quanto fatto in precedenza, nel mese di luglio, da Paesi come Francia, Regno Unito, Canada e Portogallo, i delegati belgi alla prossima riunione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che si terrà dal 9 al 23 settembre a New York, procederanno nella stessa direzione.
In risposta a questa dichiarazione è intervenuto il ministro israeliano per la Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, dichiarando che “i Paesi europei che si abbandonano all’ingenuità e si arrendono alle manipolazioni di Hamas finiranno per sperimentare il terrore in prima persona. Qui in Israele c’era chi un tempo credeva a tali illusioni e il risultato sono stati stupri, omicidi e massacri. Invece di premiare il terrore, il mondo libero deve unirsi contro di esso”.
Al contrario, è stata accolta con piacere la decisione del Belgio da parte del ministero degli Affari esteri palestinese, affermando che tale provvedimento è “un passo in linea con il diritto internazionale” per arrivare “al raggiungimento della pace”.
I recenti attacchi ad Al-Mawasi
Nonostante da un lato sembri che la comunità internazionale si stia sempre di più compattando nel tentativo di fare pressione su Israele affinché si raggiunga un cessate il fuoco, la guerra non sembra sul punto di finire. Infatti, dall’alba di oggi continuano gli attacchi, l’ultimo nella zona di Al-Mawasi. L’esercito israeliano poche ore fa aveva diramato un comunicato in cui si raccomandava di allontanarsi dalla città di Gaza, in vista dei combattimenti, per rifugiarsi invece nella zona di Al-Mawasi, dove ad attenderli ci sarebbero stati servizi umanitari, sia di assistenza sanitaria che alimentare.
Nonostante ciò, 7 persone sono morte nell’attacco recente proprio nella zona costiera di rifugio. Tra questi 5 bambini in coda per un rifornimento di acqua; sale a 63 anche il bilancio delle vittime degli attacchi a Gaza. Il ministero della Sanità di Hamas riferisce inoltre che nelle ultime 24 ore i decessi dovuti a malnutrizione e fame sono 13, di cui 3 bambini, facendo così aumentare il totale dall’inizio della guerra a 361.
Trump e la proposta di tregua
Il 18 agosto scorso è stato approvato da Hamas un piano per una proposta di cessate il fuoco, ma Israele ad oggi non ha ancora risposto, come afferma il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majid al-Ansari. Israele sembra dunque deciso a procedere fino alla fine con l’occupazione e la conquista della Striscia di Gaza, nonostante nella comunità internazionale ci sia più di qualche perplessità.
Lo stesso Donald Trump ha dichiarato, in un’intervista al Daily Caller, che il consenso di Israele non è più quello di quindici o venti anni fa, quando “aveva la lobby più forte al Congresso”. Ad oggi quindi, secondo il tycoon, l’appoggio nei confronti di Israele non è più lo stesso, motivo per cui ha aggiunto “potranno anche vincere la guerra, ma non stanno conquistando il mondo delle pubbliche relazioni e questo li sta danneggiando”.
Conclusioni
Stiamo assistendo al susseguirsi di varie contestazioni, alcune di vecchia data, come quelle dell’Onu, che da tempo accusa Israele di aver violato ripetutamente il diritto internazionale umanitario, ma anche più recenti, da parte di esponenti vicini allo stesso governo israeliano, tra cui Donald Trump, che ha avanzato svariati dubbi sulle recenti strategie messe in atto dalle forze israeliane.
Anche sul fronte interno la situazione rimane complicata, con la controversia tra il governo e il capo di stato maggiore dell’Idf, Zamir. Sebbene Netanyahu sembri pronto a correre tutti i rischi per arrivare fino alla conquista di Gaza e l’annientamento definitivo di Hamas, resta ancora in ballo la proposta di tregua dello scorso agosto.
Arriverà una risposta da parte di Israele a riguardo? Quali saranno le ripercussioni dovute all’inasprimento dei rapporti con l’opinione pubblica mondiale, visti anche i recenti e molto discussi avvenimenti alla Mostra del Cinema di Venezia e la partenza della Global Sumud Flotilla da Barcellona?
20250326