Edilizia scolastica obsoleta, offerta formativa degli istituti poco diversificata, carenza di personale qualificato, abbandono scolastico e tanto altro. Benvenuto al Sud, Ministro!
Critiche e contestazioni
Domani, 16 gennaio, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, sarà presente al Liceo Palmieri di Lecce per una visita insieme ad altre figure istituzionali del territorio. La notizia del suo arrivo in questa città ha dato occasione a molti per sollevare polemiche, in primo luogo a causa di alcune sue note dichiarazioni, tra cui per esempio: “evviva l’umiliazione che è un fattore fondamentale nella crescita e nella formazione della personalità“. Parallelamente, vanno citate anche le affermazioni mosse contro la dirigente che aveva stigmatizzato in una circolare i pestaggi di Firenze per mano di alcuni membri di Azione Studentesca; affermazioni cui Ministro aveva risposto tacciandole come “iniziative strumentali che esprimono una politicizzazione che auspico non abbia più posto nelle scuole e affermando inoltre che “se l’atteggiamento dovesse persistere vedremo se sarà necessario prendere misure” (contro la dirigente, n.d.r.).
A far discutere è stato altresì l’intervento fatto in occasione dell’anniversario della morte di Giulia Cecchettin, occasione nel quale il Ministro aveva affermato che “la visione ideologica vorrebbe risolvere la questione femminile lottando contro il patriarcato […] Certamente il patriarcato come fenomeno giuridico è finito con la riforma del diritto di famiglia del 1975 […] Occorre non far finta di non vedere che l’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e devianza in qualche modo discendenti dall’immigrazione illegale“. Oltre alle dichiarazioni di cui sopra, urge una riflessione in merito all’operato del Ministro Valditara.
L’operato del dicastero
Per quanto riguarda i punti nevralgici dei quali si dovrebbe occupare un Ministro dell’Istruzione nel nostro Paese, ovvero fenomeni come la precarietà del personale, l’assenza di un piano per l’edilizia scolastica e la necessità di aggiornamento professionale dei docenti, è evidente una mancanza di progettualità che possa rilanciare il sistema scuola nel suo complesso. Da parte delle molte sigle sindacali, sono giunte numerose critiche a seguito del ritorno del giudizio sintetico, un provvedimento, secondo quanto riportato dalla Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL, “con chiaro stampo sanzionatorio e punitivo, ispirato coerentemente alla nota pedagogia del merito e dell’umiliazione“.
Nonostante i dati allarmanti nel nostro Paese in tema di violenza di genere, al novero delle critiche sollevate al Ministero va aggiunta anche la totale indifferenza circa la possibilità di introdurre nelle scuole programmi di educazione sessuale, affettiva e sentimentale, per la quale le opposizioni si sono spese in Parlamento rimanendo però inascoltate.
I divari tra Nord e Sud
Sempre in tema scuola, soffermiamoci ora sull’Italia meridionale, analizzando alcuni dati che riflettono la profonda divisione ancora esistente tra il Nord e il Sud della nostra Penisola. Molti edifici scolastici sono obsoleti e non conformi alle normative vigenti, come quelle antisismiche. Secondo Edilportale, il 56% delle infrastrutture scolastiche richiede interventi urgenti, a fronte di una percentuale che scende al 36% per il Nord Italia. Nel Sud e nelle isole, il 74% degli edifici scolastici si trova in territori a rischio sismico di tipo 1 e 2, aumentando così l’esigenza di adeguamenti strutturali.
Parlando dell’offerta formativa, le scuole delle regioni settentrionali offrono un ventaglio più ampio di indirizzi di studio. Al Sud, invece, la scelta è spesso limitata, con una presenza inferiore di istituti tecnici e professionali specializzati, fondamentali per creare una connessione diretta tra scuola e mondo del lavoro. A peggiorare la situazione, vi è anche la mancanza di progetti formativi extracurriculari utili per sviluppare competenze trasversali sempre più richieste dal mercato del lavoro. Il quadro summenzionato si aggrava ulteriormente tenendo conto che le scuole del Sud, in misura più accentuata rispetto al Nord, soffrono la mancanza di insegnanti di sostegno, psicologi scolastici e personale tecnico specializzato.
L’abbandono scolastico
Nel 2022, il tasso di abbandono scolastico in Italia era del 11,5%, ma nonostante ciò persisteva una disparità evidente tra il Nord e il Sud del Paese. Mentre nelle regioni settentrionali il tasso di abbandono si attestava attorno al 6%, al Sud il dato cresceva vertiginosamente, con punte superiori al 20% in alcune aree, come la Sicilia e la Campania. Uno studente su cinque residente nel meridione non completa il ciclo di studi, il che riflette non solo la difficoltà di accesso all’istruzione, ma anche le scarse opportunità di proseguire gli studi dopo la scuola dell’obbligo.
Il confronto
Alcune organizzazioni studentesche del territorio hanno organizzato un presidio che avrà luogo nei pressi del Liceo Palmieri durante l’incontro con il Ministro per criticarne l’operato, pacificamente e senza violenza, cercando altresì di avere un confronto nel merito con il professor Valditara.
20250018