Le Comunità Energetiche sono aggregazioni volontarie di cittadini, famiglie, piccole e medie imprese, associazioni, consorzi, enti pubblici, di ricerca, religiosi e organizzazioni del Terzo settore che decidono di collaborare per produrre, condividere e consumare energia a basso costo.
Questo sistema favorisce la sostenibilità, l’autonomia e soprattutto una transizione energetica “dal basso”, sfruttando l’elettricità derivante da impianti alimentati a fonti rinnovabili. Il modello si sta diffondendo in tutt’Italia e per stimolarne ancor di più la crescita, con il PNRR, sono stati stanziati oltre 2,2 miliardi di euro.
Cos’è una CER
Il Decreto Milleproroghe 162/2019 ha introdotto nel nostro Paese le CER ed è stato poi il Decreto CACER del 2023 a stanziare incentivi e definire criteri e modalità di erogazione. Si può prendere parte di una CER in qualità di produttore di energia, se si realizza e possiede un impianto da energia rinnovabile, di prosumer, se si possiede un impianto, si produce e condivide energia o di consumatore.
Per aderire dunque non è necessario possedere un impianto proprio, perché l’energia prodotta da ciascun membro della CER, non autoconsumata, viene messa a disposizione degli altri soci afferenti alla stessa cabina primaria. L’energia condivisa e consumata nella CER viene incentivata dal GSE – Gestore Servizi Energetici – con il riconoscimento di un premio, che sarà poi ripartito tra tutti i membri.
I requisiti per il riconoscimento
Per essere riconosciuta dal GSE, una Comunità Energetica deve rispettare regole precise: innanzitutto, è importante costituire legalmente una CER, nella forma ad esempio di associazione o cooperativa o consorzio, in modo da attribuirle una propria autonomia giuridica e dotarla di un atto costitutivo e uno statuto che ne regoli il funzionamento.
In secondo luogo, i diversi soggetti produttori e consumatori devono essere localizzati all’interno di un medesimo perimetro geografico e gli impianti installati devono trovarsi in prossimità dei consumatori stessi. Infine, occorre utilizzare esclusivamente fonti energetiche rinnovabili.
Le novità dell’estate 2025
Considerata la scarsa adesione al precedente bando di assegnazione, l’estate 2025 segna una svolta importante per le CER: il Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha predisposto regole d’accesso più agevoli alle misure incentivanti, oltreché ampliato la platea dei beneficiari e prorogato la scadenza della presentazione delle domande.
Andando con ordine, il Governo ha deciso di assegnare più fondi per la realizzazione delle Comunità Energetiche, innalzando il numero dei comuni beneficiari dei contributi a fondo perduto. Se fino allo scorso maggio il contributo era infatti ammesso solo per i Comuni con meno di 5.000 abitanti, ora la misura interessa anche centri urbani di media grandezza, includendo Comuni con popolazione fino a 50.000 abitanti.
Questo amplia enormemente il novero dei potenziali beneficiari, con l’obiettivo di promuovere una diffusione capillare delle comunità energetiche. A tal scopo deve essere letta l’altra importante novità: ora è possibile richiedere un anticipo del contributo a fondo perduto fino al 30% del totale, a differenza del 10% previgente, con lo scopo di avviare subito i lavori ed agevolarne la realizzazione.
Ultimo aspetto a subire modifiche è quello dei termini per la realizzazione dei lavori e di presentazione della domanda: gli impianti incentivati andranno realizzati entro il 30 giugno 2026 e le domande vanno presentate entro il 30 novembre 2025 tramite piattaforma GSE.
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