Facendo seguito al Consiglio europeo straordinario tenutosi all’inizio del mese, tra giovedì 20 e venerdì 21 marzo i leader dei Paesi europei si sono riuniti a Bruxelles per decidere le prospettive future dell’Unione.
Le diverse crisi che si stanno consumando in questo frangente storico richiedono un’unità di intenti ed una chiara linea politica, che possa permettere al continente non solo di difendere i propri interessi, ma anche di avere voce in capitolo nei principali dossier internazionali, come le guerre in Ucraina e in Medio Oriente. Tra i vari temi dibattuti il riarmo, le politiche di difesa, l’autonomia strategica, l’incremento della competitività economica ed industriale.
Readiness 2030
Per difendersi autonomamente dalle potenziali minacce internazionali, l’Unione europea mira a rafforzare le proprie capacità militari attraverso investimenti finanziari. La Commissione e l’Alta rappresentante hanno presentato il progetto Readiness 2030, costituito dal Libro Bianco sulla difesa europea e il piano ReArm Europe.
Si tratta della testimonianza della volontà dei Paesi europei di non contare più esclusivamente sul soft power e lo status di potenza civile per proteggere i propri interessi nel sistema internazionale e fronteggiare attori che hanno dimostrato di non aver alcun timore di ricorrere all’uso della forza, ma di puntare sull’hard power e la potenza militare.
Il Libro Bianco sulla difesa
Il Libro Bianco pone l’obiettivo di costruire un efficiente tessuto industriale per il settore della difesa, nonché finanziare massicci investimenti nelle capacità belliche dei Paesi membri. Il piano non nasce solo per contrastare le velleità russe, ma anche per dare origine ad un percorso che possa portare l’Unione a sentirsi sicura e forte nel lungo periodo, in un contesto geopolitico che sembra evolvere verso il multipolarismo.
Nello specifico, il Libro prevede il sostegno economico al settore industriale attraverso l’aumento degli appalti collaborativi, il rafforzamento del mercato della difesa, innovazione e ricerca grazie all’intelligenza artificiale, il miglioramento della mobilità tattica militare e della logistica e l’estensione della cooperazione con gli altri alleati del sistema internazionale. È necessario specificare che l’obiettivo della Commissione è quello di arrivare a disporre di armamenti al 65% di origine europea, sfavorendo l’acquisto di hardware militari dai mercati esteri, in modo tale da sostenere l’industria continentale.
ReArm Europe
Il piano ReArm Europe contempla una spesa di 800 miliardi di euro per il settore della difesa, nonché alcuni punti specifici che permettono agli Stati dell’Unione di accedere ad ulteriori fondi finanziari atti a sostenere i massicci investimenti che sono tenuti ad effettuare per il rafforzamento militare. La Commissione europea garantisce ai Paesi membri di attivare la clausola di salvaguardia nazionale del patto di stabilità, in modo tale da ampliare il margine finanziario degli Stati rispettando i vincoli di bilancio, a patto che la spesa sia riservata solo all’ambito militare.
La Commissione ha introdotto anche il piano SAFE, che consente ai Paesi di aumentare i fondi per la spesa accedendo ad appalti comuni nell’industria europea; vengono contemplati anche gli Stati non ancora membri, come quelli in via di adesione, i Paesi candidati e potenziali, e coloro che hanno aderito ad un partenariato con l’Unione europea per quanto concerne la sicurezza e la difesa. Nell’intento di rassicurare i mercati e attingere nell’immediato a consistenti fondi, le Autorità pongono in primo piano il Gruppo Banca europea per gli investimenti.
Tuttavia, per sostenere il progetto di riarmo queste misure sono necessarie, ma non sufficienti: oltre a questi strumenti economici e finanziari sarà opportuno fare affidamento alla strategia dell’Unione per il risparmio e gli investimenti per incrementare l’efficienza con cui si orientano i risparmi verso gli investimenti esteri produttivi. In tal modo non solo sarà possibile rafforzare le capacità strategico-militari del continente, ma anche fornire un ampio sviluppo alla competitività dell’Unione e aumentare il peso specifico del suo status internazionale.
Il sostegno incondizionato a Kiev
Nelle discussioni consumatesi durante il Consiglio è stato ribadito fortemente il totale supporto all’Ucraina, confermando la volontà europea di non abbandonare il paese aggredito durante la fase conclusiva del conflitto. Nel possibile negoziato tra Stati Uniti e Russia, l’Unione vorrebbe cercare di ritagliarsi un ruolo da protagonista, così da garantire all’Ucraina delle clausole securitarie che permetterebbero di stabilire quanto meno delle minime condizioni di giustizia. Sarà molto complesso riuscire in questo intento, considerando che gli Stati Uniti si stanno orientando alla Russia e alle sue istanze, volenterosi di concludere questo dossier il prima possibile.
Per favorire il rispetto delle esigenze ucraine la Commissione ha presentato i progetti menzionati in precedenza, gli stessi che non permetterebbero solamente di incrementare le capacità di difesa del continente, ma potrebbero anche assicurare all’Unione maggiori probabilità di poter essere presente sul territorio dopo la fine del conflitto, in modo da prevenire una riaccensione del fuoco di guerra.
Il rapporto con la Russia
Così facendo, sarebbe possibile porre una maggiore pressione alla Russia e alle sue potenziali mire espansionistiche. Le istituzioni europee non si aspettano che Mosca sferri attacchi militari contro Stati membri dell’Unione nel breve periodo, ma allo stesso tempo non intendono fidarsi di un attore geopolitico che ha dimostrato ampiamente di ricorrere facilmente all’utilizzo delle armi. L’obiettivo è quello di riarmarsi per scongiurare altre aggressioni militari nel lungo periodo e generare un effetto deterrente, capace di fermare possibili offensive senza dover ricorrere effettivamente all’uso degli strumenti bellici.
Conclusioni
In un contesto internazionale tormentato da crisi e conflitti, il Consiglio europeo ha permesso all’Unione di progettare un futuro in cui avrà la possibilità di difendersi autonomamente, senza dover contare sulla potenza statunitense e altri partner strategici. Il costo per l’attuazione dei piani presentati è elevato, ma è necessario per garantire una maggiore sicurezza ai cittadini europei e favorire la pace nel continente.
20250109