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    Corea del Sud: cosa è successo

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    Nella giornata di martedì 3 dicembre il governo sud-coreano ha emanato una legge marziale d’emergenza, ritenuta necessaria dal Presidente Yoon Seok-yeol per “contrastare le forze comuniste”, accusate di avere legami con la Corea del Nord. Il decreto è stato revocato dopo appena sei ore, in seguito alla bocciatura del parlamento.

    I fatti

    Il Presidente ritiene di aver operato per il bene della Corea del Sud e crede che l’opposizione parlamentare, guidata dal Partito democratico, sia un grosso pericolo per l’unità e l’integrità della Nazione. La legge marziale è era stata imposta attraverso l’utilizzo della forza, con l’esercito che ha tentato di entrare nel parlamento, almeno stando a quanto hanno riferito dagli esponenti dell’opposizione alla BBC; inoltre, sono stati avvistati anche degli elicotteri sopra la sede parlamentare sud-coreana. 

    Sono stati registrati scontri fra le forze dell’ordine e i manifestanti che hanno protestano contro l’approvazione della legge marziale, cantando in coro “Arrest Yoon Seok-yeol!”. L’assemblea nazionale riunitasi in parlamento ha tempestivamente provveduto a bocciare la dichiarazione del decreto d’emergenza; sono 190 i parlamentari presenti in parlamento al momento del voto. 

    Per bloccare il tentativo dell’opposizione l’esercito nazionale ha cercato di entrare nella sede, ma è stato fermato dai deputati che hanno respinto le forze militari utilizzando degli estintori e barricando le porte. Tuttavia, la posizione del governo inizialmente pareva rimanere la stessa, con il Presidente che sembrava intenzionato a difendere e perseguire fino in fondo questa operazione, nonostante la bocciatura del decreto marziale sia arrivata anche dal segretario del suo partito ‘People Power Party’, Han Dong-hoon.  

    Dopo qualche ora, Yoon ha deciso rispettare la volontà dell’Assemblea Nazionale, vista anche l’incostituzionalità del decreto; inoltre, è possibile che il Presidente abbia ‘cambiato idea’ a causa del danno d’immagine che il Paese avrebbe subito a livello internazionale e dal crollo del Won sud-coreano registrato subito dopo l’emanazione della legge marziale.

    I punti del decreto

    La legge marziale d’emergenza approvata dal governo sud-coreano avrebbe rischiato di trasformare in dittatura un paese che dal 1980 è a tutti gli effetti uno stato di diritto e una liberal-democrazia; la Corea del Sud avrebbe potuto evolversi in quello che invece i propri vicini di casa nord-coreani sono già da molto tempo. 

    Il decreto presentava dei punti che limitavano notevolmente le libertà dei cittadini nord-coreani; inoltre, il mancato rispetto di queste disposizioni sarebbe stato severamente punito dalle autorità sud-coreane. Innanzitutto, veniva prevista una sospensione della vita politica, con l’abolizione dell’attività dell’Assemblea Nazionale, delle riunioni dei partiti, delle associazioni politiche e dei consigli locali. 

    Era stato vietato anche qualsiasi tipo di dimostrazioni pubbliche, proteste e rivolte; senza distinzione per quanto concerne le proteste di natura pacifica, venivano bensì proibite tutte le tipologie di dimostrazione di dissenso pubblico in relazione al nuovo decreto. 

    Tutti gli organi di informazione venivano posti sotto lo scrutinio delle autorità governative, che si riservavano quindi il diritto di censurare la stampa, i social network, broadcast e qualsiasi tipo di piattaforma, al fine di prevenire la diffusione di disinformazione a livello nazionale.

    Inoltre, veniva richiamato all’attività medico-sanitaria tutto il personale medico nazionale, persino i pensionati e i tirocinanti; i disobbedienti sarebbero stati puniti severamente. 

    Questi sono i punti chiave trattati dal decreto; è evidente che ci fosse la volontà, da parte dell’esecutivo sud-coreano, di arrestare qualsiasi tipo di tentativo di ribellione e di prevenire la formazione di un fronte antigovernativo, capace di fermare la controversa operazione portata avanti dal governo di Seul.

    Quali sono le motivazioni?

    Il Presidente Yoon, come accennato in precedenza, ha accusato le forze di opposizione di operare contro il popolo sud-coreano bloccando iniziative politico-economiche considerate come step fondamentali per lo sviluppo del Paese e coltivando rapporti segreti con il regime dittatoriale nord-coreano. 

    Negli ultimi anni la qualità della vita politica sud-coreana è progressivamente peggiorata fino ad arrivare a raggiungere un esito che i cittadini non avrebbero mai desiderato vivere. Le forze di opposizione, grazie al loro elevato numero di deputati presenti nell’Assemblea Nazionale, sono state in grado di paralizzare le politiche, le leggi e le manovre economiche proposte dall’esecutivo; di recente è stata bocciata una importante legge di bilancio per il 2025. Si tratta di una legge che prevedeva lo stanziamento di quasi tre miliardi di dollari, che secondo il governo sarebbero stati fondamentali per il Paese al fine di lottare contro la criminalità, per preservare la sicurezza pubblica nazionale, per la prevenzione dei danni legati alle catastrofi nazionali e per lo sviluppo di nuovi progetti atti ad aumentare l’occupazione giovanile. 

    Il Presidente ha anche accusato la sinistra sud-coreana di operare in favore di un suo impeachment; infatti, a inizio anno Yoon era stato preso di mira dall’anticorruzione, per via di una borsa donata a sua moglie da terze persone; in Corea del Sud esiste una legge che proibisce ai funzionari di accettare doni da 720 dollari o da 2200 dollari sommati nell’arco di un intero anno. Il Presidente si era prontamente difeso affermando che non si trattasse di corruzione ma di un semplice regalo, accusando l’opposizione di voler utilizzare questo episodio per indebolire la credibilità e l’immagine della Corea del Sud a favore della Corea del Nord. 

    Conclusioni

    Al di là dell’episodio sopra riportato, la popolarità di Yoon sembrava essere già in calo per via di manovre politiche considerate inadeguate dai cittadini e di una stagnazione economica accentuata anche dalla presenza di una forte inflazione. In seguito alle vicende verificatesi, il Presidente Yoon rischia concretamente l’impeachment; la mozione, già depositata in parlamento, sarà oggetto di discussione nelle prossime 72 ore.

    La vicenda sud-coreana ha allarmato le liberal-democrazie di tutto il mondo, le quali sono sconcertate e preoccupate per gli avvenimenti che si stanno consumando nelle ultime ore. La situazione è ancora in evoluzione e risulta estremamente complicato prevedere cosa accadrà nei prossimi giorni; la democrazia sud-coreana è stata sottoposta a dei seri rischi, ora bisognerà capire se da queste ore buie ne uscirà rafforzata o inesorabilmente indebolita.

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