La crisi abitativa in Spagna è diventata il simbolo delle difficoltà di una generazione che non riesce a emanciparsi: prezzi delle case alle stelle, salari fermi e un mercato degli affitti fuori controllo.
In questo scenario il governo Sánchez prova a segnare un punto di svolta politico con misure concrete per contrastare la crisi abitativa. Promesse che suonano forte ma che lasciano qualche dubbio trai più scettici per quanto riguarda la reale applicabilità.
Contesto: la crisi dell’abitazione per i giovani in Spagna
Negli ultimi anni la questione abitativa è diventata un tema centrale nel dibattito politico spagnolo. Il prezzo medio degli appartamenti di seconda mano è cresciuto del 12,8% nel secondo trimestre del 2025, superando i livelli della bolla immobiliare del 2007.
Per i giovani la situazione è ancora più critica: secondo i dati del Consiglio della Gioventù di Spagna, per poter affittare un appartamento, bisogna destinare oltre il 102,3% del reddito medio. Anche condividere un appartamento non risolve il problema, perché l’affitto di una singola stanza assorbe circa il 36% del reddito. Non sorprende quindi che nel 2006 il 58% dei giovani tra i 16 e i 29 anni possedesse una casa, mentre oggi la percentuale è scesa al 30%.
La misura da 30.000 euro: come funziona
Il 15 settembre 2025 il premier spagnolo Pedro Sánchez ha annunciato una nuova misura per facilitare l’accesso alla casa dei giovani sotto i 35 anni. La proposta prevede una sovvenzione fino a 30 000 euro destinata al pagamento dell’affitto di abitazioni pubbliche con opzione di acquisto. Di fatto il canone mensile pagato grazie a questo contributo verrà considerato come anticipo sul prezzo finale della casa: una volta che il beneficiario decide di acquistare l’immobile, le somme versate come affitto verranno scalate dal costo complessivo.
La misura sarà inclusa nel nuovo Piano statale per l’abitazione 2026-2029 e avrà luogo solo per abitazioni a prezzo calmierato con protezione permanente poiché, secondo il governo, questa condizione “blinda le case pagate con risorse statali contro la speculazione”.
Criticità e ambiti di applicazione
La proposta ha suscitato alcune critiche per la sua portata limitata. Il sussidio vale infatti solo per le cosiddette Viviendas Protegidas para Arrendamiento con Opción de Compra, un modello di edilizia residenziale pubblico molto raro in Spagna.
Nel 2024 si sono registrate solo 33 abitazioni con questa formula e nei primi mesi del 2025 non ce n’erano affatto, di conseguenza pochissime persone potranno accedervi. In più, l’opzione affitto con diritto di riscatto rappresenta appena il 4% dei contratti di locazione e rimane una pratica minoritaria. Gli esperti sottolineano che il vero problema è la carenza di abitazioni pubbliche di questo tipo, suggerendo che “quasi nessuno potrà usufruire della misura”. Anche se l’iniziativa venisse estesa al mercato libero, il numero ridotto di case idonee renderebbe l’impatto quasi nullo.
Altre misure annunciate
L’annuncio di Sánchez comprende altre iniziative per alleviare l’emergenza abitativa. In primis verrà istituito un seguro de impago de rentas, ovvero una assicurazione pubblica contro gli impagati, destinato ai giovani per coprire i rischi di morosità. Secondo il governo, l’assicurazione proteggerà i proprietari e faciliterà l’accesso all’affitto per chi ha redditi bassi.
Sono previsti poi bonus per la casa in zone rurali con sovvenzioni fino a 10.800 euro per l’acquisto di abitazioni situate in comuni con meno di 10.000 abitanti, a condizione che l’importo non superi il 20% del valore dell’immobile. Questa misura mira a incentivare i giovani a trasferirsi nelle aree in cui i prezzi sono più accessibili e la domanda è in forte calo.
Il governo ha inoltre promesso di aumentare i fondi destinati alle comunità autonome per la politica abitativa, triplicando il budget a 7 miliardi di euro entro cinque anni. In cambio, le regioni dovranno investire la stessa cifra in edilizia sociale.
Infine, la manovra prevede il ritiro di circa 53.000 appartamenti turistici irregolari dalle piattaforme digitali, in modo da reimmetterli nel mercato dell’affitto tradizionale.
Considerazioni finali
Nonostante le critiche e gli evidenti vincoli strutturali, le misure messe in campo rappresentano un segnale politico che non va sottovalutato. Per la prima volta, un governo spagnolo introduce uno strumento che prova ad affrontare non solo l’emergenza dell’affitto, ma anche la possibilità concreta di un futuro acquisto dell’abitazione. È un tentativo di restituire ai giovani sotto i 35 anni, oltre a un sostegno economico, un concreto orizzonte di stabilità e progettualità personale.
Senza un ampliamento reale dell’offerta di alloggi protetti, senza una lotta efficace alla speculazione e senza politiche territoriali che riequilibrino la pressione immobiliare delle grandi città, il rischio è che l’impatto resti marginale.
L’apertura di questo cantiere normativo e politico, tuttavia, segna un importante passo avanti: se nei prossimi anni sarà accompagnata da una strategia più ampia – che includa incentivi alla costruzione sostenibile, più investimenti in housing sociale e un dialogo serio con le comunità autonome – la misura potrebbe trasformarsi nella possibilità materiale per i giovani spagnoli di immaginare la casa non come un miraggio, ma come un diritto raggiungibile.
Di Enrico Bove – corrispondente da Madrid
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