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    Dal Ponte sullo stretto alle Europee: l’intervista all’On. Tullio Ferrante

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    È oggi nostro ospite l’On. Tullio Ferrante, deputato di Forza Italia e sottosegretario di Stato al Ministero delle Infrastrutture nel Governo Meloni. Nominato il 31 marzo 2023 da Silvio Berlusconi come responsabile nazionale delle adesioni di FI, è stato protagonista del significativo aumento di tesseramenti dello scorso anno. Tanti i temi toccati a poche settimane dalle importantissime elezioni europee.

    Sebbene manchino ancora alcuni passaggi, l’inizio dei lavori per la costruzione del Ponte sullo Stretto appare relativamente vicino. In che modo si renderà economicamente sostenibile un progetto di tale portata?

    La realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina è un obiettivo di importanza strategica per il Paese: è la madre di tutte le grandi opere, che rappresenta un’Italia moderna, sempre più connessa e all’altezza delle grandi nazioni. Non è solo un’infrastruttura che servirà a connettere Calabria e Sicilia, ma un investimento sullo sviluppo del sistema-Paese: è un Ponte verso il futuro e le nuove generazioni. A fronte di una previsione di costi pari a 12 miliardi di euro, l’impatto stimato sull’economia è di 20 miliardi di euro: è evidente la sostenibilità di quest’opera, ma anche la straordinaria opportunità che essa rappresenta. Avremo benefici in termini occupazionali, ambientali e di impulso alla crescita. Il Ponte rappresenta tutta l’eccellenza ingegneristica tricolore e sono orgoglioso di poter rivendicare che si tratta di un’opera targata Forza Italia, frutto dell’intuito politico di Silvio Berlusconi. Il nostro Presidente è stato il primo a credere seriamente nel Ponte e ha promosso il progetto che è stato scelto come attuale base per la realizzazione dell’opera. Per questo merita un giusto tributo da parte del Governo e di tutto il Paese: il Ponte sullo Stretto, simbolo di un’Italia che pensa in grande, va intitolato a Berlusconi.

    A partire dal 1992, si è assistito a un ridimensionamento dei flussi di investimenti nelle infrastrutture del Mezzogiorno. A cosa attribuisce questa tendenza? Quanto bisognerà attendere per una concreta inversione di rotta?

    Il divario infrastrutturale tra Nord e Sud ha origini lontane e cause ancor più profonde. Spesso, in passato, i fondi sono stati insufficienti. Altrettanto spesso, però, è mancata la capacità di spenderli in maniera efficace soprattutto da parte delle Amministrazioni locali. Il risultato è che dobbiamo colmare un gap importante, che impedisce a tutto il Paese di sviluppare a pieno le proprie potenzialità. Il Mezzogiorno ha bisogno di investimenti sulle infrastrutture per tornare a crescere ed essere sempre più competitivo. Consapevoli di questo principio, abbiamo già iniziato a invertire la rotta. Anzitutto con il Pnrr, che rappresenta un’occasione straordinaria per realizzare nuove infrastrutture nel meridione: basti considerare che il 55% delle risorse totali che il Piano stanzia per le infrastrutture vengono destinate al Mezzogiorno. Abbiamo poi approvato il decreto Sud che mette in campo strumenti e risorse aggiuntive per invertire la rotta, liberando le tante energie del nostro Mezzogiorno. Si apre una nuova stagione di investimenti con la consapevolezza che, se riparte il Sud, riparte anche l’Italia.

    Come da Lei affermato nel corso di un’interrogazione in Commissione Trasporti sul progetto Mobility as a Service for Italy, “il Ministero continuerà a promuovere il progetto Maas”. Come procede la sperimentazione? Crede sia la strada giusta?

    Il progetto Maas, attuato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio, ha l’obiettivo di favorire l’utilizzo dei mezzi di trasporti più sostenibili, riducendo anche l’impatto sul traffico. Grazie a una piattaforma digitale, che consente di integrare servizi di trasporto pubblico e privato che vanno dai bus ai taxi al car sharing, con la “Mobility as a Service” l’Italia sarà in grado di offrire ai cittadini un’offerta intermodale sempre più accessibile, agile e moderna. Dopo il periodo di sperimentazione, che si è concluso a dicembre 2023 con l’avvio dei progetti pilota a Milano, Roma e Napoli, il Mit e il Dipartimento per la Trasformazione digitale hanno iniziato a lavorare sul piano attuativo anche sulla base dei dati raccolti durante la prima fase. Dal 1 aprile, visti i risultati positivi riscontrati, la sperimentazione è partita anche per Torino, Firenze e Bari. In futuro, l’obiettivo è estendere la Maas in più territori avviando una continuità dell’esperienza di viaggio intermodale e smart tra diverse regioni. Il progetto è aperto agli operatori privati, in un sistema competitivo in grado di favorire lo sviluppo economico e migliorare la qualità del servizio.

    In quanto Responsabile Nazionale delle adesioni di Forza Italia, ha coordinato il fortunato tesseramento del 2023. Un boom senza precedenti che ha visto il raggiungimento di circa 100mila iscritti. A cosa riconduce questo incredibile
    successo?

    La campagna di adesioni dello scorso anno ci ha consentito di raggiungere un numero straordinario di iscritti, superando quota 110.000 tessere. Sono orgoglioso di questo risultato. Forza Italia rappresenta una fascia sempre più larga della popolazione che richiede capacità di visione, equilibrio e concretezza: è questo il nostro modello di buongoverno che sta avendo tanto successo non solo nei sondaggi, ma anche nei consensi. Nelle scorse settimane abbiamo organizzato due weeekend dedicati alle adesioni, con i nostri gazebo in oltre 500 piazze in tutta l’Italia. È stato un successo straordinario che dimostra la nostra
    capacità di mobilitazione sui territori e il nostro ruolo di forza propositiva all’interno della compagine di Governo. Le recenti elezioni regionali in Abruzzo e in Basilicata, dove Forza Italia ha raggiunto e superato la doppia cifra, ne sono la conferma. Il nostro movimento è il perno del centrodestra e il riferimento per tutte le forze civiche, popolari e riformiste del Paese che si riconoscono nel Ppe. Proseguiremo con ancora più enfasi e passione la campagna di tesseramento per rafforzare sempre più l’area moderata di cui Forza Italia è espressione.

    A più riprese ha definito FI “l’unico, vero centro, tassello imprescindibile del centrodestra”: cosa non la convince dei progetti terzopolisti?

    Il nostro, per vocazione, è un movimento popolare capace di intercettare i consensi in maniera trasversale con concretezza e buonsenso. È l’opposto del populismo, che fa della demagogia e degli assolutismi ideologici la sua vera essenza. La longevità del nostro partito è l’attualità della sua agenda risiedono nella “cultura del fare”, nella capacità di costruire e di guardare al domani. Molti dei lettori di ‘Politica magazine’ sono nati proprio quando Forza Italia andava per la prima volta al Governo: come voi, anche il nostro movimento guarda già ai prossimi 30 anni, perché le nostre sono radici del futuro. Silvio Berlusconi ha saputo costruire la casa dei moderati, di chi crede nei valori della libertà e della democrazia e non si riconosce negli estremismi. Il nostro amato Presidente ha anche inventato il centrodestra e, per questo, Forza Italia è il baricentro sul quale la coalizione poggia da ormai 30 anni. I “Terzi Poli” si configurano invece come aggregati di forze diverse che in Europa siederanno anche in gruppi diversi. Appartengono più al campo delle ipotesi, di fatto non hanno uno spazio elettorale autonomo. L’unico vero centro siamo noi.

    In vista delle prossime Europee, crede che Forza Italia riuscirà a imporsi, elettoralmente parlando, nello scacchiere politico?

    Come ha ben spiegato il nostro segretario nazionale Antonio Tajani, Forza Italia guarda allo spazio tra Meloni e Schlein. Abbiamo un bacino estremamente ampio al quale rivolgerci per riformare l’Ue e per rafforzare l’Italia in Europa. Sono questi i due nostri obiettivi in vista delle prossime Europee: da un lato vogliamo rinnovare le istituzioni comunitarie, che troppo a lungo hanno subito il condizionamento di burocrati e pseudo ambientalisti; dall’altro, come pilastro del Ppe in Italia, vogliamo portare più consensi alla famiglia dei popolari che sarà comunque determinante per la formazione di una maggioranza. Abbiamo anche lanciato un appello, che sta raccogliendo molte importanti adesioni, rivolto a tutte le forze moderate, civiche. liberali e riformiste per convergere sulla lista del Partito Popolare Europeo di cui il nostro movimento è espressione in Italia. Più cresce Forza Italia, più il nostro Paese sarà forte in Ue. L’Italia può aspirare anche a una vicepresidenza mettendo così al centro dell’agenda Ue i temi più cari al nostro Paese. Il voto utile è allora quello a favore di un progetto politico, come il nostro, capace di incidere realmente sugli equilibri europei e di tracciare la rotta della crescita, della difesa comune, della sicurezza e del lavoro. Forza Italia darà tutto il suo contributo per costruire finalmente un’Europa dei popoli.

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