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    Il DDL sulla disforia di genere: nuove disposizioni sui percorsi di transizione

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    Il 4 agosto, il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge, proposto dai ministri Schillaci e Roccella, che introduce norme sull’appropriatezza prescrittiva e sull’uso corretto dei farmaci per la disforia di genere. Il testo solleva interrogativi profondi, tra tutela della libertà individuale e timori per derive mediche o sociali, tra diritto all’autodeterminazione e ruolo dello Stato nei percorsi di transizione. Presentato come misura di tutela della salute, il provvedimento ha acceso un ampio dibattito pubblico e politico, dividendo l’opinione tra chi lo considera un passo necessario per garantire maggiore cautela e chi lo interpreta come un ostacolo ideologico all’autodeterminazione. 

    Il testo del provvedimento 

    “Alla luce delle attuali direttive dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e del parere del Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB), in considerazione del dibattito sviluppatosi in materia a livello internazionale e della incompletezza dei dati disponibili in relazione ai trattamenti per disforia di genere nei minori in Italia, il disegno di legge introduce disposizioni per un efficace monitoraggio dei dati e a tutela della salute dei minori.” Viene dunque istituito un registro nazionale, gestito dall’AIFA, per monitorare le prescrizioni e gli effetti di questi farmaci. I dati, raccolti con cadenza semestrale – relativi a diagnosi, percorsi terapeutici, eventuali comorbilità e follow-up clinico – saranno trasmessi al Ministero della Salute, mentre i farmaci saranno distribuiti esclusivamente tramite le farmacie ospedaliere. 

    Il testo stabilisce inoltre che la somministrazione di farmaci bloccanti della pubertà o di ormoni mascolinizzanti/femminilizzanti ai minori potrà avvenire solo dopo una diagnosi da parte di una équipe multidisciplinare e il completamento di percorsi psicologici e terapeutici adeguati. In assenza di protocolli ufficiali, sarà necessario ottenere l’autorizzazione preventiva del Comitato etico pediatrico nazionale. Il disegno di legge prevede infine l’istituzione di un tavolo tecnico per la valutazione del rapporto semestrale dell’AIFA e la trasmissione al Parlamento di una relazione di cadenza triennale.

    La reazione delle associazioni 

    L’obiettivo dichiarato dal governo è garantire un uso appropriato dei trattamenti, ma il disegno di legge ha già suscitato ampie critiche: secondo molti osservatori, rischia di ostacolare l’accesso alle cure, burocratizzare i percorsi e violare la privacy e i diritti delle persone transgender, soprattutto se minori. Un ddl, dunque, che sta sollevando preoccupazioni e dubbi circa le problematiche che la sua messa a terra comporterebbe. 

    Secondo alcuni attivisti e associazioni che da anni si occupano di diritti di persone trans, più che offrire soluzioni concrete e rispettose della complessità delle esperienze di genere, il provvedimento rischia di irrigidire il confronto pubblico e di rafforzare stereotipi, con possibili ricadute negative sulla vita di chi già oggi affronta un percorso difficile e spesso invisibile.

    Le realtà in oggetto temono, in particolare, che il registro nazionale rappresenti una forma di schedatura e che il controllo centralizzato, unito all’obbligo di autorizzazione del Comitato etico, finisca per delegittimare i percorsi di affermazione di genere, con effetti negativi sulla salute psicologica dei giovani coinvolti. Le critiche si concentrano anche sull’impostazione ideologica del provvedimento, percepito come più repressivo che realmente tutelante.

    Farmaci: condizioni di somministrazione

    Il disegno di legge prevede che la somministrazione dei farmaci ai minori sia subordinata non solo a una diagnosi da parte di una équipe multidisciplinare e a specifici percorsi terapeutici, ma anche all’acquisizione del consenso informato, espresso secondo le modalità previste per i trattamenti sanitari sui minori. Il rapporto triennale previsto dal disegno di legge sulla disforia di genere, redatto dal tavolo tecnico nazionale e trasmesso al Parlamento, dovrà contenere una valutazione complessiva dell’applicazione della normativa

    In particolare, quest’ultimo includerà i dati raccolti dal registro nazionale relativi alla prescrizione e al monitoraggio dei farmaci, l’analisi dell’appropriatezza prescrittiva rispetto ai protocolli clinici, nonché una verifica dell’efficacia delle misure adottate in termini di tutela della salute dei minori. Il rapporto potrà inoltre formulare proposte di aggiornamento normativo o operativo, sulla base delle criticità emerse nel tempo.

    Il Garante per l’infanzia: “un importante passo avanti”

    “Il disegno di legge sul trattamento della disforia di genere nei minori la cui bozza, a firma dei ministri Eugenia Roccella e Orazio Schillaci, è stata approvata ieri dal Consiglio dei ministri, costituisce un importante e necessario passo avanti nella tutela della salute fisica e psicologica di bambini e adolescenti.” Così Marina Terragni, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, che esprime soddisfazione in merito al lavoro svolto. 

    “I principi affermati dal ddl, che regola l’utilizzo dei bloccanti della pubertà e degli ormoni cross-sex nelle persone di minore età – obbligo di una diagnosi multidisciplinare, documentazione di eventuali percorsi psicoterapeutici, accesso ai farmaci solo previa autorizzazione del Comitato etico pediatrico nazionale, registro aggiornato dei dati a cura dell’Agenzia italiana del farmaco, Aifa – sono gli stessi che nella stragrande maggioranza delle nazioni, dal Brasile ai Paesi Bassi, dal Regno Unito a molti Stati americani, stanno orientando il passaggio dalla cosiddetta ‘terapia affermativa’ farmacologica e chirurgica a un approccio olistico e ispirato alla cautela e alla salvaguardia della salute”, aggiunge infine la Terragni. 

    Dibattito politico e divisioni sul disegno di legge

    Le reazioni politiche al disegno di legge sono state fortemente divisive. La maggioranza di governo ha difeso il testo in quanto passo necessario per tutelare la salute e garantire un controllo rigoroso sull’uso dei farmaci nei percorsi di transizione per i minori, sottolineando l’importanza di prevenire abusi e garantire percorsi terapeutici adeguati. Al contrario, l’opposizione ha criticato il provvedimento, definendolo un intervento ideologico che rischia di limitare l’autodeterminazione delle persone transgender e introdurre ostacoli burocratici e restrizioni eccessive

    Il dibattito politico rimane acceso e polarizzato, riflettendo le tensioni sociali sul tema. “Il Governo Meloni si spinge oltre ogni limite”, denuncia Alessandro Zan, europarlamentare e responsabile Diritti nella segreteria del Partito Democratico. “Non è dato sapere chi comporrà questo comitato – avverte – e il rischio che si trasformi in un tribunale politico è altissimo”. Zan sottolinea inoltre:le persone trans non smetteranno di esistere perché lo Stato rende loro più difficile vivere. Questo disegno di legge va ritirato immediatamente. Lo contrasteremo con tutte le nostre forze.”

    Conclusioni 

    Il disegno di legge sulla disforia di genere, pur presentandosi come uno strumento di tutela della salute dei minori, solleva interrogativi profondi sul bilanciamento tra protezione e autodeterminazione. La complessità del tema richiede risposte fondate su evidenze scientifiche, ascolto delle persone direttamente coinvolte e rispetto dei diritti fondamentali. Il confronto politico e sociale dimostra quanto sia necessario affrontare la questione con responsabilità, evitando semplificazioni ideologiche e scelte che rischiano di marginalizzare ulteriormente chi già vive situazioni di vulnerabilità. 

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