spot_img
Altro
    HomeItaliaScuolaIl diritto, il fantasma della scuola

    Il diritto, il fantasma della scuola

    Pubblicato il

    spot_img

    Al centro del nostro vivere associato, il diritto è una delle materie più importanti ed utili per destreggiarsi nel complicato e labirintico mondo che ci circonda: pieno di norme, regole, divieti e codici. Se non stupisce che la facoltà di Giurisprudenza sia tra le più popolate del panorama universitario nazionale, al contrario ci induce a serie riflessioni la quasi totale assenza del diritto tra le materie delle Scuole Superiori. Il motore del presente articolo, dunque, sarà chiedersi: che utilità ha l’insegnamento del Diritto nei Licei? Come funzionano le cose ora? Occorre cambiare?

    Utilità

    Il primo punto è tanto chiaro quanto condiviso. È evidente che la materia di cui discorriamo serva in tutte le vicende che ci riguardano, dal contratto che concludiamo ogni giorno in edicola, prezzo contro giornale, all’acquisto di un bene mobile tramite assegno. Dal pagamento di una multa per eccesso di velocità a quello dell’IRPEF. Da un matrimonio ad una successione: tutto è diritto. Conoscere, anche in modo sommario, ma senza mai cadere nella superficialità, gli istituti più rilevanti non può che giovare ai giovani ragazzi che si affacciano per la prima volta al mondo degli adulti, intriso di responsabilità, diritti e doveri. Un mondo in cui si arriva improvvisamente, catapultati dall’incedere lesto del tempo che passa. Pieni di speranze e sogni, ma anche di dubbi e preoccupazioni. Cosa sono le tasse? Come funzionano gli assegni? E un contratto di lavoro? Che tutele ho? Cosa devo fare? Cosa non devo fare? Sono tutti interrogativi che si fiondano, col peso dell’ignoto, sulle menti dei diciottenni che si affacciano al futuro.

    Domande che tutti si pongono e alle quali desiderano dare risposta. Chi scrive crede che tutti cerchino le soluzioni, oltre che in famiglia, nel posto che, insieme a quest’ultima, è deputato alla loro formazione: la scuola. Qui, però, inizia il problema. Questa, infatti, se non con poche eccezioni, non se ne occupa. Al di là di un generalissimo e frammentato insegnamento di Educazione Civica e di qualche ora negli indirizzi più tecnici, non troviamo nulla. Situazione certamente confliggente con il suo obiettivo primario: formare gli uomini e i cittadini del domani. I Liceo non sono nozionifici, non sono luoghi asettici dove impartire conoscenze autoreferenziali valutate sulla base della quantità. Si tratta di palestra, di allenamento, di crescita. Qualcuno potrebbe dire che è sbagliato pensare che le materie scolastiche debbano necessariamente essere funzionalizzate. Che esse hanno valore ex se, pena il rischio di svalutare la cultura ed il pensiero a mero strumento e non a fine.

    L’uomo, che tende naturalmente al sapere, si nobilita ed ingentilisce quando conosce. Si eleva da una condizione animale per abbracciare la luminosità intellettuale che lo distingue dalle bestie: “…fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza” diceva il Poeta. E non possiamo che essere d’accordo con detta impostazione. Vero è, però, che sapere per sapere resta un’attività svolta per una funzione. Occorre allora distinguere la funzionalizzazione lavorativa da quelle intellettuale. Credere che studiare debba solo servire a prepararsi al mondo del lavoro contro credere che serva solo a sapere. Tra i due estremi, in medio stat virtus. Certamente è importante avere uno sguardo sulle necessità della vita adulta, ma questo non deve comportare che si finisca per creare solo della forza lavoro: al centro deve restare la crescita delle persone. Dall’altra parte, è vero che arricchirsi e formarsi come uomini è il momento nodale del percorso scolastico, ma sarebbe sbagliato estraniarsi dalla realtà e chiudersi in una torre d’avorio di eruditismo. E proprio nel punto di intersezione delle due visioni, secondo noi, può collocarsi il diritto. Utile al lavoro e alla crescita.

    Sotto il primo profilo, indubbiamente, o perché si potrebbe essere un abile giurista o perché, comunque, lo studio fornirebbe gli strumenti per entrare nelle dinamiche giuste anche in altri settori. Sotto il secondo aspetto, invece, possiamo affermare che il diritto è materia che postula una grandissima capacità di riflessione. Ci chiede di accogliere una forma della mente giuridica, in grado di orientare il nostro sguardo sul mondo. Ci offre un metodo di analisi del circostante, interrogandoci sul giusto e sullo sbagliato, sul lecito e l’illecito, usando la logica, i sillogismi, la retorica. Ci chiede di giudicare, bilanciare, riflettere. Ecco perché l’utilità.

    Il quadro attuale

    Chiarito il primo punto, è tempo di passare al secondo. Ora cosa si fa nelle scuole?
    Nel 2010 è stata istituita l’opzione Economica – Sociale del Liceo delle Scienze Umane, il punto più alto raggiunto attualmente in questa materia. Tra tutti gli indirizzi degli Istituti Superiori, quindi, solo uno prevede nel monte ore settimanale l’insegnamento del Diritto e dell’Economia.

    In altri contesti, quali il Liceo Sportivo e gli Istituti Tecnici e Professionali nell’ultimo triennio, invece, sono dedicate delle ore alla materia, ma con un taglio eccessivamente riduttivo, prendendola in considerazione solo per gli aspetti che rilevano nelle specifiche discipline caratterizzanti. In tutte le altre realtà, invece, la forma più vicina all’insegnamento della materia è l’Educazione Civica, che non ha una cattedra, essendo trasversale e prevedendo un minimo di trentatré ore annuali. Questo significa che ogni docente, all’interno delle ore della propria materia, deve dedicare dello spazio a dei moduli sul Diritto e l’Economia. Quindi poche ore, frammentate e con programmi svolti da tutti i docenti, ognuno col suo approccio, col rischio che la materia venga trasmessa male e non sia circondata dall’importanza che riveste. In più, nella scuola ci sono circa 8.000 precari della classe di concorso A-46, ovverosia scienze giuridiche ed economiche. Non sarebbe forse il caso di introdurre una vera e propria cattedra con docenti specializzati?

    Occorre cambiare

    In conclusione, dunque, ci sembra doveroso auspicare che si intervenga nel settore per dare al diritto la centralità che merita nelle aule scolastiche. In un modo dominato dal pensiero veloce e dai grandi mezzi di comunicazione di massa, capaci di veicolare messaggi e orientare le opinioni, diventa sempre più importante avere gli strumenti per indagare e conoscere la realtà, il suo funzionamento. Per sapere ciò che ogni cittadino dovrebbe sapere. La Scuola, in questo, non può fallire. Non di nuovo.

    Articoli recenti

    I volenterosi riuniti a Parigi. Meloni contraria all’invio di truppe in Ucraina

    Dopo il vertice di agosto, giovedì 4 settembre c’è stato un nuovo incontro a...

    Punire non basta: il paradosso del carcere e dell’isolamento

    Le mura, le sbarre e le celle sono la traduzione materiale di un’idea politica...

    Vertice Trump-Nawrocki: verso più militari statunitensi in Polonia

    Visita del presidente polacco Karol Nawrocki a Washington, dove ha incontrato il presidente statunitense...

    Il sodalizio Putin-Xi per sovvertire l’ordine globale

    Era il 2015 quando la parata militare per commemorare la vittoria cinese sul Giappone...