Alle elezioni amministrative del 25 e 26 maggio, il centrosinistra unito, il cosiddetto campo largo, vince e convince gli elettori conquistando Genova e Ravenna. Mentre in quest’ultimo caso la buona riuscita della coalizione guidata da Alessandro Barattoni sembrava essere quasi preannunciata – complice la storia elettorale che, dal 1993, vede trionfante il centrosinistra – il destino del capoluogo ligure era tutt’altro che scontato, ed è per questo che il vantaggio di Silvia Salis non ha potuto che essere accolto con entusiasmo. Che abbia forse inciso una campagna elettorale fatta cavalcando l’appello all’astensionismo in vista dei referendum dell’8 e 9 giugno?
La vittoria di Silvia Salis
A Genova, Silvia Salis – esponente della coalizione di centrosinistra – con il 51,48% dei voti racimolati, ha battuto Pietro Piciocchi – fino ad oggi sindaco facente funzioni date le dimissioni presentate da Marco Bucci – sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati – Bucci – Orgoglio Genova, UDC e PSI – Democrazia Cristiana, fermo al 44,20%.
Niente da fare, invece, per gli altri candidati: Mattia Crucioli, di Uniti per la Costituzione, e Antonella Marras, di Sinistra Alternativa, si fermano poco dopo l’1%, mentre Francesco Toscano, Raffaella Gualco e Cinzia Ronzitti – rispettivamente Democrazia Sovrana Popolare, Genova Unita e Partito Comunista dei Lavoratori – si attestano sotto il punto percentuale. Riconoscendo la sconfitta subita, Piciocchi ha raggiunto telefonicamente la neoeletta Sindaca Salis, complimentandosi per la vittoria ottenuta “con grandi numeri”.
Il voto a Ravenna
A Ravenna, invece, è stata schiacciante la vittoria ottenuta da Alessandro Barattoni, candidato di centrosinistra, che con il 58,15% dei voti ha così battuto Nicola Grandi, candidato espresso da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Viva Ravenna, attestato al 25,05%. A scrutinio ancora in corso, Barattoni non ha fatto mancare il suo commento a caldo, dicendosi “già al lavoro per la Ravenna dei prossimi dieci anni, le priorità su cui si comincerà a lavorare sono il Porto e il confronto con gli altri sindaci della Romagna per l’Alta Velocità ferroviaria“.
Le reazioni
Immediate le reazioni dei direttivi nazionali. Elly Schlein ha espresso le sue congratulazioni per la vittoria di Silvia Salis e Alessandro Barattoni: “Dopo una bellissima campagna tra le persone, due straordinarie vittorie al primo turno a Genova e a Ravenna, con Silvia Salis e Alessandro Barattoni, cui vanno il nostro abbraccio e gli auguri di buon lavoro. Con il PD che cresce di 8 punti rispetto alle ultime elezioni ed è primo partito. Vinciamo anche ad Assisi con Valter Stoppini e sono ottimi i risultati di Taranto, dove andremo al ballottaggio nettamente in vantaggio. Ormai è chiaro, il centrodestra esulta per i sondaggi, noi vinciamo le elezioni“.Sulla stessa linea anche Matteo Renzi, leader di Italia Viva: “I dati delle amministrative dimostrano che quando il centrosinistra è unito e ha candidati credibili vince. Praticamente ovunque”.
La sconfitta del centrodestra e l’astensionismo
Viene spontaneo chiedersi se i numeri racimolati dal centrodestra possano essere stati in qualche misura influenzati dalla campagna referendaria perpetrata dalla stessa coalizione in vista dei referendum dell’8 e 9 giugno. Seguendo questa linea, è probabile che l’elettorale attivo – vista l’affluenza alle urne e mettendo in conto l’eventuale secondo turno elettorale in giorni ed orari concomitanti ai referendum – sia stato fuorviato dall’appello all’astensionismo dai cinque quesiti referendari lanciato dal Governo, decidendo quindi di non esercitare affatto il diritto di voto oppure votare per l’esponente diametralmente opposto alla linea di continuità con l’amministrazione uscente.
La storia politica di Genova
Analizzando poi lo storico elettorale di Genova, i dati parlano chiaro: a partire dal 1993 – anno a partire da cui il primo cittadino è stato eletto direttamente dai cittadini – la città ligure è stata guidata cinque volte da giunte di centrosinistra e due volte da giunte di centrodestra. Negli ultimi anni, però, il vantaggio dell’opposizione pareva essere stato ridotto, complice la vittoria di Marco Bucci nelle elezioni amministrative del 2017 e del 2022, cui va poi sommata la guida della Regione affidata a Giovanni Toti, esponente afferente sempre all’area di centrodestra.
Importante ricordare che il voto amministrativo è giunto in un momento estremamente delicato per la politica locale: dopo la vicenda giudiziaria che ha condotto Giovanni Toti prima agli arresti domiciliari e poi alle dimissioni da Presidente di Regione, il centrodestra necessitava di conferme, o meglio di nuove ripartenze, in parte effettivamente ottenute con la candidatura di Marco Bucci alle Regionali e la sua successiva elezione a Governatore.
Sulla scia della crisi sopraggiunta nella maggioranza regionale, altri segnali di “soffocamento” erano divenuti palesi analizzando i dati delle elezioni regionali centrati a livello locale: malgrado il passaggio di Marco Bucci al palazzo regionale, a Genova aveva prevalso Andrea Orlando, candidato della coalizione di centrosinistra, con il 52% delle preferenze.
Resta ora da capire se le aspettative degli elettori, delusi dalla precedente amministrazione, verranno effettivamente soddisfatte.
20250204