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    Francia, l’8 settembre il voto di fiducia al governo Bayrou

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    L’8 settembre, il governo francese guidato dal primo ministro François Bayrou dovrà affrontare il voto di fiducia all’Assemblea nazionale. In un momento caratterizzato da consistenti difficoltà economico-finanziarie, la bocciatura del piano di risparmi da circa quarantaquattro miliardi di euro ha innescato una nuova crisi politica, che potrebbe portare al crollo dell’esecutivo.

    La scommessa di Bayrou

    Lunedì 25 agosto, il leader transalpino ha sorprendentemente annunciato il voto di fiducia, in modo tale da ottenere la maggioranza e l’approvazione della manovra finanziaria da lui proposta. Una mossa coraggiosa, considerando che l’operato svolto fino ad ora viene giudicato negativamente da molti deputati della camera bassa, e anche dalla popolazione civile, che addossa le colpe della crisi socioeconomica all’attuale squadra di governo. 

    Bayrou ritiene invece di avere delle buone chances di poter continuare a guidare il Paese e di affrontare le difficoltà, convinto che il piano di austerità e le riforme possano essere un antidoto efficiente contro la grave emergenza economica. Questa scommessa però risulta molto complessa da vincere, trattandosi di un esecutivo che non gode di una maggioranza, costretto a dover far fronte ad un’impasse politico-istituzionale che non permette di operare con efficienza.

    Qualora l’esecutivo dovesse effettivamente cadere, la Francia entrerebbe in una spirale politica senza precedenti, e sarebbe chiamata ad affrontare le sfide interne e le minacce internazionali con grande incertezza.

    Il sostegno di Macron

    Il Presidente della Repubblica Emmanuel Macron ha espresso il suo supporto al primo ministro e ha intimato i partiti ad agire con responsabilità, pensando principalmente al bene del Paese. È chiaro che, qualora la sfiducia all’esecutivo dovesse concretizzarsi, per il Capo di Stato sarebbe un esito tragico, dato che sarebbe chiamato a prendere una decisione estremamente complessa. 

    L’opzione più probabile potrebbe essere la nomina di una nuova guida governativa, che diventerebbe così la terza dall’inizio dell’anno. Inoltre, è lecito ritenere che quasi certamente non godrebbe della maggioranza parlamentare. Lo scioglimento dell’Assemblea nazionale potrebbe essere un ulteriore possibile scenario, non apprezzato però dal Presidente, il quale ha già dichiarato che si tratta di una eventualità che intende scongiurare.

    Alternativamente, potrebbero entrare in gioco le dimissioni, richieste a gran voce dal leader dei radicali Jean-Luc Mélenchon. Macron, però, ha precedentemente espresso il desiderio di rimanere in carica fino al 2027, anno in cui si registra la scadenza del suo mandato.

    La crisi economica

    Le cause che hanno portato all’impasse politico-istituzionale sono principalmente di natura economica. La bilancia dei pagamenti francese si trova oggi in una pesante condizione di squilibrio, la quale comporta l’incremento del debito pubblico, che sul lungo periodo potrebbe diventare insostenibile. Per ridurre il deficit, la ricetta di Bayrou prevede politiche di austerity, restrittive, con tagli alla spesa pubblica. 

    È chiaro che misure di questo tipo richiederebbero importanti sacrifici alla popolazione, che negli ultimi anni ha vissuto diversi momenti di difficoltà e non intende continuare ad effettuare ulteriori sforzi per favorire un risanamento del bilancio. L’indizione di nuove tasse, secondo il Primo ministro, porterebbe ad una diminuzione del sovraindebitamento del Paese. 

    Il piano di bilancio per il 2026 di circa quarantaquattro miliardi viene visto come una concreta soluzione capace di risanare il disequilibrio; permetterebbe alla Francia di rilanciare la sua posizione sui mercati finanziari, attraendo maggiormente gli investitori internazionali, i quali in questo momento sono comprensibilmente restii a trasferire qui i propri capitali. L’opposizione parlamentare è contraria alle manovre proposte, e difficilmente fornirà la possibilità di poterle mettere in atto. 

    Conclusioni

    Tra pesanti difficoltà economiche e instabilità istituzionale, la Francia si appresta ad affrontare il futuro con molta incertezza. L’8 settembre sarà una giornata fondamentale per la storia moderna del Paese, in quanto determinerà il suo indirizzo politico. Macron è chiamato ad affrontare questa complessa situazione con saggezza, affidandosi all’esperienza e alle competenze acquisite in questi anni.

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