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    Freedom Flotilla: Israele espelle alcuni attivisti (anche la Thunberg), altri in stato di fermo

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    Dei dodici attivisti presenti a bordo del veliero Madleen dell’ONG Freedom Flotilla Coalition, quattro hanno accettato il rimpatrio, tra cui anche Greta Thunberg, Altri otto, invece, dovranno comparire davanti all’autorità giudiziaria. 

    L’arrivo al porto di Ashod

    Nelle prime ore del 9 giugno, dopo un lungo viaggio, non privo di ostacoli e problematiche, il veliero Madleen è stato abbordato dalle forze israeliane dopo aver rifiutato l’ordine di cambiare rotta, e successivamente dirottato verso il porto di Ashdod, in Israele, ove è giunto in serata. Diversi i video diffusi dai 12 attivisti a bordo, intesi quali modalità di narrazione degli eventi in corso. “È stato un attacco pirata, hanno intercettato la nostra imbarcazione in alto mare, ci hanno bloccati violando il diritto internazionale”, ha dichiarato l’attivista Sergio Toribio.

    Tutto ciò ha destato non poche perplessità, come affermato da Huawaida Arraf, organizzatrice della Freedom Flotilla: “Israele non ha l’autorità legale per trattenere i volontari internazionali a bordo della Madleen […] Questi volontari non sono soggetti alla giurisdizione israeliana e non possono essere criminalizzati per aver fornito aiuti o contestato un blocco illegale”. 

    Hamas ha condannato il sequestro della nave dichiarando: “rendiamo omaggio ai coraggiosi attivisti di varie nazionalità che hanno resistito con fermezza alle minacce e hanno ribadito che Gaza non è sola”. 

    Il rimpatrio

    Il 10 giugno, i 12 attivisti sono stati trasferiti all’aeroporto Ben-Gurion di Tel Aviv per essere rimpatriati. Del gruppo originario, solo 4, tra cui la famosa Greta Thunberg, in volo verso la Svezia, hanno accettato il rimpatrio, firmando il formulario di partenza volontaria, mentre gli altri 8, di cui 5 francesi, “saranno portati davanti a un’autorità giudiziaria, in conformità con la legge israeliana”, come affermato dal Ministero degli Esteri israeliano. Nell’attesa di comparire davanti al giudice gli 8 attivisti sono stati trasferiti al centro di detenzione di Ramle, e con molta probabilità anch’essi verranno rimpatriati dopo la sentenza. 

    Greta Thunberg, atterrata all’aereoporto di Parigi Charles de Gaulle, ha riferito alla stampa: “siamo stati rapiti in acque internazionali e portati in Israele contro la nostra volontà”, continuando “è stato tutto molto caotico e non sapevo cosa stesse accadendo […] non c’è assolutamente nessun paragone rispetto a quello che le persone stanno passando in Palestina e in particolare a Gaza”.

    Le risposte di Parigi e Madrid

    Per i cittadini francesi, Parigi si è subito mobilitata per assicurare loro la necessaria protezione consolare di cui hanno diritto. In più, “il Presidente della Repubblica ha chiesto di consentire al più presto il rientro in Francia dei nostri sei cittadini francesi la cui imbarcazione è stata intercettata al largo della Striscia di Gaza dalle autorità israeliane”. Parimenti, anche le autorità spagnole non hanno tergiversato per fornire supporto all’attivista spagnolo Sergio Toribio, convocando l’incaricato d’affari di Israele, Dan Poraz, a Madrid. 

    Le accuse di violazione del diritto internazionale nei confronti di Israele non sono poche, come ha affermato anche Francesca Albanese, relatrice Onu sui territori occupati palestinesi, secondo cui “si è trattato di un’incursione illegale in acque internazionali”. Tutti i paesi coinvolti – tra cui Gran Bretagna e Francia – hanno esortato Israele al rispetto del diritto umanitario internazionale.

    Mentre il presidente francese Macron ha riferito di ritenere il blocco imposto a Gaza “una vergogna”, le forze israeliane hanno invece provveduto, tramite video, messaggi e comunicati, a far sapere che gli attivisti, durante tutto il tragitto di approdo verso Ashdod, erano in buone condizioni di salute. 

    Conclusioni

    Nei prossimi giorni si dovrebbero svolgere i procedimenti per gli 8 attivisti che hanno rifiutato il rimpatrio, ma è altamente improbabile che i giudici israeliani impediscano il rientro nei rispettivi Paesi. Alla luce di quanto accaduto, è da domandarsi se questo evento avrà conseguenze diplomatiche sul conflitto israelo-palestinese, soprattutto dopo le parole e il sostegno dei rispettivi governi nei confronti dei loro cittadini. Hamas ne beneficerà? Ma soprattutto, spedizioni di questo tipo continueranno?

    20250222

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