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    Le esequie di Papa Francesco, il pastore degli ultimi

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    Oggi si sono svolti i funerali di Papa Francesco, 266° successore di Pietro alla guida della Chiesa. Alle esequie pontificali erano presenti diversi Capi di Stato e di Governo: Donald Trump, Volodymyr Zelensky, Giorgia Meloni, Sergio Mattarella, Emmanuel Macron, Javier Milei e il Principe William. Alcuni di questi, precedentemente, non avevano mostrato grande simpatia o stima per il Papa degli ultimi.

    Gli assenti ai funerali di Papa Francesco

    Tra i grandi assenti al funerale, il Primo Ministro spagnolo, Pedro Sánchez, che ha scelto di delegare ai Reali di Spagna la rappresentanza ufficiale, ma anche Benjamin Netanyahu e Vladimir Putin, entrambi limitati nei rispettivi spostamenti dai mandati di arresto emessi dalla Corte Penale Internazionale, ma soprattutto da tempo invisi a Papa Francesco, che non ha mai mancato di esprimere il suo disappunto per gli orrori della guerra a Gaza e in Ucraina.

    Papa Francesco, soprattutto nell’enciclica Laudato Si’, si è sempre schierato contro ogni forma di autocrazia, spendendo parole a favore degli ultimi e promuovendo i valori dell’inclusione. Era assente anche Xi Jinping, in quanto la Cina non intrattiene relazioni diplomatiche formali con la Santa Sede.

    L’incontro tra Trump e Zelenksy

    Anche nel giorno delle sue esequie, Papa Francesco è divenuto mediatore dei grandi processi globali. Poco prima del funerale, infatti, Trump e Zelensky si sono incontrati per discutere del conflitto russo-ucraino. La Casa Bianca ha definito l’incontro “molto produttivo”.

    Sembra quasi un segno divino: nel settimo giorno dell’Ottava di Pasqua e dopo lo scontro avvenuto durante il loro ultimo incontro alla Casa Bianca, oggi i due leader si sono ritrovati seduti su due semplici sedie, come due “parrocchiani”, in perfetto stile bergogliano. Semplicità e schiettezza: due aspetti fondamentali che hanno contraddistinto papa Francesco nei suoi dodici anni di pontificato.

    L’opposizione interna

    I funerali di Papa Francesco non sono stati solo un momento di lutto globale, ma anche un’occasione per riflettere sulle tensioni che hanno attraversato il suo pontificato. Ai funerali erano presenti diversi leader politici e religiosi che, in vita, non hanno mai nascosto il loro disappunto nei confronti della visione del mondo promossa da Papa Francesco.

    All’interno della Chiesa cattolica, tra i cardinali che hanno apertamente contestato Francesco si ricordano Raymond Leo Burke, uno dei principali oppositori interni, che ha criticato con forza l’approccio pastorale del Papa, in particolare sull’esortazione apostolica Amoris Laetitia, riguardante la comunione ai divorziati risposati. Anche Walter Brandmüller, Carlo Caffarra e Joachim Meisner hanno espresso riserve, inviando al Papa i noti “dubia”, una serie di domande volta a sollevare dubbi sulla coerenza dottrinale dell’esortazione. A loro si aggiunge Gerhard Müller, già prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che più volte ha manifestato perplessità circa la direzione intrapresa dal pontificato, pur mantenendo toni più istituzionali.

    Il fronte politico

    Anche sul fronte politico non sono mancati i contrasti. Donald Trump ebbe numerosi scontri verbali con Francesco, soprattutto su temi come l’immigrazione e l’ambiente. Il Papa criticò apertamente la politica dei muri voluta da Trump, sostenendo che “chi costruisce muri e non ponti non è cristiano”.

    Giorgia Meloni, pur mantenendo sempre toni rispettosi verso il Papa, ha spesso sostenuto politiche migratorie restrittive e si è mostrata scettica su molte delle tematiche sociali e ambientali care a Francesco, posizionandosi su un piano politico distante. Javier Milei, presidente argentino, aveva addirittura insultato il Papa definendolo “imbecille” e “rappresentante del maligno sulla Terra”. Successivamente, incontrando Francesco, Milei si è scusato, ricevendo il perdono del Pontefice, che definì quelle offese come “errori di gioventù”.

    La partecipazione di questi leader al funerale, dunque, testimonia quanto il messaggio del Pontefice sia riuscito a scuotere anche chi non condivideva pienamente la sua visione.

    I segni voluti da Francesco

    Anche nel giorno del suo funerale, Papa Francesco ha voluto lasciarci un esempio: la volontà di stare in mezzo alla gente fino alla fine, tornando in Piazza San Pietro, visitando i carcerati e chiedendosi ancora una volta “perché loro e non io”, fino alla benedizione Urbi et Orbi di Pasqua.

    Il Papa ha voluto sottolineare il suo essere un semplice pastore e non un regnante. Ha infatti rinunciato al rito tradizionale delle tre bare e agli ornamenti sulla tomba, optando per una sola bara e per una semplice iscrizione “Franciscus” su una lastra di marmo, a diretto contatto con la terra, a voler ribadire il suo legame profondo con la natura.

    Fedele al suo stile sobrio, Francesco ha scelto di essere sepolto con le sue consuete scarpe ortopediche nere, consumate dall’uso, rifiutando le tradizionali babbucce papali rosse, simbolo di potere.

    Inoltre, ha voluto che la sua sepoltura avvenisse non nel centro della Basilica di San Pietro, ma nella Basilica di Santa Maria Maggiore, tra la Cappella Paolina e la Cappella Sforza, un luogo a lui particolarmente caro per la sua devozione alla Madonna. Infine, come ultimo gesto di carità, Papa Francesco ha donato 200.000 euro dal suo conto personale al pastificio del carcere minorile di Casal del Marmo, che aveva visitato due volte durante il suo pontificato, per sostenere il reinserimento dei giovani detenuti.

    Il futuro della Chiesa

    Chiunque sarà chiamato a succedergli avrà un compito estremamente arduo. Non solo dovrà raccogliere l’eredità spirituale di un Papa che ha cambiato il volto della Chiesa rendendola più vicina agli ultimi, più umile e più attenta ai grandi temi globali come la povertà, l’ambiente e la pace, ma dovrà anche essere capace di parlare a un mondo sempre più diviso e disincantato, mantenendo viva quella tensione evangelica tra misericordia e verità che ha caratterizzato l’intero pontificato di Francesco.

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