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    Gaza, Trump spinge per la tregua. Hamas: “Netanyahu contrario”

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    Dopo aver posto fine al conflitto tra Israele e Iran, Trump sta spostando il suo sguardo su Gaza, facendo pressioni su Netanyahu affinché si trovi un accordo di tregua, esortando altresì l’annullamento del processo a carico del premier israeliano. 

    Accordi di Abramo

    Con un post su Truth, Donald Trump ha esordito con “fate l’accordo a Gaza. Riportate indietro gli ostaggi” Entro una settimana, il tycoon prevede di concludere l’accordo tra Hamas e Israele; di qui una presunta svolta nell’assetto mediorientale. Secondo il quotidiano Israel Hayom, il cessate il fuoco mira a rilanciare gli Accordi di Abramo, conclusi nel 2020 tra Emirati Arabi Uniti, Israele e Stati Uniti, estendendoli ad altri Paesi arabi, tra cui Siria e Arabia Saudita, per stabilire relazioni diplomatiche con il riconosciuto Stato di Israele

    La guerra a Gaza, secondo l’accordo, si dovrebbe concludere nell’arco di due settimane con la liberazione degli ostaggi. Liberata da Hamas, i cui leader dovranno essere esiliati in altri paesi, la Striscia sarà amministrata da quattro nazioni arabe, tra cui Egitto ed Emirati Arabi Uniti. Questo accordo porterebbe al tanto agognato riconoscimento del principio dei “due Stati” e quindi ad una – unicamente formale – indipendenza del territorio palestinese.

    Dichiarazioni di Hamas

    Nonostante appaia vicino il compromesso tra le due parti, i leader di Hamas non sono così favorevoli a riguardo. Mahmoud Mardawi, alto funzionario di Hamas, si è dichiarato contrario alla tregua, sostenendo che le condizioni proposte sono impossibili e che nella realtà dei fatti “Netanyahu non vuole un accordo”. Considerando gli attacchi verificatisi in data odierna a nord della Striscia, proprio quest’ultimo punto fa dubitare dell’effettiva volontà di Israele di mettere fine alle violenze.

    Attacchi recenti in Cisgiordania e a Gaza

    Dopo la riunione fallita di ieri per discutere le questioni relative alla tregua, in data odierna è stato indetto un nuovo vertice: tra i punti oggetto della discussione, la cacciata di Hamas e il consolidamento delle relazioni diplomatiche tra i Paesi della regione mediorientale. 

    Nel frattempo, l’esercito israeliano non ha arrestato gli attacchi. Oggi, infatti, si sono verificati raid aerei a Gaza: secondo gli ultimi aggiornamenti vi sono state 88 vittime, tra cui 3 bambini. Nella mattinata, Avichay Adraee, portavoce militare delle Idf, ha invitato i civili a “evacuare immediatamente verso sud”. 

    Rimane poi il fronte aperto in Cisgiordania, territorio in cui venerdì sera alcuni coloni israeliani si sono scagliati per protesta contro il quartier generale delle Forze di difesa di Binyamin; a ciò si aggiungono anche attacchi contro le forze di polizia ed atti vandalici commessi ai danni di alcuni veicoli. Questi disordini sarebbero stati causati dall’uccisione di un quattordicenne nei pressi del villaggio palestinese di Kafr Malik. “Condanniamo qualsiasi atto di violenza contro le forze di sicurezza dei residenti”, ha affermato l’Idf. 

    Trump chiede l’annullamento per il processo a Netanyahu 

    Per concludere il prima possibile la questione, il presidente Trump ha chiesto l’annullamento del processo per corruzione che grava su Benjamin Netanyahu. “In questo momento sta negoziando un accordo con Hamas, che includerà la restituzione degli ostaggi”, ha affermato il tycoon, preoccupato che la testimonianza, prevista nelle prossime due settimane, possa interferire con il processo di conclusione della tregua; al momento, il tribunale distrettuale di Gerusalemme ha rinviato l’udienza. Previsto inoltre a metà luglio un incontro tra Trump e Netanyahu per discutere sempre della questione mediorientale.

    Conclusioni

    L’accordo in questione, se effettivamente dovesse essere raggiunto, aprirebbe per il Medio Oriente una nuova era. La comunità internazionale attende di capire se le grandi proposte si riescano, nel concreto, a realizzare.

    Altro punto importante riguarda il percepito pubblico di Trump, con un possibile miglioramento della sua immagine internazionale nel caso in cui si dovesse arrivare ad un accordo di pace in Medio Oriente. Nei prossimi giorni capiremo meglio quanto la tregua sia realizzabile e se ci sarà una effettiva collaborazione dei paesi arabi per giungere alla pace.

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