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    Giovani in fuga dall’Italia: un problema insoluto

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    In Italia, uno dei principali dubbi delle nuove generazioni è se rimanere nel Belpaese o andare all’estero a creare il proprio futuro. Questa domanda affligge tutti i giorni migliaia di giovani, ma non la politica, che sembra fare orecchie da mercante quando si parla di giovani e futuro in Italia. Quest’ultima non parla alle nuove generazioni, e questo lo dimostrano anche le pochissime dichiarazioni rilasciate dai principali esponenti dei partiti a riguardo. 

    Giovani in fuga

    Immaginiamo un paese dove scuole, trasporti, ospedali funzionano, dove si vive con stipendi dignitosi e magari anche svolgendo meno ore di lavoro. Insomma, immaginiamo un paese perfetto, esiste? Non lo sappiamo con precisione, ma sicuramente questo non è l’Italia. Questi sono solo alcuni dei motivi per i quali i giovani italiani decidono di andare all’estero, a cercare tutte queste cose che la loro madrepatria oggi non può offrire. 

    Sicuramente tale fuga rappresenta una doppia sconfitta per il sistema, perché così facendo il Paese invecchia molto più velocemente e non può puntare su quei giovani su cui aveva investito risorse di vario tipo. 

    Come stanno le cose

    Dopo un rallentamento durante la pandemia, la fuga all’estero dei giovani italiani è ripresa a correre. In 13 anni, dal 2011 al 2023, nella fascia di età compresa tra i 18 e i 34 anni hanno lasciato l’Italia 550 mila ragazzi e sono rientrati solo in 172 mila, per un negativo di 378 mila giovani. Questi dati allarmanti pesano sull’investimento pubblico e delle famiglie al termine degli studi. Nei 13 anni considerati, sono andati in fumo 134 miliardi di euro e a beneficiarne sono gli stati di destinazione, che si trovano ragazzi giovani e pronti a far girare l’economia del relativo paese. 

    Se analizziamo il profilo di chi lascia l’Italia, i dati sono ancora più preoccupanti, perché se ne vanno un po’ tutti. Infatti, il 30% è senza diploma di scuola superiore, l’altro 30% possiede un diploma di scuola superiore e il restante 40% è laureato. 

    Analizzando dati più recenti e prendendo in considerazione il biennio 2022 – 2023, sono partiti 100mila ragazzi e rientrati solo 37 mila, per un negativo di 63 mila ragazzi in soli 2 anni. Nel 2024, invece, la situazione è peggiorata ancora di più, perché 156 mila giovani hanno lasciato il Paese, con un aumento del 36,5% rispetto all’anno precedente.

    Le motivazioni 

    Le reali motivazioni che spingono i giovani italiani ad andarsene sono molteplici, e non è solo una questione di ottenere uno stipendio più alto. Esistono due categorie di giovani che lasciano l’Italia: c’è chi emigra per necessità, in quanto desidera migliori opportunità di lavoro e una migliore qualità della vita, e chi emigra per scelta, perché cerca migliori opportunità di studio e formazione.

    Interessante è che la metà di chi ha lasciato l’Italia per necessità svolge mansioni per cui le imprese italiane denunciano mancanza di personale; in numeri parliamo di circa 130 mila giovani, la cui assenza ha un forte impatto sulle nostre aziende. I vari tagli a scuola, università, ricerca e sanità fatti negli anni dai vari governi certamente non aiutano a migliorare la situazione. 

    Prendiamo in considerazione la Germania, uno dei paesi più gettonati: quest’ultima nel 2022 ha investito in ricerca e sviluppo il 3,13% del suo PIL, mentre l’Italia è ferma all’1,33%. Il problema non sono solo gli investimenti da parte delle istituzioni, ma anche le condizioni di lavoro. Infatti, in un periodo dove il costo della vita è aumentato, gli stipendi degli italiani sono rimasti invariati. Se andiamo ad analizzare lo stipendio netto medio annuo in Italia, si aggira intorno ai 24mila euro, mentre in Germania siamo intorno ai 43 mila euro. Questo evidenzia come in Germania lo stipendio medio netto annuo sia più alto del 79% rispetto all’Italia.

    Le mosse della politica 

    Sul podio dei Paesi gettonati per l’espatrio troviamo il Regno Unito, la Germania e la Svizzera. Questi possono offrire ai giovani tutto quello che in Italia oggi manca. Di fronte a questi dati la domanda sorge spontanea: la politica cosa fa? Se da una parte, negli anni, i vari governi di ogni colore politico hanno provato a fermare l’emorragia dei cervelli in fuga, con sgravi fiscali e bonus per chi rientra in Italia, dall’altra parte sembra esserci un disinteresse generale. 

    Soltanto un’Italia che funziona in tutti i settori potrà trattenere i giovani, e forse potrebbero essere proprio questi a far funzionare il Paese. Tuttavia, ad oggi scarseggiano le misure a sostegno delle nuove generazioni.

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