Tra i talk organizzati in occasione della Pride Croisette dal Circolo Mario Mieli, sette giovani leader politici si sono confrontati, giovedì 11 giungo, con Sondaggi Bidimedia e Politica: un’occasione di dibattito e riflessione sui diritti LGBTQ+ e sulle discriminazioni sessuali.
Il pride come giornata di rivendicazione politica
Un dibattito intenso e ricco di spunti utili a capire le priorità delle giovani generazioni, desiderose di una maggiore rappresentazione politica e sociale, ma anche promotrici di un cambiamento che passa anzitutto per l’identità di genere e l’autodeterminazione.
Molti i dati commentati, primo tra tutti quello riguardante il pride inteso quale giornata di rivendicazione politica, un’affermazione accolta con favore dal 28% delle persone raggiunte dal sondaggio condotto da Bidimedia, che si contrappone ad un 42% che lo ritiene essere una “carnevalata”.
Numeri importanti anche quelli sottesi a chi, invece, crede che i diritti LGBTQ+ siano ormai acquisiti. Di opinione diametralmente opposta Isabella Alfano, esponente di Italia Viva, nonché Consigliera al Municipio VII di Roma: ogni qualvolta si smette di lottare, inevitabilmente il cammino verso l’effettiva parità e la lotta alle discriminazioni si interrompe.
L’ampliamento dei diritti
Tra i grandi temi toccati, il matrimonio egualitario, la gestazione per altri e le adozioni. Inevitabile a tal proposito il riferimento al ruolo e all’importanza della sensibilizzazione politica, la cui narrazione – se ben articolata, come ricordato da Valeria Campagna, Consigliera comunale a Latina in quota Partito Democratico – può disarticolare la disinformazione e, parimenti, portare maggiore chiarezza, nel pieno rispetto dell’interesse collettivo.
Discorso analogo per la gestazione per altri, tema rispetto a cui il 31% delle persone raggiunte ha riferito di non sapere quali sono le coppie che ne usufruiscono maggiormente, rendendosi di fatto incapaci di distinguere tra eterosessuali ed omosessuali.
Le politiche DEI all’interno delle aziende
Ma l’appello all’equità non riguarda soltanto questioni di carattere spiccatamente ideologico: tocca da vicino anche la quotidianità all’interno dei contesti lavorativi. Trasparenza e inclusione i due vettori fondanti le politiche DEI – Diversity & Inclusion – quali argini alle discriminazioni subite nel posto di lavoro, opportunità concrete e solidali accolte benevolmente da sempre più numerosi enti pubblici e privati italiani.
L’Italia è un Paese sicuro? Il ruolo dell’istruzione
Non meno importante anche l’indice di sicurezza avvertito dalle persone LGBTQ+ nelle città italiane. Sulla scorta della classifica elaborata da ILGA Europe, che pone il nostro Paese 35esimo su 49 Paesi europei nell’ambito dei diritti LGBTQ+, Marco Colarossi, Valerio D’Angeli, Gabriella Ferrara e Lorenzo Goppa – rispettivamente Consigliere regionale di Forza Italia, Social Media Manager di Azione, Co-portavoce Giovani Europeisti Verdi e Assessore all’Ambiente, Sostenibilità, Transizione ecologica e Politiche energetiche del Comune di Pavia in quota Movimento Cinque Stelle – hanno ricordato la persistenza di episodi discriminatori strettamente connessi all’identità di genere, vere e proprie urgenze sociali contrastabili per mezzo dell’istruzione.
L’educazione sessuo-affettiva nelle scuole
Come ultimo spunto di riflessione, l’introduzione sistemica dell’educazione sessuo-affettiva nelle scuole, un obiettivo che secondo Matteo Hallissey, Presidente di +Europa, non dovrebbe essere ulteriormente rimandato. Secondo Hallissey, permane una certa riluttanza a far entrare l’educazione alla sessualità nelle aule degli istituti di ogni ordine e grado, sullo stesso piano delle tante altre discipline previste.
20250225