Da dieci giorni a questa parte un violento terremoto sta scuotendo la Gran Bretagna. Gli incendi che divampano, le molotov che vengono lanciate, la violenza che dilaga e le migliaia di persone che riempiono le strade: questi i protagonisti delle prime pagine di tutti i quotidiani nazionali e internazionali. I Ministeri degli Esteri di alcune nazioni hanno addirittura segnalato il Paese come rischioso per i propri connazionali. Ma cosa sta succedendo nelle città britanniche e, soprattutto, perché?
Gli avvenimenti
Nella giornata di lunedì 29 luglio una notizia ha sconvolto tutti: durante un saggio di ballo
nella città di Southport, nel Nord dell’Inghilterra, undici bambini sono stati pugnalati (tre bambine a morte) da un ragazzo di diciassette anni proveniente da Banks nel Lancashire, ma originario di Cardiff. Come se non bastasse una tragedia simile, ancora prima che l’attentatore fosse riconosciuto dalle autorità competenti, alcuni gruppi di estrema destra lo avevano già appuntato come immigrato clandestino, scatenando polemiche sui social media e stimolando insulti razzisti. Tra i molti a commentare anticipatamente l’accaduto su X ci sono il tanto chiacchierato e criticato influencer anglo – americano Andrew Tate (che sarà processato per stupro, tratta di esseri umani e associazione a delinquere), ma anche il proprietario della piattaforma, Elon Musk, che lunedì ha addirittura parlato, esagerando, dell’inevitabilità di una guerra civile dopo ciò che è successo.
La situazione è peggiorata quando la furia online si è spostata nelle piazze, dando vita a marce anti – migranti, che si sono trasformate ben presto in veri e propri attacchi non solo a palazzi pubblici, vetrine e cassonetti, ma addirittura agli hotel che ospitano i richiedenti asilo (barricati al loro interno) e alle tombe musulmane, come è successo questa settimana a Plymouth e a Burnley. Quest’ultima era stata già protagonista delle proteste razziste diffusasi nel settentrione del Paese per mano dell’estrema destra nell’estate del 2001.
La cultura anti-islamica, anti-migratoria o semplicemente puramente razzista inquina sempre di più le acque britanniche. Basti pensare che Reform UK, il partito di estrema destra di Nigel Farage (propulsore tra le altre cose della Brexit), alle elezioni dello scorso 4 luglio ha vinto per la prima volta cinque seggi in Parlamento. La campagna elettorale del partito, tra le molte cose, era basata anche e soprattutto sul contrasto all’immigrazione.
Cosa dice il neo – eletto Keir Starmer?
L’ultima volta che il leader del Partito Laburista ha passato un guaio simile correva l’anno 2011. Un uomo di colore britannico aveva ucciso a colpi di pistola un altro uomo a Londra, causando giorni di intensa protesta violenta nella Capitale. All’epoca Starmer era Director of Public Prosecutions (l’equivalente del nostro Procuratore della Repubblica), e quindi la figura incaricata di gestire la situazione, così come lo è oggi nelle vesti di Primo Ministro. In quanto tale ha indetto riunioni straordinarie del Parlamento e dichiara di avere la situazione sotto controllo.
Ad oggi sono state arrestate all’incirca 400 persone e molte sono le manifestazioni anti-razziste createsi in risposta alla violenza degli scorsi giorni.
Il vero problema
La diffusione di bugie e disinformazione da parte dell’estrema destra dopo l’accoltellamento di Southport è solo un esempio della tattica generale che viene usata per cercare di trovare un colpevole non istituzionale agli enormi problemi che da anni affronta la Gran Bretagna: l’elevatissimo costo della vita, la crisi abitativo-immobiliare, la qualità pessima dei servizi pubblici, tutte situazioni che stanno costringendo sempre più persone e famiglie a usufruire dei banchi alimentari, trasformando il Paese in una “food bank nation”, per usare le parole dell’ex Primo Ministro laburista Gordon Brown. Il Trussel Trust, un’organizzazione benefica inglese che si occupa della lotta alla povertà, stima che nell’ultimo anno si sia raggiunta la cifra di 3 milioni di pasti distribuiti dai banchi alimentari alla persone bisognose. Il report del Trussel Trust riporta anche la natura dei soggetti che chiedono aiuto per cibarsi: non si tratta solo di persone posizionate nelle basse fasce di reddito, che compongono l’89% dei casi analizzati; l’8% della popolazione britannica usufruisce del sistema delle case popolari e tra queste persone il 46% si reca ai banchi alimentari. Del 22% di coloro che pagano un affitto nel paese, circa il 68% ha bisogno di sussidi. E la lista di chi ha bisogno può decisamente allungarsi.
I numeri non rendono comunque l’entità del problema e della crisi che sta affrontando la Gran Bretagna, che è la vera causa della diffusa frustrazione dei cittadini, ormai disperati e in cerca di qualcuno da biasimare. Uno dei principali cori dei protestanti in questi giorni è “God Save the King”, il che è altamente paradossale. Quest’ultimo stupisce
particolarmente perché, se per i manifestanti il problema dell’immigrazione risiede nel fatto che i migranti e i rifugiati “vengano per rubare lavoro a chi è veramente britannico” – causando preoccupazione generalizzata per le proprie condizioni economiche e stati estremi di indigenza e di disagio tanto grandi da fomentare simili proteste – di certo la famiglia reale non è il giusto soggetto da idolatrare. Il Ministero del Tesoro nell’anno 2022-2023 ha versato ben 107.5 milioni di sterline alla Royal Family (Sovereign Grant Act 2011) a causa del passaggio di testimone dalla Regina Elisabetta al figlio, l’attuale sovrano Re Carlo III. La somma di denaro che la casata dei regnanti ottiene ogni anno è utilizzata per mantenere le loro proprietà in giro per le isole britanniche e per pagare lo staff che lavora per la famiglia, ma viene anche devoluta verso altre spese come i frequenti matrimoni e le altrettanto frequenti feste, più di trecento ogni anno.
I migranti e i rifugiati che scappano dalle loro terre e si ritrovano in Gran Bretagna, invece, tendono a svolgere lavori umili, che l’uomo medio inglese, scozzese, irlandese o gallese non si sognerebbe mai di fare, soprattutto per le cifre che si ottengono in cambio.
L’attacco di Southport è stato usato tatticamente per creare nuovamente un capro espiatorio che possa giustificare le pessime condizioni in cui verge la nazione, tirando fuori il lato razzista dei cittadini. Trascurando, peraltro, un altro discorso di fondamentale importanza, che con molta probabilità rappresenta la causa dell’atroce crimine perpetuato pochi giorni fa: la salute mentale.