Oggi i social network sono diventati una parte integrante della vita di tutti noi offrendo numerose opportunità di connessione e intrattenimento.
Tuttavia, il loro uso comporta anche dei rischi significativi che possono influenzare negativamente lo sviluppo personale, il benessere psicologico e la sicurezza online, soprattutto dei giovani, che spesso sono coloro che possono arrivare ad un abuso di queste piattaforme virtuali.
I rischi
La dipendenza dai social network
L’uso compulsivo e smisurato dei social può portare a una vera e propria dipendenza. Molti giovani trascorrono ore e ore della propria giornata scorrendo reels, inseguendo like e commenti, a scapito delle attività quotidiane, dello studio e delle relazioni sociali reali. Questa dipendenza può interferire con il sonno e la concentrazione, causando stress e isolamento sociale.
A dimostrazione di ciò vi è una ricerca condotta dall’Associazione Nazionale Di.Te. (Dipendenze Tecnologiche, Gap e Cyberbullismo) che fotografa una situazione inquietante e molto grave. Secondo questo studio, sette giovani su dieci tra 10 e 24 anni fa fatica ad avere rapporti sociali reali con i coetanei, generando così una situazione di depressione, solitudine e di chiusura nei confronti del mondo esterno.
Ansia e depressione
Il confronto costante con le vite idealizzate degli altri, spesso curate e modificate per sembrare perfette, può generare nei giovani un senso di inadeguatezza e bassa autostima. La pressione creata dai social per apparire perfetti online aumenta i livelli di ansia sociale e depressione, specialmente quando l’accettazione viene misurata attraverso metriche come i “mi piace” o i follower.
Cyberbullismo
I social media sono spesso teatro di episodi di bullismo digitale.
Offese, minacce o umiliazioni possono diffondersi rapidamente, amplificando il danno emotivo e psicologico. Le vittime di cyberbullismo soffrono di conseguenze gravi, come isolamento, ansia e, nei casi estremi, pensieri suicidi.
Perdita della privacy
Molti giovani condividono dati personali sui social network senza considerare i rischi legati alla privacy. Informazioni come posizione, abitudini e dettagli personali possono essere utilizzate per scopi dannosi, tra cui furto di identità, stalking o phishing.
Questi sono pericoli reali a cui talvolta non diamo troppa importanza, presi dall’ottica dello stare sempre connessi con il mondo virtuale, facendo sapere alla rete ogni momento, sovente anche personale.
Contenuti inappropriati e pericolosi
Le piattaforme social non sempre riescono a filtrare contenuti dannosi. Per questo motivo giovani possono essere esposti a materiale violento che promuove comportamenti pericolosi, come disturbi alimentari, autolesionismo o l’utilizzo di sostanze stupefacenti.
Ad esempio, forse non tutti ricordano il caso “Blue Whale” emerso nel 2016-2017, descritto come un presunto “gioco” pericoloso che coinvolgeva una serie di sfide sempre più estreme, culminanti nel suicidio. Diffuso tramite i social network, i giovani partecipanti venivano guidati da un ‘curatore’ anonimo che per 50 giorni dettava le sfide che il giocatore doveva superare. Sfide che si tramutavano in autolesionismo, sporgersi dagli ultimi piani delle case o dai balconi, sino ad arrivare al suicidio.
Nel 2017 anche “Save the Children” aveva pubblicato sul proprio sito ufficiale una serie di consigli rivolti alle famiglie con l’intento di sensibilizzare e mettere in guardia circa il fenomeno “Blue Whale”.
Un “gioco” che ha portato anche la Polizia Postale italiana a parlarne sul proprio sito istituzionale, sottolineando l’importanza di vigilare sul benessere mentale dei giovani e sull’uso sicuro di Internet e dei social network.
Manipolazione e disinformazione
I social media sono un terreno fertile per la diffusione di fake news e contenuti manipolativi. I giovani, meno esperti nel valutare l’attendibilità delle informazioni, rischiano di cadere vittime di truffe o di sviluppare opinioni distorte basate su notizie false.
Pressione sociale e dipendenza da approvazione
La necessità di ricevere validazione sociale attraverso commenti e like può spingere i giovani a comportamenti insicuri, come esagerare con filtri estetici, accettare sfide pericolose o compromettere la propria integrità pur di ottenere visibilità.
I social si sono talmente ben radicati nella nostra vita quotidiana che a volte sono anche causa di tragedie che mai ci saremmo aspettati.
Questo è il caso controverso di Molly Russell.
Molly era una ragazza britannica di 14 anni che si è tolta la vita nel 2017, dopo essere stata esposta su Instagram a contenuti legati alla depressione, all’autolesionismo e al suicidio. La sua famiglia ha scoperto che Molly aveva salvato molti di questi post, che avrebbero aggravato la sua condizione mentale fino a portarla al suicidio.
Il caso di Molly ha sollevato un dibattito globale sull’impatto dei social media sulla salute mentale dei giovani. La vicenda, per questo motivo, è diventata un simbolo dei pericoli della rete e della necessità di maggiore regolamentazione per proteggere gli adolescenti.
A seguito di questo caso, Instagram ha introdotto restrizioni sui contenuti nocivi, ma ancora c’è molta strada da fare per riuscire a rendere i social e la rete internet ambienti protetti e sicuri, anche per i più deboli.
In conclusione
Dunque quale rischio si corre con un eccessivo utilizzo dei social? Quest’ultimo può isolare i giovani dal contatto diretto con amici e familiari, riducendo la capacità di costruire relazioni autentiche e di sviluppare competenze comunicative nel mondo reale.
È possibile però ridurre tali rischi promuovendo una maggiore consapevolezza e insegnare ai giovani come proteggersi, introducendo alcuni accorgimenti, come ad esempio attivare i limiti di utilizzo e bilanciare il tempo trascorso online con attività nel mondo reale, e soprattutto sensibilizzando i giovani in merito all’importanza di proteggere i propri dati personali.