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    Il ritiro delle truppe francesi dalla Costa d’Avorio

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    Il presidente della Costa d’Avorio Alassane Ouattara ha annunciato il ritiro delle truppe francesi dal territorio nazionale durante il discorso alla Nazione tenuto in occasione del Capodanno. L’obiettivo del Paese africano è quello di tagliare i legami militari con l’ex potenza coloniale e di occuparsi in modo indipendente della propria sicurezza; il governo ivoriano ritiene di aver raggiunto un’autosufficienza militare e di poter garantire in maniera efficace la sicurezza nazionale. 

    La Costa d’Avorio non è l’unico stato africano ad aver deciso di rinunciare alla presenza francese nei propri territori; negli scorsi mesi hanno agito in questi termini anche il Niger, il Mali e il Burkina Faso.

    La colonizzazione del Paese

    La presenza francese nei territori ivoriani comincia verso metà Ottocento, periodo in cui i francesi iniziano ad interessarsi a quest’area per via della fertilità delle sue terre e per l’importanza strategica della costa ivoriana che garantisce l’accesso al Golfo di Guinea; la presenza francese si consolidò gradualmente grazie allo sviluppo di avamposti militari sul territorio e basi navali. La totale occupazione fu raggiunta nel 1890, grazie alla vittoria militare contro i mandingo; la Costa d’Avorio venne ufficialmente dichiarata una colonia francese tre anni più tardi. 

    L’acquisizione di questi territori fu estremamente importante per la Francia specialmente per ragioni commerciali: la fertilità della costa ivoriana permetteva di sfruttare queste terre per la coltivazione e la produzione di beni da esportare, fra cui cacao, caffè e olio di palma; per quanto concerne le piantagioni, le colture più comuni erano quelle di caffè, cacao e banane.

    Le condizioni imposte dai francesi al popolo ivoriano erano molto dure, infatti, la popolazione locale si ridusse fortemente durante l’occupazione transalpina; a questo fenomeno contribuì in maniera concreta il modello di lavoro e produzione basato sulla schiavitù che la Francia aveva implementato nel paese africano. 

    Il popolo ivoriano e la presenza francese

    Naturalmente in Costa d’Avorio si diffuse rapidamente un forte sentimento antifrancese e anticoloniale, tanto che la resistenza indipendentista ivoriana resistette anche nei decenni successivi all’ufficializzazione dello status di colonia francese del Paese; è possibile affermare che questi sentimenti non siano mai svaniti, anche dopo l’indipendenza raggiunta solamente nel 1960. 

    La Costa d’Avorio era uno dei paesi africani più sviluppati e più ricchi per quanto riguarda la disposizione di risorse naturali; il sistema produttivo riuscì ad evolversi in maniera positiva nel corso degli anni, specializzandosi nella produzione di caffè e diventandone uno dei principali produttori su scala mondiale. La presenza militare francese non si estinse in seguito all’indipendenza ivoriana; la Costa d’Avorio non disponeva delle capacità politiche e militari per preservare autonomamente la propria sicurezza nazionale e la propria sovranità. 

    Negli ultimi anni il popolo ivoriano ha cominciato ad essere scettico nei confronti dell’utilità della presenza francese nell’area, vista come un’intromissione occidentale negli affari interni di un paese africano con alle spalle un cruento passato da vittima del fenomeno storico della colonizzazione. Il sentimento antifrancese si è concretizzato con il ritiro delle truppe e quella che sarà la conseguente futura riduzione dell’influenza politica francese in Costa d’Avorio.

    La crisi della Françafrique

    In seguito alla decolonizzazione, e quindi alla dissoluzione dell’Impero, la Francia ha tentato con successo di preservare una propria sfera di influenza in Africa; l’influenza francese nelle ex colonie si basa principalmente su legami di natura politica, militare, economica e commerciale. La Françafrique è uno spazio geopolitico che include la proiezione imperiale transalpina in Africa; questo modello di influenza geopolitica non è retto solo da fattori politico-economici e militari, ma anche da ragioni di natura prettamente culturale. 

    La proiezione imperiale francese ha trovato man forte nella Francofonia; la conoscenza della lingua francese è ciò che da un punto di vista culturale e sociale connette fortemente i transalpini con le popolazioni africane. Si tratta pertanto di uno strumento di soft power, quindi un mezzo culturale, grazie al quale le potenze possono preservare la propria egemonia senza necessariamente dover ricorrere all’hard power, come la forza militare. 

    Proteggere la propria influenza geopolitica in un’area soggetta per lungo tempo a violenze e soprusi utilizzando questi strumenti sarebbe stato impossibile, per questo si è fatto principalmente affidamento a fattori culturali. Inoltre, i rapporti fra la Francia e i paesi della Françafrique sono sempre stati presentati come relazioni fra partner di pari livello, che prendono accordi comuni e cooperano per favorire lo sviluppo e la crescita economica. 

    Il sentimento anti-francese

    Talvolta la vicinanza politico-economica con la Francia è stata vista positivamente dai paesi africani, spesso in difficoltà nell’avviare progetti efficienti per quanto concerne lo sviluppo industriale e del proprio tessuto produttivo. Inoltre, l’esistenza di forti divisioni e spaccature sociali in questi territori ha causato instabilità e scontri sociopolitici che hanno portato le élites politiche locali a vedere la presenza militare francese nell’area come una garanzia per la salvaguardia della sicurezza nazionale e delle istituzioni governative. 

    Oggi però questo equilibrio si è spezzato e nel corso degli anni nelle ex colonie si è sviluppato un forte sentimento antifrancese; i popoli africani hanno assunto una maggiore consapevolezza delle proprie capacità e credono di non aver più bisogno della Francia; è arrivato il momento di tagliare i ponti con l’ormai ex egemone, e di espandere e rafforzare la propria forza militare senza cooperare con Parigi in questi termini. Inoltre, la memoria storica ha un peso rilevante: l’ostilità nei confronti dei francesi non nasce oggi, ma ha origini molto profonde. La colonizzazione difficilmente potrà mai essere dimenticata dai popoli africani e la sua memoria ha un’influenza non indifferente sulla crisi della Françafrique.

    Conclusioni

    La proiezione imperiale di Parigi in Africa si trova in un momento di forte crisi e procede inesorabilmente verso la dissoluzione; le ex colonie africane richiedono il ritiro delle truppe francesi dai loro territori e l’ostilità nei confronti dell’ex egemone imperversa sempre di più. Alla Francia non resta che riflettere su nuovi modelli di influenza geopolitica, o si vedrà costretta ad accettare un ruolo di secondo piano fra le potenze mondiali e subire la storia, invece che farla.

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