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    Il Sole 24 Ore sciopera: nel mirino un’intervista a Giorgia Meloni

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    La testata economica Il Sole 24 Ore ha proclamato uno sciopero di 5 giorni e un piano di agitazione più ampio a seguito “di una grave condotta anti-sindacale” della direzione.

    Le cause della querelle sono l’intervista poco critica alla presidente Giorgia Meloni nel numero del 18 ottobre, mandato in stampa nonostante il voto unanime del giorno precedente, con appena 14 pagine e alcune tabelle, definito dalla redazione “un’accozzaglia di pezzi raffazzonati, a puro contorno dell’intervista alla premier. Un risultato indecente, da annoverare come peggiore numero del quotidiano mai realizzato.”

    Cosa è successo 

    La tensione nasce dalla scelta assunta da parte del direttore Fabio Tamburini di affidare per la seconda volta l’intervista della premier alla collaboratrice esterna Maria Latella, “a danno delle professionalità interne della redazione, ancora una volta mortificate”, all’insaputa della redazione.

    In quelle stesse ore due giornalisti della testata sono presenti alla conferenza stampa del 20 ottobre per la presentazione della Finanziaria a Palazzo Chigi, in attesa di intervistare la Presidente del Consiglio che ha, come di sua consuetudine, dedicato poco tempo nel rispondere, ritirandosi in modo frenetico.

    Nel comunicato il Comitato di redazione denuncia “il sempre più concreto rischio di approdare a una deriva nella quale gli interlocutori istituzionali si sceglieranno gli intervistatori e l’opinione pubblica potrà contare su un’informazione accuratamente selezionata e compiacente. Una deriva nei confronti della quale non possiamo restare a guardare.”

    Una rottura senza precedenti 

    Maria Latella si difende dalle accuse: “Nel mio mondo si chiama competenza. L’amichettismo è un’altra cosa, per quel che ne so praticata da chi, non potendo contare su qualità professionali, cerca altre strade. Ho intervistato quasi tutti i presidenti del Consiglio e molti leader internazionali, da Hillary Clinton a Ursula von der Leyen, da Wolfgang Schauble a Marine Le Pen, per citarne solo alcuni. Forse nel decidere a chi affidare un’intervista importante, nel giorno in cui il governo ha varato la manovra, il direttore del Sole 24 Ore ha tenuto conto di questo, oltre che delle decine di interviste che negli anni ho fatto a Giorgia Meloni, in tv e in radio”.

    Eppure risulta ambiguo che un’intervista sul tema clou della testata economica, quale la legge di bilancio, sia affidata a una collega esterna, visto che il Sole 24 ore ha fatto della competenza della sua squadra il punto cardine della sua notorietà. Il grido degli scioperanti è accolto con solidarietà dai colleghi, tra cui quelli di Repubblica: “In gioco c’è molto di più di una protesta sindacale ma la possibilità di tutte e tutti noi di far sentire la nostra voce, di essere insomma cittadine e cittadini e non dei sudditi di qualcuno. Un giornalismo di sudditi non serve alla società, ma solo a chi detiene il potere”.

    In questi giorni il direttore Tamburini, sotto richiesta della redazione, spiegherà l’accaduto all’assemblea dei giornalisti e esprimerà un voto di fiducia o sfiducia ai tre vicedirettori del giornale, responsabili della pubblicazione del numero del 18 ottobre. 

    Non è la prima volta che un’intervista a Giorgia Meloni inasprisce i rapporti con la direzione, lo stesso fatto avviene nel 2023 e con Latella sempre nel mirino, questa volta per un articolo riguardante la politica internazionale e interna. La redazione per protesta non ha firmato gli articoli del numero, un atto simbolo della svalutazione delle firme subìta.

    Un sistema di logiche proprietarie?

    In un clima di strisciante servilismo in cui politica e informazione si stringono la mano, diventa sempre più difficile interfacciarsi in un confronto limpido e lontano da contesti amici

    L’aspetto sottolineato dal comitato del Sole è l’atteggiamento evitante della premier per qualsiasi incontro con i giornalisti che non sia già programmato (“in un contesto che vede la premier sottrarsi spesso alle domande dei giornalisti fino ad arrivare addirittura a vantarsene”), come la sua intervista da Bruno Vespa dell’8 ottobre a Porta a Porta, dopo mesi di silenzio-stampa

    La vicenda smaschera non solo le dinamiche interne al giornale, ma anche la libertà del lavoratore che in questo sistema è il nodo componente di una rete più grande, fatta di interessi politico-economici.

    20250405

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