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    In Toscana riconfermato l’uscente Eugenio Giani

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    Eugenio Giani, attuale Presidente uscente, è stato confermato alla guida dell’esecutivo regionale toscano. Archiviato il verdetto delle urne, a preoccupare è il dato relativo all’affluenza, in calo di oltre dieci punti percentuali rispetto alla precedente consultazione. 

    In Toscana prevale il centrosinistra

    Prendendo come baricentro il 2024, anno delle elezioni regionali in Umbria, Emilia-Romagna e Sardegna, la Toscana si consacra quarta Regione italiana in cui il centrosinistra unito – dal Partito Democratico al Movimento 5 Stelle passando per Italia Viva e Alleanza Verdi-Sinistra – riesce a prevalere alle urne. Ed è così che, dopo la sconfitta subita nelle Marche e in Calabria, la segretaria dem Elly Schlein riesce a tirare un sospiro di sollievo. 

    Ecco spiegato perché, a spoglio ancora in corso, non ha tardato a raggiungere Firenze per recarsi nel comitato elettorale di Eugenio Giani, suo candidato locale. Qui, l’accoglienza a lei riservata è stata calorosa: un lungo abbraccio, accompagnato da sorrisi e speranze nascenti. Stringato ma incisivo il suo commento sui social: “arrivata a Firenze. Congratulazioni Eugenio Giani!”. 

    I risultati del voto

    D’altronde, fin dalle prime ore del pomeriggio, i dati sono sempre stati pressoché chiari. A 3.298 sezioni scrutinate su 3.922 sezioni totali, il distacco tra Eugenio Giani, attuale Presidente uscente, e Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia nonché candidato espresso dal centrodestra, è pari a 13 punti percentuali. Giani, infatti, prevale con il 53,91% dei voti, mentre Tomasi si ferma al 40,94%. Più contenuti ma comunque considerevoli i consensi racimolati da Antonella Bundu della lista Toscana Rossa, che riunisce attorno a sé Possibile, Rifondazione comunista e Potere al popolo, confermandosi al 5,16%. 

    Venendo riconfermato, Giani ha così modo di dare seguito a quella tradizione progressista che, fin dal 1995, ha sempre contraddistinto la Toscana. Guardando poi ai consensi delle singole liste a sostegno di Giani, oltre al Partito Democratico, primo partito della coalizione, a colpire è Casa Riformista-Giani Presidente, il nuovo progetto politico lanciato da Matteo Renzi in occasione della Leopolda 13 volto a coinvolgere “Italia Viva ma anche tutti quelli che vogliono creare uno spazio che bilanci AVS, Cinque Stelle e il nuovo Pd”, che con l’8,73% diventa “la terza lista in assoluto dopo Pd e Fratelli d’Italia”. 

    La soddisfazione di Giani

    Nel corso di una conferenza stampa organizzata presso il proprio comitato elettorale, dicendosi “emozionato” e chiamando in causa una Toscana “illuminata e riformista”, Giani ha così commentato la vittoria: “per me è una straordinaria soddisfazione, vi ringrazio tutti. Ritengo che questo risultato indichi una Toscana che decide con autonomia, col suo cervello e con i valori che questa regione esprime: libertà, democrazia e valori di giustizia sociale”. 

    La reazione del centrodestra

    Su posizioni diametralmente opposte il centrodestra: la premier Giorgia Meloni ha tenuto a ringraziare il proprio candidato locale “per la dedizione e la passione dimostrate in una sfida impegnativa”. 

    Malgrado la sconfitta, Alessandro Tomasi può comunque vantare l’aver portato il proprio partito – Fratelli d’Italia – a doppia cifra, sbaragliando così i due principali alleati di governo, Lega e Forza Italia, fermi rispettivamente al 6,19% e 4,42%. In un post diffuso su Instagram, Tomasi ha commentato la sconfitta parlando di un nuovo inizio da cui ripartire “per costruire” per il bene di “tutta la comunità”. 

    “Nelle battaglie facili ci mettono tutti la faccia. In quelle difficili no. Io ce l’ho messa e non l’avrei potuto fare senza tutti voi. Abbiamo lottato con entusiasmo e coraggio. Ai miei figli, fin da quando sono piccoli, insegno che nella vita si vince e si perde”. 

    Brusco calo dell’affluenza

    A prescindere dall’appartenenza politica, deve infine preoccupare il dato relativo all’affluenza: rispetto alle precedenti elezioni, il calo subito è vertiginoso. Alla chiusura dei seggi, alle ore 15 odierne, è stata fissata al 47,73% degli aventi diritto al voto. 

    Occorrerà attendere le prossime tre Regioni che, nel mese di novembre, andranno al voto per il rinnovo del Consiglio regionale per capire se l’astensionismo appartiene soltanto ad alcune zone d’Italia oppure se, molto più verosimilmente, rappresenti un fattore consolidato e pressoché scontato urbi et orbi.

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