Stiamo vivendo un momento da non sottostimare a livello mondiale, anche dovuto alla guerra russo-ucraina che va avanti in maniera diversificata da ormai circa dieci anni. A causa dell’avvicinamento degli Stati Uniti a Putin, l’Europa sta cercando di “lavorarsi” il presidente americano per comprendere quale sarà il futuro del Vecchio Continente.
Giovedì 27 febbraio il primo ministro britannico Keir Starmer si è recato a Washington per incontrare Donald Trump, in uno degli incontri più rilevanti dal secondo dopoguerra tra i leader politici di entrambe le nazioni. All’ordine del giorno i rapporti tra Stati Uniti e Gran Bretagna, ma soprattutto lo stop all’invasione russa in Ucraina.
La guerra russo-ucraina
Già lunedì 24 febbraio, il presidente francese Emmanuel Macron, giunto alla Casa Bianca con lo stesso obiettivo primario di Starmer, aveva parlato con Trump, cercando di convincerlo a non affrettare una risoluzione della guerra che potesse essere svantaggiosa per l’Ucraina. Keir Starmer, che prima di ricoprire il suo attuale ruolo era avvocato per la difesa dei diritti umani, ha esplicitamente detto che il suo governo non sosterrebbe mai una pace che premiasse l’aggressore — in questo caso la Russia — solo dopo aver detto a Trump: “Hai creato un momento di straordinaria opportunità per il raggiungimento di uno storico patto di pace, che sarebbe celebrato largamente non solo in Ucraina, ma in tutto il mondo”.
Trump è stato criticato in precedenza per aver offerto concessioni alla Russia, dicendo che l’Ucraina non sarà mai in grado di entrare nella NATO e che il Paese ha scarse possibilità di tornare ai confini precedenti al 2014, anno in cui la Russia ha invaso i territori ucraini della Crimea e del Donbass.
Trump ha sostenuto una futura presenza statunitense in Ucraina, legata all’estrazione di quelle che lui chiama impropriamente terre rare, che più correttamente andrebbero chiamate minerali critici, ovvero una serie di materie prime, che comprendono anche le terre rare, indispensabili per vari settori strategici dell’industria e dell’economia.
L’Ucraina non possiede riserve importanti di terre rare, ma ha ingenti quantità di altre materie prime critiche. Gli Stati Uniti otterrebbero, qualora il patto venisse approvato, circa 500 miliardi di dollari in materie prime. Secondo Trump l’Ucraina sarebbe più al sicuro grazie alla presenza costante di lavoratori statunitensi sul proprio territorio, impegnati proprio nell’attività di estrazione. Segna forse questo un primo passo di Trump verso una ripresa dei rapporti con l’Ucraina e verso una sua maggiore sicurezza, deterrente per la Russia?
L’impegno diretto britannico
Tornando a Starmer, il principale impegno dichiarato dal primo ministro sembra essere l’aumento della spesa militare del Regno Unito al 2,5% del PIL entro il 2027 e al 3% entro il 2035. Tutto ciò in risposta a quella che è una delle principali critiche trumpiane agli stati europei parti del Patto Atlantico, ossia una discreta spesa per la difesa e un affidamento troppo grande verso gli Stati Uniti.
In un classico gioco delle parti nella tradizionale alleanza tra i due Paesi, l’incontro è stato tenuto molto sul generale, ed è risultato poco specifico, forse ad eccezione della proposta di Starmer di aumentare la spesa militare britannica, e la volontà dichiarata di posizionare truppe britanniche di peacekeeping sul suolo ucraino a seguito di una pace.
Canada, Chagos e Palestina
Tra gli altri argomenti di discussione il Canada. In precedenza Donald Trump aveva dichiarato di voler annettere il paese agli Stati Uniti, rendendolo il cinquantunesimo stato americano. Quando durante l’incontro di giovedì Keir Starmer ha iniziato a parlarne è stato bruscamente interrotto dal Presidente americano con un “È abbastanza. È abbastanza. Grazie”.
C’è poi la questione delle Isole Chagos, arcipelago e colonia britannica nell’Oceano Indiano. Trump ha esplicitamente detto che darebbe il suo supporto al Regno Unito nel piano di cessione del controllo dell’arcipelago alle Isole Mauritius, per poi però affittarle al fine di mantenere il controllo sulla base aerea usata sia dagli Stati Uniti che dal Regno Unito.
Starmer è intervenuto anche sulla questione israelo-palestinese, reiterando la necessità di una ricostruzione di Gaza e della soluzione “due Stati per due popoli”: “Dobbiamo fare tutto ciò che possiamo per assicurarci che il cessate il fuoco continui, e che più ostaggi vengano liberati, affinchè sia prestato tutto il soccorso necessario. Dobbiamo permettere ai Palestinesi di tornare a ricostruire le loro vite, e dobbiamo tutti supportarli in questo. Credo che l’unica soluzione per una pace duratura nel territorio sia quella dei due Stati”.
L’unica risposta di Trump è stata “È una situazione tremenda”, senza aggiungere nulla né sulla ricostruzione di Gaza, né sulla soluzione dei due Stati, ma ciò non sorprende dato uno dei suoi ultimi post generati dall’IA sulla sua visione distopica di una nuova Gaza.
Andrew Tate e il rapporto di Trump con Jeffrey Epstein
C’è infine la questione Andrew Tate. L’influencer di estrema destra e supporter di Trump, insieme al fratello Tristan (entrambi cittadini sia statunitensi che britannici ed entrambi indagati in Romania, tra le altre cose, per tratta di esseri umani) sono arrivati negli Stati Uniti dopo che le autorità hanno revocato le loro restrizioni di viaggio, imposte come parte del caso. Non sono chiare le condizioni che hanno permesso ai fratelli di lasciare la Romania, ma ciò è avvenuto dopo che nei giorni scorsi il Ministro degli Esteri rumeno, Emil Hurezeanu, ha detto che un ufficiale dell’amministrazione Trump ha espresso interesse verso il loro caso. Trump ha sostenuto giovedì di non saperne nulla, mentre Keir Starmer ha dichiarato: “È importante che sia fatta giustizia, il traffico di esseri umani è ovviamente, a parer mio, un problema di sicurezza”.
Nelle stesse ore dell’incontro il Dipartimento di Giustizia americano ha cominciato a pubblicare una parte dei documenti su Jeffrey Epstein, dando a tutti quindi la certezza che Donald Trump lo conoscesse bene e che l’attuale Presidente degli Stati Uniti sia anche salito più e più volte sul suo aereo nel 1994, sia con la seconda moglie Marla, che con la figlia Tiffany.
Si è anche scoperto che nell’agenda di Epstein fossero presenti non solo il nome del Presidente, ma anche quello di Ivana e di Ivanka Trump. In passato è stato pubblicato un audio di Epstein che parlava esplicitamente dei rapporti sessuali di Trump, ma anche di filmati pornografici che lo ritraevano (stessa cosa che è accaduta per Andrew Tate).
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