La decisione presa dal Governo irlandese di mettere un’avvertenza sugli alcolici è diventata legge. Nonostante le polemiche avanzate da alcuni stati europei come l’Italia, l’esecutivo afferma di non voler fare nessun passo indietro. Caso unico in Europa e il Ministro della Salute Stephen Donnelly afferma: “Sono lieto che siamo il primo Paese al mondo a compiere questo passo e introdurre un’etichettatura sanitaria completa dei prodotti alcolici” e aggiunge: “Non vedo l’ora che altri Paesi seguano il nostro esempio”.
Una minaccia per l’Italia
Federvini, la federazione dei produttori di vini, alcolici e aceti italiani, è pronta a presentare un esposto alla Commissione Europea contro la legge di Dublino circa l’incompatibilità con le norme europee e le regole di corretta informazione al consumatore. Le misure irlandesi rappresentano un impedimento sproporzionato e ingiustificato alla libera circolazione delle merci all’interno dello spazio europeo, in aperto contrasto con gli articoli 34 e 36 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Una minaccia, spiega Federvini, al mercato unico.
Sappiamo che il divieto di restrizione quantitative e di misure di effetto equivalente, stabilite dall’articolo 34 del T.F.U.E, è derogabile per i motivi previsti dall’articolo 36 del medesimo trattato. Ciononostante la federazione ritiene incompatibile la legge irlandese con i suddetti articoli in virtù del principio del primato del diritto dell’Unione europea. “La normativa irlandese rischia di non informare correttamente i consumatori e di danneggiare il nostro settore produttivo su scala europea” afferma Micaela Pallini, presidente di Federvini. Per Dublino, invece, il consumo di alcolici è un’emergenza sanitaria nazionale che giustifica i provvedimenti adottati.
La legge, applicabile dal 22 maggio 2026, prevede che le etichette degli alcolici, oltre a indicare il contenuto calorico e i grammi di alcol nel prodotto, debbano contenere le precise avvertenze circa il rischio di sviluppare malattie del fegato e altri tumori. Critiche alla proposta di legge di Dublino sono state già presentate da alcuni stati membri dell’Ue tra cui l’Italia, primo Paese per produzione di vini.