spot_img
Altro
    HomeEsteriRussiaItalia-Russia: una relazione sul filo del rasoio?

    Italia-Russia: una relazione sul filo del rasoio?

    Pubblicato il

    spot_img

    Il rapporto tra Italia e Russia si fa sempre più teso: la Farnesina il 3 novembre convoca  l’ambasciatore russo in Italia Alexey Paramonov per un richiamo formale a seguito delle parole della portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova sul crollo della Torre dei Conti a Roma. 

    Alla convocazione, prevista il 4 novembre, non è presente Paramonov, ma Mikhail Rossikskiy, ministro consigliere dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia, che svolge anche il ruolo di incaricato d’affari.

    Quest’ultimo spiega, in un post su Facebook, che “l’ambasciata russa in Italia ha espresso le proprie ferme rimostranze in merito all’offensiva ed esecrabile campagna anti russa promossa da Roma sui media.”

    Rossisky prosegue ponendo l’accento sulla “scarsa cortesia diplomatica mostrata dal ministero degli Esteri italiano, che ha insistito nel voler fissare un incontro che non presentava alcuna urgenza proprio il 4 novembre, data in cui in Russia si celebra una ricorrenza ufficiale, ovvero la Festa dell’Unità Nazionale”.

    Le parole di Marija Zakharova e le repliche di Crosetto e Tajani

    “Finché il governo italiano continuerà a spendere inutilmente i soldi dei suoi contribuenti per l’Ucraina, l’Italia crollerà tutta, dall’economia alle torri. A maggio scorso il ministero degli Esteri ha riferito a quanto ammonta economicamente il sostegno italiano all’Ucraina, compreso l’aiuto militare e i contributi versati tramite i meccanismi UE: circa 2,5 miliardi di euro di cui circa un miliardo di euro destinato ai rifugiati, 310 milioni di euro a sostegno del bilancio dello Stato e 93 milioni di euro per attività umanitarie” spiega Marija Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri di Mosca, sul suo canale Telegram. 

    Alle critiche di quest’ultima, il ministro della difesa Guido Crosetto risponde: “ Mosca sta continuando a mettere in atto campagne di disinformazione per indebolire l’opinione pubblica occidentale. Questa è una microscopica parte, né rilevante né sofisticata come lo sono altre, della capacità di disinformazione russa. A parti invertite — ha aggiunto il ministro — cioè se fosse crollato un pezzo di storia russa, importante per i russi, con la vita di una persona in pericolo, mi sarei sinceramente preoccupato e rattristato. Non mi sarebbe passato in mente di polemizzare“. Subito dopo si è  detto amareggiato, raccontando che ogni giorno pensa “ai 1.500 ragazzi, russi e ucraini, che muoiono per questa assurda guerra voluta dal suo capo”, riferendosi a Vladimir Putin.

    Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani commenta le dichiarazioni definendole  “vergognose e inaccettabili in un Paese civile, frasi ignobili che respingiamo al mittente. Noi siamo dalla parte dell’Ucraina ma non per questo abbiamo fatto mancare la nostra solidarietà quando ci sono stati problemi per il popolo russo, pretendiamo lo stesso rispetto”.

    Una lunga fila di attacchi

    Non è la prima volta che la diplomatica Zakharova manifesta il suo astio nei confronti delle autorità italiane. Nel febbraio 2025 accusa il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di “parallelismi storici, scandalosi e francamente falsi”, dopo che il Presidente aveva paragonato l’invasione russa in Ucraina al Terzo Reich durante un discorso all’Università francese Aix-Marseille. 

    Nel mese successivo la diplomatica parla nuovamente di “disinformazione e menzogne” sempre a proposito di un intervento di Mattarella in occasione del memoriale della pace ad Hiroshima, in cui definisce Mosca “promotrice di una rinnovata e pericolosa narrativa nucleare”

    Sono queste ultime parole a fargli guadagnare l’appellativo di russofobo, e un posto nella list russophobes stilata dal Cremlino nel luglio 2025, secondo cui “funzionari e rappresentanti dell’élite dei paesi occidentali si sono lasciati andare a dichiarazioni russofobe.”

    Nella blacklist presente sul sito del Ministero degli Esteri russo sono nel mirino anche Joe Biden , Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il Segretario Generale della NATO Mark Rutte.

    Non tarda ad arrivare la replica della premier Giorgia Meloni, che mette in rilievo l’accusa ai politici europei di incitamento all’odio: “Non è altro che l’ennesima operazione di propaganda, finalizzata a distogliere l’attenzione dalle gravi responsabilità di Mosca, ben note alla comunità internazionale e che quest’ultima ha già condannato.”

    L’ultima ammonizione arriva da parte di Dmitry Medvev (vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo ed ex presidente della federazione). Risale a qualche giorno fa, quando sul suo canale Telegram scrive “Più l’Occidente spenderà per sostenere Kiev, più territori alla fine torneranno alla Russia e più terrificante sarà la fine del regime ucraino”. Prosegue criticando i “sanguinari pagliacci di Kiev”e l’intervento dell’Occidente nel sostenere un governo “corrotto e fallimentare”, riferendosi all’Ucraina.

    La Russia continua ad avanzare 

    Le dichiarazioni del Cremlino ricorse durante quest’anno, contribuiscono a inasprire il rapporto con l’Italia, rimarcando un rinnovato bipolarismo a livello mondiale, che sembra richiamare quello del secolo scorso. Mosca ora controlla l’81% del Donbass: circa 461 kilometri di Ucraina, come riportato dall’analisi di AFP condotta con i dati dell’Institute for the Study of War. Nel frattempo, la guerra ibrida continua.

    202504

    Articoli recenti

    Zohran Mamdani ha vinto le elezioni come nuovo sindaco di New York

    Il 4 novembre si sono tenute le elezioni per il sindaco di New York:...

    L’UE lancia RAISE, l’istituto per l’intelligenza artificiale nella scienza

    L’Unione Europea compie un passo decisivo verso la sovranità tecnologica. Durante il summit europeo...

    Siti porno, dal 12 novembre l’obbligo della verifica dell’età: come funzionerà?

    Dal 12 novembre l’Italia entrerà in una nuova fase della regolamentazione digitale, segnando una...

    Caso Koldo e occhiali Dior: Sanchez e la politica come questione di sguardo

    Dal Senato alle pagine social, l’audizione di inchiesta a Pedro Sanchez sul caso Koldo...