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    A cinque mesi dalle elezioni il Kosovo è ancora in stallo politico

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    A distanza di cinque mesi dalle elezioni parlamentari del 9 febbraio 2025, il Kosovo non è ancora riuscito a formare un nuovo governo. Il partito vincitore, Vetëvendosje! (Autodeterminazione), guidato dal primo ministro uscente Albin Kurti, nonostante il 42% dei consensi, non riesce a trovare forze di opposizione pronte a collaborare. Questa situazione ha generato uno stallo che sta minando la stabilità politica del Paese.

    In questi mesi, l’opposizione, composta dai partiti PDK (Partito Democratico del Kosovo), LDK (Lega Democratica del Kosovo) e AAK (Alleanza per il Futuro del Kosovo) ha continuato a ribadire fortemente di non essere disposta a trattare, continuando così a chiudere le porte a qualsiasi ipotesi di coalizione con Kurti.

    Il blocco dell’Assemblea: una paralisi istituzionale

    Dopo la certificazione dei risultati, il Parlamento kosovaro si è riunito nella sua prima seduta plenaria ad aprile. Tuttavia, sin da subito è emersa l’incapacità di eleggere il presidente dell’Assemblea, il primo passo formale necessario per l’avvio della nuova legislatura e l’incarico del primo ministro.

    Finora, le forze di opposizione, forti di una maggioranza relativa, si sono mostrate compatte nella volontà di ostacolare Kurti, votando contro o boicottando sistematicamente ogni seduta, rendendo così impossibile il raggiungimento del quorum. Ad oggi, dopo oltre 50 tentativi falliti di eleggere il presidente dell’Assemblea, il Kosovo si trova in una paralisi costituzionale totale

    Secondo l’iter stabilito dalla Costituzione del Kosovo, senza l’elezione del presidente del parlamento non può essere conferito l’incarico di formare il governo. La coesione mostrata dall’opposizione sta impedendo da mesi la possibilità di siglare alleanze anche tramite semplici incontri formali da parte di Kurti con le altre forze politiche.

    La posizione di Kurti

    Da buon vecchio dissidente e populista, Albin Kurti si è dimostrato altamente conflittuale e duro nei confronti dell’opposizione, accusandola di “sabotaggio istituzionale”, insistendo sul fatto che “i cittadini hanno parlato chiaramente”. Kurti è ben consapevole di poter contare su di un elettorato molto vasto, lo stesso che gli ha permesso di diventare primo ministro due volte. Nonostante la sua grande popolarità, in democrazia contano i numeri in Parlamento: senza il sostegno della maggioranza dell’Assemblea, anche il più ampio consenso popolare rischia di risultare politicamente irrilevante.

    L’opposizione tra rischio e ambizione

    PDK, LDK e AAK hanno – almeno formalmente – manifestato l’intenzione di proporre un governo alternativo, pur di impedire un terzo mandato a Kurti. Tuttavia, anche questa ipotesi si è dimostrata complessa: le divergenze ideologiche e personali tra i leader dei tre partiti, oltre che la mancanza di un progetto politico condiviso, rendono difficile una vera coalizione.

    Di conseguenza, l’opposizione rischia di essere la vittima della sua stessa tattica: da mesi, l’unica proposta portata avanti è quella di impedire la formazione di un terzo governo guidato da Kurti. L’opposizione non ha mai proposto una vera alternativa solida o progetti congiunti. Questa esitazione continua può tradursi in una forte frustrazione dell’elettorato, un fattore che va così a rafforzare involontariamente proprio l’uomo che volevano fermare.

    Perché il Kosovo ha bisogno di un governo il prima possibile

    Il futuro del Paese dipende dalla capacità delle sue élite politiche di uscire dalla logica dello scontro frontale e riscoprire il valore del compromesso. Se ciò non avverrà, il rischio è che continueranno a persistere forte instabilità e sfiducia, dinamiche che non faranno altro che prevedere il ritorno alle urne, le quali potrebbero ulteriormente prolungare lo stallo.

    Questo aspetto deve essere evitato, in quanto il contesto politico attuale del Paese è molto delicato: il dialogo con la Serbia negli ultimi anni si è fatto sempre più teso, e anche il rapporto con i partner europei si è affievolito. Ciò significa che il Kosovo ha urgentemente bisogno di stabilità politica per risolvere queste istanze. Per quanto l’Europa possa dirsi preoccupata e sperare in un’evoluzione positiva, le soluzioni devono comunque arrivare da Pristina.

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