spot_img
Altro
    HomeEsteriUnione EuropeaLa crisi della 'Locomotiva d'Europa'

    La crisi della ‘Locomotiva d’Europa’

    Pubblicato il

    spot_img

    L’ultima settimana è stata estremamente complessa per la Germania, la quale ha visto consumarsi una crisi di governo, in seguito al licenziamento del ministro delle Finanze Lindner di martedì 5 novembre.  Si tratta del punto di rottura della storia di questo governo, il quale negli ultimi mesi non è riuscito ad arrestare la crisi economica che da tempo condanna la ‘locomotiva d’Europa’.

    Il licenziamento di Lindner ed il voto di fiducia

    In risposta al licenziamento del ministro Lindner, nonché leader del partito liberale Fdp, tre dei quattro ministri liberali della coalizione rosso-verde-gialla hanno presentato le loro dimissioni al cancelliere Olaf Scholz. Quest’ultimo ha deciso di nominare al ministero delle Finanze il suo ex consigliere economico Joerg Kukies. Il futuro politico della Germania sembra già scritto, le elezioni anticipate sembrano essere l’unica soluzione a questa insanabile crisi; resta da capire quando verranno celebrate effettivamente le elezioni. Il leader socialdemocratico ha già annunciato che sottoporrà il proprio esecutivo al voto di fiducia in parlamento il 15 gennaio 2025, ma l’opposizione spinge per anticipare il voto già la prossima settimana. 

    Come accennato in precedenza, non tutti i ministri liberali hanno abbandonato la loro carica; vi è un superstite, ovvero il ministro dei Trasporti Wissing, che dopo aver deciso di dimettersi dal partito dei socialdemocratici è rimasto nella squadra di governo e gli è stata affidata un’ulteriore carica, quella di ministro della Giustizia, al posto di Marco Buschmann. Per quanto concerne invece il Ministero dell’Istruzione, esso sarà occupato dal ministro dell’Agricoltura Cem Oezdemir al posto di Bettina Stark-Watzinger che ha dato le proprie dimissioni. La volontà generale è quella di non inceppare il lavoro dell’esecutivo in un momento di estrema difficoltà economica, difatti il rimpasto di Scholz è stato ideato in quest’ottica; tuttavia, ciò che è accaduto durante l’ultima settimana evidenzia le mancata coesione del governo tedesco, i cui sintomi si erano già manifestati più volte negli ultimi mesi. Per queste ragioni l’opposizione desidera accelerare i tempi in modo da avere la possibilità di sfiduciare il governo già nei prossimi giorni.

    Cause della crisi di governo

    La crisi di governo che la Germania sta affrontando in questo periodo deriva principalmente dalle difficoltà economiche che ormai da diversi anni attanagliano uno dei più grandi attori economici del panorama globale. La Germania ha faticato a tornare ai livelli di crescita a cui era abituata a viaggiare prima della pandemia Covid-19; la crisi sanitaria mondiale ha avuto un impatto estremamente negativo per il modello di produzione e consumo tedesco basato in larga parte sul commercio internazionale; nel 2020 il commercio mondiale di beni ha subito una riduzione del 7,5 % rispetto al 2019 accompagnato da una contrazione dei volumi scambiati pari a -5,0%

    In un contesto internazionale di questo tipo, un paese esportatore come la Germania non può che essere estremamente danneggiato da un punto di vista economico-industriale; nel 2020 la crescita del PIL tedesco per l’intero anno ha subito una forte recessione, raggiungendo addirittura il -3,8%. L’anno successivo invece è stata registrata una netta ripresa, con una crescita del PIL pari a 3,2%. Pensando di essersi lasciata indietro i tragici ricordi della pandemia e le sue disastrose conseguenze, la Germania crede di aver superato il peggio e di essere sulla strada che porta alla prosperità economica e ai livelli di crescita a cui era da sempre abituata essere.

    Il conflitto russo-ucraino e l’ulteriore decrescita

    In realtà il 2022 si è rivelato un anno inesorabilmente complicato per la ‘locomotiva d’Europa’ per via dello scoppio del conflitto russo-ucraino, il quale oltre ad aver riportato la guerra sul continente europeo ha anche aggravato le pessime condizioni delle economie dei paesi del ‘Vecchio Continente’, che avevano appena registrato dei timidi miglioramenti l’anno precedente. Per via dell’aggressione russa alla sovranità dell’Ucraina, Berlino si è vista costretta ad interrompere l’approvvigionamento di gas a basso costo da Mosca; ciò ha colpito pesantemente l’assetto industriale tedesco, costituito principalmente da industria pesante, bisognosa quindi di grandi quantità di energia. Nel 2022 la crescita del PIL per l’intero anno ha subito un drastico calo, conseguendo un risultato pari a 1,8%; questa percentuale è stata addirittura diminuita l’anno successivo, scendendo allo 0,3%. 

    La decrescita del PIL tedesco è un sintomo delle difficoltà riscontrate dalla classe dirigente tedesca nel tentare di invertire questo trend negativo. Berlino non è ancora riuscita a ideare un piano economico-industriale realmente efficiente e capace di fornire assistenza ai settori chiave della macchina produttiva tedesca. Questa difficoltà è derivata dalle costanti divisioni e divergenze presenti all’interno della squadra di governo; la mancanza di coesione nel proporre un modello di crescita economica alternativo è alla base della crisi di governo consumatasi nella scorsa settimana. Inoltre, l’incertezza che avvolge il futuro politico della Germania di certo non favorisce il settore economico-finanziario; il paese da anni soffre di un calo degli investimenti esteri e i recenti risvolti politici potrebbero diminuire ancora le possibilità di attrarre nuovi investitori.

    Conclusione

    Il futuro della Germania è reso ulteriormente incerto dall’ambiguità che si è calata sulla scena internazionale in seguito all’inaspettata vittoria di Trump alle elezioni presidenziali statunitensi; la crisi economica tedesca rischia di essere appesantita da una possibile guerra commerciale che il neoeletto presidente americano avrebbe intenzione di combattere contro l’Unione europea. Il 2025 quindi si prospetta un anno chiave per il futuro della ‘locomotiva d’Europa’, la quale necessita urgentemente di trovare stabilità e coesione politica per poter porre fine alla crisi economica.

    Articoli recenti

    Decaro scioglie la riserva e sarà il candidato del centrosinistra in Puglia

    Arriva l’ufficialità per la candidatura di Antonio Decaro alla presidenza della Regione Puglia, dopo...

    Diffusione non consensuale di immagini: la tutela delle vittime

    Negli ultimi mesi è emerso un inquietante fenomeno legato alla diffusione online di immagini...

    I volenterosi riuniti a Parigi. Meloni contraria all’invio di truppe in Ucraina

    Dopo il vertice di agosto, giovedì 4 settembre c’è stato un nuovo incontro a...

    Punire non basta: il paradosso del carcere e dell’isolamento

    Le mura, le sbarre e le celle sono la traduzione materiale di un’idea politica...