spot_img
Altro
    HomeEsteriLa diplomazia dei raid: Kyiv in fiamme a causa dei bombardamenti russi

    La diplomazia dei raid: Kyiv in fiamme a causa dei bombardamenti russi

    Pubblicato il

    spot_img

    “Nessuno può fermare la guerra tranne me. Mantengo ottimi rapporti sia con il presidente russo Putin, che quello ucraino Zelensky”, dichiara il Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump. Mentre le trattative – che più che mirare alla pace appaiono come patti di resa incondizionata – proseguono nel triangolo Mosca, Kyiv e Washington, le truppe russe continuano a fare terra bruciata in Ucraina, segnando una settimana da incubo e uno dei raid più sanguinosi e violenti dall’inizio del conflitto.

    I droni diplomatici di Putin 

    Questa notte, il cielo di Kyiv è stato squarciato dal fragore delle bombe. Sui giornali e sui mezzi di comunicazione globali si dibatte di “pace”, ma ciò che il popolo ucraino respira incessantemente sin dal non troppo lontano 2014 ha un solo nome: guerra. Dalle infiltrazioni russe nella politica interna fino ai bombardamenti indiscriminati sui civili, per Kyiv la parola “pace” sembra essere diventata un concetto irraggiungibile, un’aspirazione esistenziale che, questa notte, si è spenta con le 1.580 bombe plananti, 1.100 droni e 15 missili piovuti sulle teste degli ucraini.

    All’incessante ronzio dei droni di fabbricazione iraniana seguivano le sirene provenienti dai tetti degli edifici istituzionali. Poi, il caos. L’app di monitoraggio degli attacchi ha cercato di avvisare preventivamente i cittadini degli imminenti bombardamenti, tentando di limitare i danni in un contesto ormai segnato da un terrore senza pari. 

    Le tecnologie impiegate da Mosca negli ultimi raid rivelano dettagli inquietanti: i droni di Teheran, infatti, non sono controllati da esseri umani, ma identificano automaticamente il loro obiettivo, operando in modo autonomo una volta decollati. Non fanno alcuna distinzione tra un bambino e un soldato; chiunque sia nel raggio del loro sistema di navigazione viene colpito senza alcuna mediazione, grazie all’uso di visione artificiale, intelligenza artificiale e GPS. Non c’è spazio per la “coscienza umana” nelle loro azioni, rendendo ogni attacco una sentenza di morte. 

    Questi “gioiellini” persiani, i droni Shahed, sono a basso costo, difficili da abbattere e risultano estremamente efficaci nel danneggiare infrastrutture civili e militari. Anche qualora si volesse distruggerli, la loro pericolosità aumenterebbe ulteriormente, poiché il punto di caduta resta un’incognita, amplificando il rischio di vittime innocenti.

    Mosca e il fattore tempo

    “Quando ci si siede a un tavolo, il tempo è sempre dalla parte dei russi”. Questo adagio, risalente alla Guerra Fredda, è diventato uno dei punti cardine della politica internazionale dal termine della Seconda Guerra Mondiale fino ai giorni nostri, come dimostra la tenacia del più longevo ministro degli Esteri dell’Unione Sovietica, Andrey Gromyko, il maratoneta delle trattative.

    Tale principio è ancora valido oggi ed è il punto di forza delle ultime settimane. A confermarlo è lo stesso portavoce del Cremlino, Dimitry Peskov, che ha dichiarato: “proprio per questo, cercheremo di sfruttare al meglio la nostra posizione di vantaggio”, riferendosi appunto al fattore tempo, necessario per fare pressione sulla diplomazia americana e, nel contempo, continuare a bombardare indiscriminatamente il suolo ucraino, senza concedere margine né tregua al “cessate il fuoco” proposto da Trump la scorsa settimana. 

    E gli Stati Uniti?

    Il presidente americano, che si propone come unico ambasciatore della pace, sembra aver già dimenticato le divergenze avute con Zelensky il mese scorso, avanzando pretese che, al netto di tutto, favoriscono unicamente gli interessi energetici e le risorse di terre rare che Mosca e Washington intendono spartirsi, a danno dell’Ucraina, con un focus particolare sul Mar Nero, uno dei punti più sensibili per le traiettorie geopolitiche del Cremlino. E proprio dai corridoi della casa dello Zar giungono le “grandi difficoltà” che sono al centro del dibattito nelle trattative di Riad, in Arabia Saudita. 

    Mosca, infatti, non accetta che la sovranità dei mari interni possa essere sottoposta al controllo o alla supervisione di soggetti internazionali. Inoltre, il progetto di riarmo europeo, nonostante le politiche di molti esponenti dell’Unione, che lo etichettano come inutile o inefficace, rappresenta in realtà una preoccupazione per le ambizioni espansionistiche e imperialiste di Putin.

    E mentre i “grandi” della Terra si spartiscono la sovranità ucraina e la stabilità geopolitica dell’Europa, Kyiv e Odessa sono sottoposte a un massacro senza precedenti. La “diplomazia” di Mosca non risparmia vittime innocenti, tra cui anziani e bambini inermi. Proprio questi sono i dettagli che dovrebbero interessare chi, per anni, ha lottato per il perseguimento della democrazia e della libertà nel mondo.

    Conclusioni

    Le trattative, considerate le circostanze, si rivelano sempre più ardue. Nel frattempo, a Kyiv, sabato hanno perso la vita tre persone, tra cui un bambino. I civili cercano rifugio nei bunker e nella metropolitana della capitale, mentre chi resta nelle proprie abitazioni si affida alla regola dei “due muri”, tentando disperatamente di proteggersi con almeno due pareti tra sé e la finestra più vicina.

    Nel quartiere residenziale di Dniprovski, sulla riva sinistra del grande fiume Dnepr, una donna di 80 anni è morta quando un drone ha trasformato la sua casa in un inferno di fiamme, bruciandola viva. Secondo i vicini, le sue urla strazianti di dolore hanno lacerato il silenzio di una notte di fuoco, testimoniando una fine brutale, inumana, che non dovrebbe essere realtà in nessun angolo del mondo.

    È forse questa la tregua promessa dallo Studio Ovale?

    20250116

    Articoli recenti

    Regionali in Campania: il centrosinistra punta su Roberto Fico

    Dopo diverse settimane, il quadro delle prossime elezioni regionali sembra essersi delineato anche in...

    Decaro scioglie la riserva e sarà il candidato del centrosinistra in Puglia

    Arriva l’ufficialità per la candidatura di Antonio Decaro alla presidenza della Regione Puglia, dopo...

    Diffusione non consensuale di immagini: la tutela delle vittime

    Negli ultimi mesi è emerso un inquietante fenomeno legato alla diffusione online di immagini...

    I volenterosi riuniti a Parigi. Meloni contraria all’invio di truppe in Ucraina

    Dopo il vertice di agosto, giovedì 4 settembre c’è stato un nuovo incontro a...