Negli ultimi tempi, anche a causa dello scoppio della guerra in Ucraina, si è iniziato a parlare delle dinamiche geopolitiche legate all’Artico, ma quasi nulla si dice sull’Antartico. Un bell’articolo, scientificamente condotto, certo un po’ datato, è quello comparso nella rivista scientifica dell’Istituto Geografico Polare “Silvio Zavatti”, Il Polo, nel 1991, scritto da Alessandro Vallesi e intitolato Il regime giuridico dell’Antartide nel diritto internazionale. Come si è detto, l’articolo è sì datato, ma le linee principali sono ancora estremamente attendibili.
Introduzione all’Antartico
L’Antartide, così lontana, ma allo stesso tempo vicina alle strategie economiche di molti Paesi, è sottoposta al Trattato Antartico dal 1959, detto anche trattato di Washington. Si tratta di un accordo internazionale stipulato a Washington il 1º dicembre 1959 e firmato dai 12 paesi partecipanti all’Anno Geofisico Internazionale (1957-58). Tale trattato iniziò ad essere attivo a partire dal 23 giugno 1961 con «l’obiettivo di stabilire le linee guida per l’utilizzo pacifico delle risorse del continente e per la preservazione di flora, fauna e dell’ecosistema»1. Lo scopo reale del Trattato era, però, quello di non creare frizioni tra i paesi firmatari che rivendicavano la sovranità territoriale sul continente: essi concordarono di «interrompere le loro richieste e di rinunciare allo sfruttamento economico o all’utilizzo per scopi bellici del continente»2.
Amministrazione delle risorse Antartiche
È bene ora concentrarsi e ragionare sulle nuove strategie di ricerca di materie prime nell’Antartide. Va detto che in questi anni, nei quali l’economia mondiale sta imponendo lo sfruttamento delle risorse minerarie e degli idrocarburi, praticamente ovunque, il santuario economico, militare, ecologico e biologico costituito dall’Antartide sembra essere un’eccezione o quasi, e si vedrà il perché. Tre convenzioni internazionali (1972, 1980 e 1991) hanno rafforzato le misure precauzionali e tutte le grandi potenze della terra hanno ratificato il Trattato. C’è da chiedersi a cosa sia dovuto tale successo e com’è possibile che l’equilibrio geopolitico possa reggere così bene.
È bene però andare con ordine e rilevare alcuni passaggi fondamentali. A partire dal 1994 tutti i paesi firmatari del Trattato si riuniscono annualmente ai cosiddetti Incontri Consultivi sul Trattato Antartico (Antarctic Treaty Consultative Meetings, ATCM). Questi sono una sorta di forum internazionali che hanno lo scopo di prendere decisioni condivise sull’amministrazione del continente.
Va inoltre aggiunto che non tutti i paesi firmatari hanno diritto di voto, ma solo 29 su 56, cioè le cosiddette Parti Consultive, i 27 paesi restanti, le Parti Contraenti, possono solo partecipare all’incontro. I 29 paesi votanti si compongono dei 12 membri fondatori del Trattato3 e di altri 17 paesi che hanno dimostrato particolare impegno nella ricerca scientifica in Antartide. Agli incontri prendono parte, in qualità di osservatori, il Comitato scientifico per la ricerca in Antartide (SCAR), il Consiglio dei direttori dei programmi nazionali antartici (COMNAP) e la Convenzione per la protezione delle risorse marine viventi in Antartide (CCAMLR)4.
Di tale continente sono due le “risorse” fondamentali che possono essere sfruttate: marine e terrestri. La pesca in quelle zone negli ultimi decenni è divenuta massiva e ha provocato l’estinzione di diverse specie. Le prime vittime dell’uomo furono le foche da pelliccia che si estinsero già negli anni venti del Novecento, le balenottere scomparvero, invece, nel 1986. Altre specie di balene rischiano l’estinzione a causa della pesca del Krill (nel 2025 il valore del pescato raggiungerà i 400 milioni di dollari), alla base della loro catena alimentare.
A livello terrestre molte e molto redditizie sono le risorse da sfruttare, esse vanno divise tra quelle inorganiche (minerali) e quelle organiche (idrocarburi). Le prime si compongono di carbone, gas naturale e petrolio come risorsa offshore. Va però detto che il petrolio presente nel continente è difficilmente estraibile. Il continente è ricchissimo di minerali: ferro, manganese, antimonio, cromo, rame, oro, piombo, molibdeno, stagno, uranio, zinco, argento, nichel, cobalto e platino.
Ricostruzione storica
L’Antartide fu l’ultimo continente ad essere esplorato dall’uomo (1820). Un continente al di fuori del mondo, mai colonizzato e che accoglie tra inverno ed estate dalle 1000 alle 5000 persone, quasi tutti ricercatori. Nel 1947, quando l’esploratore americano Richard Byrd sorvolò il continente5, lanciando dall’alto la bandiera delle Nazioni Unite, tutto faceva presupporre che sarebbe stata proprio tale Istituzione, nata solo nel 1945, a gestire geopoliticamente il continente.
L’Istituzione fu voluta e diretta dai vincitori del secondo conflitto mondiale. Infatti, all’inizio c’era la volontà comune che l’Antartide fosse un territorio sotto la sovranità delle Nazioni Unite. Ma, paesi come il Cile, la Francia e l’Australia, hanno voluto affrontare la questione solo tra paesi con interessi diretti su tale continente. Va inoltre aggiunto che le due nazioni politicamente più potenti in quegli anni, USA e URSS, non condivisero mai la gestione condivisa del continente, anzi iniziarono un’aspra competizione per dimostrare chi avesse messo prima piede sul continente.
Così negli anni ’50 si accantonò l’idea della gestione diretta da parte delle Nazioni Unite e si optò per il Trattato dei paesi che avevano interessi diretti sul continente. Questo inizialmente ebbe fortuna e molti paesi lo sottoscrissero, ma agli inizi degli anni ’80 ebbe un periodo di aperta critica, anche dagli USA, membri delle Nazioni Unite. La critica risiedeva nella concezione elitaria della governance. Alcuni vedevano il Trattato come frutto di pratiche coloniali e quando alcuni Stati hanno chiesto l’esclusione dal Trattato del Sud Africa, ciò è stato visto come una continuazione dell’apaertheid.
I Paesi non allineati basavano le loro critiche su ideali universalistici e di ridistribuzione delle ricchezze del Pianeta. L’Antartide doveva essere concepita come bene comune e governato dalle Nazioni Unite con «nuove regole che prevedano, tra l’altro, la partecipazione del terzo mondo al processo decisionale e un sistema di equa ripartizione dei benefici derivanti dallo sfruttamento delle risorse»6. Gli antagonismi tra i Paesi firmatari impedirono che l’Antartide fosse governata direttamente dalle Nazioni Unite. Oggi, gli attori principali in Antartide sono due: la Russia e l’Australia. La prima vuole ad ogni costo accaparrarsi il maggior numero di risorse presenti nel continente e sono pronti a farlo se nel 2048 non ci dovesse essere un rinnovo/proroga del Trattato.
A tal proposito va detto che la Russia possiede il maggior numero di rompighiaccio sul Pianeta, mezzi fondamentali per poter giungere a piazzare macchinari e basi per l’estrazione dei minerali. L’Australia, invece, rivendica il 42% del Continente. Inoltre, questa ha ben 3 stazioni di ricerca attive e ha impiegato enormi risorse finanziarie per la ricerca dei minerali, si parla di più di 190 milioni di sterline solo nel biennio 2020/20217.
Conclusioni
Tutto, dunque, stranamente funziona poiché si regge su un equilibrio eccessivamente precario. Nessuna delle nazioni esce dal Trattato per il timore di causare enormi danni diplomatici. L’equilibrio geopolitico è fragile e nessuno conosce realmente ciò che potrebbe succedere se uno dei grandi attori decidesse di abbandonare il Trattato. Stati Uniti e Russia, che inizialmente non avevano rivendicazioni, si riservano il diritto di farlo qualora il Trattato cessasse di essere riconosciuto.
Oggi tale situazione risulta ancor più precaria dopo la totale rottura dei rapporti tra Russia e Stati Uniti a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina. Dunque, più che dare risposte, possiamo solo lasciarci con molti interrogativi su un così fragile equilibrio geopolitico.
- M. Lavinia, Il Trattato antartico e la difesa avanzata dell’Australia (1968-1963): tesi di laurea in Storia dei trattati, Trieste, Universita degli Studi, 1997/98, p. 127. ↩︎
- Una giornata per l’Antartide, in Le Scienze, 1º dicembre 2011. URL consultato il 1º febbraio 2024. ↩︎
- Sud Africa, Argentina, Australia, Belgio, Cile, Stati Uniti, Francia, Giappone, Norvegia, Nuova Zelanda, Regno Unito e URSS. ↩︎
- Happy Antarctica Day!, in Italiantartide – Il Portale dell’Unità Tecnica Antartide dell’ENEA. URL consultato il 1º febbraio 2024; La segreteria del Trattato Antartico, su ats.aq. ↩︎
- S. Zavatti, Il contrammiraglio Richard Evelyn Byrd, in Rivista marittima, fascicolo giugno 1957, pp. 3-15. ↩︎
- M. Savini, Il sistema delle Nazioni Unite e il regime antartico, in Mélanges à la mémorie de Jean Carroz, Roma, FAO, 1987. ↩︎
- https://iari.site/2022/02/08/il-ruolo-geopolitico-dellantartide/. ↩︎