Il quarto appuntamento del podcast “L’Aperitivo”, il progetto di Politica e La Giovane Roma, con la media partnership de L’Espresso: con Maria Elena Boschi, attualmente deputata di Italia Viva, sono stati ripercorsi gli ultimi decenni della politica italiana, a partire dal suo esordio politico. Un passaggio, quest’ultimo, pressoché “preannunciato”, poiché iscritto nella sua storia famigliare, la stessa da cui ha appreso un esempio positivo della cosiddetta “cosa pubblica”, un fattore tutt’altro che scontato considerando il clima di grande disillusione che pervade la politica italiana a partire dallo scandalo Tangentopoli.
Tutto è cominciato nel 2012: studiando a Firenze, benché inizialmente lei stessa abbia ammesso di essersi dedicata a tutt’altro, avviando una carriera nel mondo legale, ha avuto modo di conoscere quello che lei stessa definisce “ciclone Renzi”, un vero e proprio cambiamento radicale che ha impattato drasticamente sul modo allora conosciuto di fare politica. In questo contesto è nata la Leopolda, nonché una possibilità unica per i giovani: rilanciare la propria idea di Paese, la propria visione innovativa. Di lì a poco, la sua elezione in Parlamento, sostenuta proprio da Matteo Renzi, uscito vincitore nel congresso del partito.
Impegno politico tra passato e presente
Tra alti e bassi, la sua carriera politica è sempre stata particolarmente intensa. Il momento più difficile è stato toccato con il fallimento della Banca Etruria, cui suo padre risultava professionalmente legato. Proprio questa stessa commistione familiare e politica ha definito una parentesi molto intensa che non ha lasciato spazio a tentennamenti, richiedendo un lavoro costante e serrato. D’altro canto, il momento più bello è stato raggiunto in concomitanza della riforma costituzionale del 2016, per via dell’impegno collettivo e univoco che ha visto coinvolte nella campagna referendaria tutte le parti di quello che allora era il suo partito.
Ad oggi, il suo impegno parlamentare si concentra molto sul fronte sociale. Inquadrabile in questo senso la legge sull’oblio oncologico, di cui è stata prima firmataria, ma anche altre due proposte di legge centrate sull’estensione dei diritti civili: l’eliminazione degli stage gratuiti, da un lato, e il conferimento formale di eguali diritti ai lavoratori e alle lavoratrici affetti da malattie croniche ed invalidanti, dall’altro. Ambedue dal suo punto di vista possono giovare al futuro del Paese.
Il partito democratico di Elly Schlein
Quanto all’attuale Partito Democratico, pare positivo il giudizio sotteso alla segreteria inaugurata da Elly Schlein: benché quest’ultima sia partita svantaggiata, dal suo punto di vista ha saputo guadagnarsi un buon sostegno elettorale direttamente sul campo, ed è così che si è rivelata “intelligente” la politica adottata. La vera chiave di volta è stata unirsi mettendo da parte i risentimenti, adottando un programma comune e credibile. “Se c’è compattezza, non sarà così semplice per la destra vincere”, ha aggiunto. Tuttavia, Boschi ritiene poco auspicabile il ritorno dell’attuale gruppo politico di Italia Viva nel Partito Democratico.
Benché l’uscita da quest’ultima fazione sia stata tutt’altro che scontata, “una scommessa sotto vari punti di vista”, Boschi ritiene che la presenza di un centro riformista sia comunque necessaria. Per avvalorare questa tesi, ha ripreso le parole di Tony Blair, storico esponente laburista inglese, secondo cui “alla sinistra serve il centro”.
L’Unione europea e il riarmo
Di tutt’altro aspetto, invece, il giudizio espresso relativamente alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, promotrice del piano di riarmo europeo. Incalzata a proposito di un eventuale voto a quest’ultimo, Boschi riferisce che con ogni probabilità l’avrebbe votato, “ma senza entusiasmo”. Quanto alle motivazioni, Boschi crede che esso sia non solo “fumoso e indefinito” in termini strettamente economici, ma anche parziale. Dal suo punto di vista, si dovrebbe investire maggiormente sulla politica estera comune e sulla difesa comune: in assenza di questi ultimi passaggi, la visione rilanciata dalla Presidente von der Leyen risulta “pezza”.
La politica estera
Complesso il fronte relativo alla guerra tra Russia e Ucraina: malgrado l’Italia abbia fatto la scelta giusta schierandosi al fianco di Kiev, allo stato attuale Boschi crede che non si stia portando avanti una politica diplomatica. Proprio quest’ultima consentirebbe all’Italia, unitamente agli altri Stati dell’Unione, di giocare un ruolo maggiormente centrale nelle trattative di pace attualmente in corso.
La politica interna
Sul fronte interno, particolarmente dura e chiara la posizione assunta a proposito del Governo Meloni: “Meglio un Conte Ter a un Meloni 1”. L’autonomia differenziata, avanzata dall’esecutivo, secondo Boschi alimenta le disuguaglianze tra territori e tra cittadini. “È una riforma ingiusta”, spiega, sostenendo che il rischio di un’Italia a due velocità sia sempre più concreto.
Le donne e i giovani: il futuro dell’Italia
Vivida anche la preoccupazione per il futuro dei giovani italiani, costretti ad emigrare all’estero in cerca di migliori opportunità professionali. Proprio questi ultimi, dal suo punto di vista, dovrebbero affrontare la quotidianità e le sfide ad essa correlate con umiltà, ma senza farsi spaventare eccessivamente dai propri limiti, battendosi quotidianamente per la realizzazione dei propri sogni.
Secondo Boschi, le donne in politica non devono sacrificarsi della propria identità per avere autorevolezza. Segue di qui la critica alla decisione della premier Meloni di farsi chiamare “il Presidente del Consiglio” per “apparire più forte”. “Credo che sia un errore”, spiega, aggiungendo che per lei “essere donna è un valore aggiunto”.
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