Il 15 gennaio Roberto Speranza è stato l’ospite del secondo appuntamento del format mensile “L’aperitivo”, ideato da Politica e La Giovane Roma per permettere ai giovani (e non solo) un incontro ravvicinato con personalità influenti in vari ambiti del nostro Paese.
L’incontro con Speranza, moderato da Paolo Federico e Michele Sangiovanni, è stato anticipato da uno spiacevole avvenimento: nella notte tra il 14 e il 15 gennaio, giorno dell’aperitivo con l’ex ministro, sono stati vandalizzati i muri e le serrande del locale Studio 26, in Vicolo del Fico 3, Roma, che ha ospitato l’evento.
“Boia”, “Assassino”, sono queste alcune delle scritte intimidatorie rivolte direttamente al politico, un atto di frange novax, le stesse che poco prima dell’arrivo dell’On. Speranza nei pressi del locale, hanno messo in atto una protesta, tenuta sotto controllo dalle forze dell’ordine.
Roberto Speranza, classe 1979, inizia la sua carriera da giovanissimo come rappresentante d’istituto nel suo liceo di Potenza e, dopo essere stato segretario regionale per la Sinistra Giovanile e, ancora ventenne, consigliere comunale a Potenza, arriva a ricoprire il ruolo di parlamentare e infine quello di Ministro della Salute tra il 2019 e il 2022, trovandosi a dover gestire la pandemia da Covid-19.
IL CORAGGIO DEL CONFRONTO
Alla richiesta di un breve commento sui fatti accaduti prima del proprio arrivo, l’On. Speranza risponde: “Purtroppo ci sono abituato. Il movimento novax esiste e ci sto facendo i conti anche se non sono ministro da un anno e mezzo. Bisogna avere il coraggio del confronto”.
Parlando poi delle decisioni prese durante il proprio mandato da ministro, Speranza sottolinea come l’obiettivo delle scelte del Governo fosse sempre e comunque quello di salvare la vita delle persone, seguendo la scienza, ribadendo come l’Istituto Superiore di Sanità abbia stabilito che in un solo anno i vaccini abbiano evitato la morte di 150 mila persone. Un messaggio forte quello dell’ex ministro quando, con una frase d’effetto, dice: “Non deve essere una scritta scomposta sul muro a fermare la democrazia”, perchè “quando si arriva ad atti di violenza fisica finisce la politica, e si arriva ad altro”.
Il recente condono per i novax è secondo il parlamentare un tentativo di “lisciare il pelo a un pezzo dell’elettorato” e di dare ad alcune testate giornalistiche la possibilità di parlare di qualcosa. Si tratta di un messaggio pesantemente sbagliato da lanciare: il prezzo delle multe annullate è pagato da chi invece durante tutto il corso della pandemia è stato serio e ha seguito la legge. “Stiamo dicendo alle persone che le regole ci sono, ma se non si rispettano non succede poi molto”, commenta il ministro.
La pandemia, momento complicato per tutti gli italiani e non solo, è stata vissuta dall’Onorevole in modo ancora più complesso, tanto da parlarne come del punto più ostico della sua carriera.
PASSIONE PER LA POLITICA E CONSIGLI PER I GIOVANI
La passione per la politica per Speranza nasce sin dai banchi di scuola. Dopo la laurea in Scienze politiche il telefono squilla: gli viene offerto uno stage retribuito alla Barilla, con la possibilità di un successivo contratto a tempo determinato e poi indeterminato. Ma il telefono squilla di nuovo: questa volta è un amico d’infanzia. Parla di mollare tutto, tornare in Basilicata e dirigere la Sinistra giovanile a Potenza, senza poter guadagnare un soldo. Qui Speranza si trova a un bivio: un posto saldo, fisso, certo o il sogno giovanile, la possibilità di fare politica a casa sua, al Sud. Il giovane Speranza decide di tornare a casa.
Ribadendo più e più volte quanto sia fondamentale l’aspetto economico, sottolineando quanto siano stati indispensabili l’appoggio dei genitori e la fortuna di nascere in un contesto privilegiato, seppur umile, Speranza incentiva i giovani a fare politica e ad avere il coraggio di fare ciò che si desidera. E qui una piccola critica al sistema partitico odierno. L’ex ministro si interroga sul ruolo dei partiti: questi dovrebbero servire a permettere ai giovani senza possibilità, ma con talento, di poter fare politica, così come ha potuto fare egli stesso a vent’anni. Il grande problema risiede nella lunga campagna di antipolitica, durata vent’anni, “che ha portato la parola partito ad essere impronunciabile”. “Dietro a questa cosa c’è la qualità della nostra democrazia”, ribadisce l’ex ministro.
Sempre sulle possibilità presenti e future per i giovani, Speranza parla a malincuore di come essi siano i veri ‘ultimi’ della nostra società. Se si inverte la piramide demografica si hanno sempre più anziani, ma dal momento che “le scelte si fanno per chi è di più” c’è il rischio che i giovani vengano lasciati indietro, insieme ai grandi temi che li riguardano da vicino, come la precarietà. Secondo Speranza una legge che andrebbe approvata con urgenza è quella sul salario minimo. Questa darebbe molte possibilità ai giovani, che ad oggi, con i primi lavori, non possono permettersi nemmeno una piccola stanza in una grande città. Per il politico: “La questione generazionale dovrebbe spingere a una mobilitazione giovanile”.
LA SCISSIONE DEL 2017 E IL RAPPORTO CON I COLLEGHI
Nel 2017 nasce Articolo 1, a seguito di un cambiamento di rotta del Partito Democratico, di cui Roberto Speranza era parte. La scelta presa da lui, insieme a Pier Luigi Bersani, Guglielmo Epifani ed altri, era mossa dalla volontà di “dare una casa a persone che non credevano più nel partito”, che con la segreteria renziana “si era posizionato altrove”. Alla domanda dei moderatori dell’incontro “Rifarebbe la scissione del 2017?” Speranza risponde positivamente. Il Partito Democratico secondo l’ex ministro non è ancora perfetto (perchè tra le altre cose il voto degli operai, storicamente a sinistra, “non gli sorride più”), e questo anche a causa della leadership di Renzi, che all’epoca “aveva stravolto il partito”. Oggi il rapporto con Matteo Renzi non è di amicizia, ma di rispetto per i percorsi individuali. Con Elly Schlein il PD sta cercando di recuperare, ma come dice Speranza, “se per rompere ci vuole un minuto, per recuperare ci vuole tempo”.
TEMI CIVILI E RIFORME
In risposta a domande sui grandi temi del dibattito pubblico, Speranza non ha molti dubbi: è favorevole alla legalizzazione della cannabis e alle adozioni gay, e contrario alla gestazione per altri. Una proposta di legge da fare approvare domani? Per l’ex Ministro della Salute non ci sono dubbi: è necessaria una riforma della funzione del medico di base, oggi molto “sconnessa” dal resto del Sistema Sanitario Nazionale.
LA SITUAZIONE INTERNAZIONALE
Su Elon Musk: “Vedere poteri economici forti che entrano in campi delicati come i social media e la politica fa preoccupare”, c’è un protagonismo “inquietante” perchè “quando decide l’economia e la finanza chi fa il capo, c’è un problema enorme”.
Nella serata del 15 gennaio, poco prima dell’inizio dell’incontro con l’On. Speranza, è giunta la notizia di una tregua a Gaza. Il ministro parla di un “quadro drammatico”: “Dopo il 7 ottobre è evaporata l’aria grigia di chi non voleva far cadere il dialogo. […] Più odio semini e più odio ti arriva. […] Oggi bisogna fermare le armi e la spirale di odio per poi trasformare la tregua in pace con la politica. […] L’europa deve essere più protagonista, così come l’Italia, entrambi assenti dalla situazione”.
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