Il 29 ottobre è entrata ufficialmente in vigore la versione aggiornata della zona di libero scambio (DCFTA) tra Unione europea e Ucraina. L’accordo rappresenta un ulteriore passo verso l’integrazione dell’Ucraina nel mercato unico europeo, rafforzando i legami economici e politici tra Kiev e Bruxelles. La nuova DCFTA apre nuove opportunità per le imprese e i cittadini, facilitando gli scambi commerciali e sostenendo la ripresa economica del Paese.
Dal 2014 a oggi
La versione originaria del DCFTA risale al 2014, come uno dei pilastri dell’accordo di associazione UE-Ucraina, ed è entrata in vigore due anni dopo, nel 2016. Dopo l’invasione russa del febbraio 2022, l’intesa è stata sostituita da un quadro provvisorio, le “Autonomous Trade Measures” (ATM), che sospendeva dazi e barriere tariffarie sulle esportazioni agricole ucraine verso l’UE.
Grazie a queste misure, Kiev ha potuto esportare cereali, mais, uova, pollame, zucchero e prodotti caseari nel mercato unico europeo, garantendo una valvola di sopravvivenza economica durante il conflitto.
Il 30 giugno 2025, l’UE e l’Ucraina hanno raggiunto un accordo di principio sulla revisione della Zona di libero scambio approfondita e completa (DCFTA), ai sensi dell’articolo 29 dell’Accordo di associazione. Successivamente, il 13 ottobre 2025, il Consiglio dell’UE ha autorizzato la Commissione europea a procedere alla revisione della DCFTA con l’Ucraina su tale base e, il 14 ottobre, la Commissione e le autorità ucraine hanno adottato formalmente la decisione di rivedere l’accordo facendolo entrare in vigore il 29 ottobre.
I tre pilastri dell’accordo
Secondo la nota della Commissione europea, l’accordo aggiornato si fonda su tre pilastri principali:
- aumento dei flussi commerciali e della competitività reciproca;
- allineamento progressivo delle norme di produzione e dei controlli di qualità;
- introduzione di una clausola di salvaguardia solida e permanente per tutelare i settori sensibili.
L’obiettivo di Bruxelles è stato quello di bilanciare la liberalizzazione degli scambi con il sostegno all’Ucraina e la protezione degli agricoltori europei, specialmente nei Paesi confinanti. Dal 2022 infatti paesi come Polonia, Slovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria hanno iniziato a lamentarsi della concorrenza sleale, imponendo numerosi embarghi.
Cosa cambia con questo aggiornamento?
Per i prodotti agricoli più delicati – come zucchero, pollame, uova, grano, mais e miele – l’aumento delle esportazioni non sarà cospicuo rispetto ai livelli precedenti: non supererà infatti il 25% dei contingenti del 2026. Al contrario, per altri prodotti, come latticini, funghi e succhi d’uva, l’accesso al mercato sarà completamente liberalizzato.
Il maggiore accesso dell’Ucraina al mercato unico è subordinato a un progressivo allineamento agli standard europei in materia di benessere animale, uso di pesticidi e medicinali veterinari entro il 2028. Kiev dovrà presentare una relazione annuale sui progressi compiuti in ciascun settore.
Clausole di tutela e tensioni politiche
Il nuovo DCFTA include meccanismi di salvaguardia per intervenire in caso di perturbazioni di mercato a livello europeo o nazionale, tanto che la Commissione potrà proporne l’attivazione su richiesta di uno o più Stati membri. Bruxelles assicura che le concessioni commerciali sono state “calibrate”, con particolare attenzione agli stati confinanti con l’Ucraina, colpiti dalle conseguenze economiche della guerra e dal dirottamento delle esportazioni verso il mercato UE.
Nonostante l’approvazione dei termini del nuovo accordo a maggioranza qualificata da parte dei 27 Paesi membri, Ungheria, Polonia e Slovacchia si sono opposte, denunciando rischi per i propri agricoltori. Il governo di Viktor Orbán ha già annunciato che manterrà il divieto nazionale sulle importazioni di prodotti agricoli ucraini, in aperto contrasto con le regole europee. Un portavoce della Commissione ha dichiarato che Bruxelles si aspetta la piena applicazione dell’accordo da parte di tutti gli Stati membri. Se Budapest decidesse di non rispettare le regole, potrebbe segnare un pericoloso precedente, proprio nel momento in cui l’UE cerca di rilanciare gli accordi commerciali, a partire dal Mercosur.
Anche la Copa-Cogeca, ovvero il Comitato delle Organizzazioni Professionali Agricole e la Confederazione Generale delle Cooperative Agricole, che è espressione del più influente gruppo di interesse per gli agricoltori europei, definisce le concessioni all’Ucraina “significative”. Dichiarano infatti, in una nota, quanto segue: “Riconosciamo che sono stati compiuti sforzi per affrontare i rischi che gravano sui produttori e sulle industrie europei. Tuttavia, le concessioni in molti settori sensibili sono significative. L’aumento delle quote per l’alcol etilico (+25%), il pollame (+33%), il frumento tenero (+30%), l’orzo (+29%), mais (+54%), uova (+200%) e, in particolare, zucchero (+398%) e miele (+483%) comporterà sfide significative, soprattutto perché si aggiunge alle concessioni commerciali passate o previste, in particolare con il Mercosur”.
Verso una nuova fase del rapporto UE-Ucraina
Con l’entrata in vigore del nuovo DCFTA si è compiuto un passo importante verso un’integrazione economica più profonda e stabile. L’accordo non solo rafforza i legami commerciali, ma rappresenta anche un messaggio politico di sostegno e fiducia nel percorso europeo dell’Ucraina, in un momento cruciale per il futuro del continente. Lars Løkke Rasmussen, ministro degli Esteri danese e presidente del Consiglio dell’UE, infatti, dichiara: “Sia l’Ue sia l’Ucraina trarranno beneficio dall’eliminazione dei dazi doganali, che porterà a una stabilità economica duratura, relazioni commerciali solide e una maggiore integrazione dell’Ucraina nell’Unione”.
Con il nuovo DCFTA, Ucraina e Unione europea compiono un passo decisivo verso un’integrazione economica e politica più profonda. L’aumento delle importazioni dall’Ucraina si è rivelato però un vero problema per i settori agricoli di alcune nazioni dell’Europa centrale, a causa della competitività dei prezzi del grano ucraino esentato dai dazi doganali.
L’accordo, comunque, voluto a maggioranza qualificata, apre il mercato unico a Kiev, sostiene la ripresa economica e rafforza i legami strategici tra Bruxelles e Ucraina. Tra liberalizzazione commerciale, allineamento agli standard europei e strumenti di tutela, il DCFTA rappresenta non solo un’opportunità economica, ma anche un chiaro segnale di fiducia e sostegno politico, confermando l’impegno dell’UE per un futuro europeo condiviso.
20250417

