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    Lukashenko vince ancora: quale futuro per la Bielorussia?

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    Alexander Lukashenko ha ottenuto un nuovo mandato, più precisamente il settimo, alla guida della Bielorussia, consolidando il suo potere con un risultato ufficiale che supera l’86% dei voti

    Nonostante la vittoria, le elezioni sono state fortemente criticate dalla comunità internazionale, che le ha definite una “farsa” a causa dell’assenza di reali oppositori e della repressione politica che è esercitata nel Paese ormai da molto tempo. L’Unione europea e gli Stati Uniti hanno già annunciato di non riconoscere l’esito, mentre Mosca e Pechino hanno espresso il loro sostegno al Presidente bielorusso.  

    Questo risultato conferma una tendenza ormai consolidata, la Bielorussia si allontana sempre più dall’Occidente e rafforza il suo legame con la Russia. Negli ultimi anni, Lukashenko ha reso il Paese sempre più dipendente da Mosca accettando basi militari russe sul territorio bielorusso e sostenendo, almeno indirettamente, la guerra in Ucraina contro Kiev.

    Questo allineamento strategico lascia poche possibilità di un futuro riavvicinamento con l’Europa, soprattutto in un contesto in cui Bruxelles continua a imporre sanzioni alla Bielorussia condannato fermamente la politica di Lukashenko, anche se sembra non interessare a quest’ultimo visto le sue recenti dichiarazioni.

    Economia di Mosca a Minsk

    Dal punto di vista economico, la Bielorussia resta fortemente legata alla Russia che rappresenta il suo principale partner commerciale e fonte di sostegno finanziario. Tuttavia, questa dipendenza potrebbe trasformarsi in un vincolo sempre più stringente, riducendo ulteriormente l’autonomia politica di Minsk, fino a renderla sostanzialmente un’ombra della Russia.

    Anche la recente apertura verso la Cina, con nuovi accordi economici, potrebbe non essere sufficiente a garantire un margine di manovra indipendente per il governo di Lukashenko. In questo scenario, il futuro della Bielorussia appare incerto. 

    Da un lato, l’opposizione democratica continua a esistere, anche se repressa o in esilio, e potrebbe rafforzarsi nel lungo termine con il sostegno occidentale, mentre dall’altro, il regime sembra deciso a mantenere il controllo con ogni mezzo, puntando sulla protezione russa per garantire la propria sopravvivenza.  

    La Bielorussia rischia così di diventare sempre più un satellite di Mosca, con minori prospettive di sviluppo autonomo e un crescente isolamento dall’Europa.  Infatti negli anni la Bielorussia è diventata sempre più dipendente economicamente da Mosca: la Russia ha fornito energia a prezzi scontati e ha concesso prestiti per sostenere l’economia bielorussa. 

    In cambio, Lukashenko ha accettato una maggiore integrazione tra i due Paesi, firmando accordi che rafforzano l’influenza russa in Bielorussia. Finché Lukashenko resterà al potere, un cambiamento di rotta sembra improbabile, ma le tensioni interne e internazionali potrebbero riservare sviluppi inattesi.

    Le principali azioni politiche di Alexander Lukashenko 

    Alexander Lukashenko è presidente della Bielorussia dal 1994 e, nel corso di oltre tre decenni di governo, ha trasformato il Paese in un grande sistema di controllo e di repressione di ogni dissenso.

    Fin dai primi anni al governo, Lukashenko ha progressivamente eliminato ogni forma di opposizione politica. Ha modificato la Costituzione per rimuovere i limiti ai mandati presidenziali e ha represso violentemente le proteste, specialmente dopo le contestate elezioni del 2020. 

    Molti leader dell’opposizione, come Sviatlana Tsikhanouskaya, sono stati costretti all’esilio, mentre altri sono stati arrestati. Non solo controllo e repressione sugli oppositori ma anche sui media e sulla società civile. Infatti Lukashenko ha imposto severe restrizioni sulla libertà di stampa, chiudendo giornali indipendenti e arrestando giornalisti. Ha anche limitato l’attività delle ONG e perseguitato chiunque criticasse il Governo, con migliaia di arresti tra attivisti e cittadini comuni.  

    Coinvolgimento nella guerra in Ucraina

    Dal 2022, la Bielorussia ha giocato un ruolo chiave nel conflitto russo-ucraino. Sebbene ufficialmente non abbia inviato truppe, ha permesso alla Russia di muovere soldati ed armamenti sul proprio territorio per attaccare l’Ucraina. Questo ha portato a un ulteriore isolamento del paese da parte dell’Occidente, con nuove sanzioni economiche.  

    Il coinvolgimento della Bielorussia nella guerra in Ucraina è un tema complesso e molto delicato che riflette le dinamiche geopolitiche della regione e le scelte politiche del governo bielorusso. 

    Inoltre, ci sono stati segnali di un crescente coinvolgimento diretto delle forze bielorusse, anche se fino ad ora, Lukashenko ha evitato di dichiarare apertamente la partecipazione delle sue truppe. Questo coinvolgimento può sollevare anche interrogativi sul futuro della Bielorussia stessa. Se la situazione dovesse evolversi verso un maggiore coinvolgimento nella guerra, la nazione potrebbe subire gravi conseguenze economiche, politiche e sociali. 

    D’altro canto, il sostegno a Putin potrebbe essere visto come una strategia per mantenere il potere e la stabilità interna, anche a costo di isolarsi ulteriormente dalla comunità internazionale. In definitiva, la Bielorussia è un attore ambiguo in questa guerra, in bilico tra il sostegno alla Russia e le sfide derivanti dall’isolamento globale

    Politiche economiche e welfare statalista

    Lukashenko ha mantenuto un’economia fortemente statalizzata, con molte industrie sotto controllo governativo. Ha cercato di garantire una certa stabilità economica e servizi sociali di base, ma senza modernizzare il sistema, rendendo il Paese poco competitivo rispetto agli standard europei.  

    Relazioni internazionali: tra Russia, Cina e l’isolamento dall’Occidente

    Mentre l’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni alla Bielorussia per la repressione dei diritti umani, Lukashenko ha rafforzato i rapporti con Russia e Cina. La Cina ha assunto un ruolo sempre più rilevante nelle relazioni internazionali della Bielorussia, soprattutto come partner economico e commerciale alternativo alla Russia e all’Occidente

    Sebbene la Cina non abbia lo stesso legame storico e culturale che lega la Bielorussia alla Russia, il Paese asiatico ha visto nella Bielorussia un partner utile nella sua strategiaOne Belt, One Road” , la Nuova Via della Seta.  La Bielorussia ha beneficiato degli investimenti cinesi in vari settori, tra cui infrastrutture, industria e tecnologia.

    Per concludere

    Lukashenko ha mantenuto il potere attraverso il controllo autoritario, ha stretto i legami con Mosca e ha isolato la Bielorussia dall’Occidente. Il futuro del Paese appare sempre più legato alle decisioni di Mosca e Pechino, vedremo quale saranno le novità per la sua settima presidenza e le sfide che dovrà affrontare anche in vista dei cambiamenti geopolitici messi in atto dalla nuova Presidenza americana Trump.

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