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    Francia, Macron alle strette: verso un nuovo premier in 48 ore?

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    Lunedì 6 ottobre Sebastien Lecornu, primo ministro francese, nominato solamente il 9 settembre scorso, si è dimesso a sorpresa, dopo essere entrato in carica da solo 14 ore. 

    Le dimissioni sono state inizialmente accettate dal Presidente della Repubblica Emmanuel Macron, il quale ha successivamente chiesto all’ex Capo del governo di prendersi altri due giorni per effettuare delle consultazioni e ideare una nuova formazione. 

    Lecornu ha però confermato le sue dimissioni, definendo conclusa la sua missione. Ora il Capo di Stato francese si ritrova a gestire una situazione estremamente complicata, dalla quale pare non esservi alcuna via d’uscita.

    Una spirale infinita

    Si tratta della caduta del terzo governo dalle elezioni dell’estate del 2024 in poi, di cui l’ultimo, il più breve della storia della Quinta Repubblica, è resistito solo poco più di ottocento minuti. 

    La Francia è tragicamente intrappolata nell’incertezza e nell’instabilità politica, che genera anche grandi difficoltà economiche, con la Borsa di Parigi che subisce un crollo vertiginoso, scoraggiando fortemente gli investitori. Questa spirale negativa è principalmente frutto degli errori tattici di Macron, che fatica a trovare una soluzione capace di fornire al popolo transalpino un esecutivo affidabile e duraturo. 

    Con dodici su diciotto nuovi ministri riconfermati, la nuova formazione di governo è parsa troppo simile alla precedente presieduta da Bayrou, tanto da sembrare un rimpasto poco convincente. Una squadra eccessivamente debole per poter guidare un Paese che vive una delle fasi più delicate della sua storia recente, che ha acquisito maggiore fragilità dopo le pressioni effettuate dal ministro degli Interni Bruno Retailleau, che chiedeva una maggior partecipazione all’esecutivo per i Republicains. 

    Un altro fattore scoraggiante è stata la nomina di Bruno Le Maire al Ministero della Difesa, a causa degli scarsi risultati raggiunti durante il mandato da ministro dell’Economia. Il Presidente della Repubblica ora deve necessariamente trovare la soluzione definitiva al caos che imperversa a Parigi.

    Le reazioni 

    I principali partiti francesi si sono espressi sulla complessa situazione che il Paese sta vivendo, criticando aspramente Macron. Jean Luc Mélenchon, leader di LFI, ha richiesto a gran voce l’esame immediato della mozione per la destituzione del fondatore di Renaissance, mentre Jordan Bardella del Rassemblement National ha definito come necessario lo scioglimento dell’Assemblée, in modo tale che il popolo possa nuovamente esprimere le proprie preferenze alle urne. 

    Se Macron è soggetto a critiche feroci, l’operato di Lecornu è stato invece apprezzato da parte dell’opinione pubblica transalpina, che ha gradito la sua onestà e lucidità nel comprendere che non vi fossero le condizioni adeguate a governare uno Stato in forte crisi con una formazione divisa. I complimenti sono arrivati in particolare dai socialisti, che hanno sottolineato l’onore e la dignità della scelta del politico francese. 

    L’all-in di Macron

    La palla ora è nelle mani del Presidente della Repubblica, che è chiamato ancora una volta ad eseguire una decisione fondamentale per il futuro della Nazione. Lecornu ha dichiarato che il Capo di Stato potrebbe nominare un nuovo primo ministro nelle prossime quarantotto ore, e ha anche aggiunto che non vi sarà alcuno scioglimento dell’Assemblea Nazionale. 

    Pensare alle dimissioni di Macron sarebbe stato alquanto irrealistico, visto che, qualora la sua leadership dovesse venire a mancare, la Francia si ritroverebbe completamente perduta, priva di una guida capace di fornire un minimo di ordine politico interno, e credibilità in un contesto internazionale altrettanto instabile.

    Le elezioni, chieste fortemente dai partiti, sembrano non essere una possibilità nell’immediato. L’unica via di fuga è la scelta di un nuovo Capo di governo, al quale però toccherebbe fare tesoro della lezione impartita dalla caduta dell’esecutivo di Lecornu. 

    Per poter durare, è necessario selezionare nuovi volti, capaci di fornire un segnale di rottura con le precedenti formazioni, cercando di distribuire più o meno equamente i Ministeri, per generare meno divisioni e non accentuare le fragilità preesistenti.

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