Il 17 ottobre 2025, il Consiglio dei Ministri ha approvato la bozza della Legge di Bilancio 2026, ma non senza contrasti. Le divisioni nella maggioranza – in particolare da parte di Forza Italia e Lega – porteranno a nuovi equilibri e alla ridefinizione di alcuni punti della manovra. Al centro dello scontro l’aumento degli affitti brevi, la tassazione delle banche e molto altro.
Cosa prevede la manovra
La manovra 2026 interviene sul fronte fiscale, a partire dal taglio dell’aliquota Irpef intermedia, che scende dal 35% al 33%. Una misura che alleggerisce il peso fiscale sui redditi medio-alti, ma che viene parzialmente compensata da un intervento per i più ricchi: per chi guadagna oltre 200.000 euro annui, è prevista una riduzione delle detrazioni pari a 440 euro. In tema di “pace fiscale“, il governo propone una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali emesse tra il 2000 e il 2023, consentendo di estinguere i debiti senza pagare interessi o sanzioni.
Sul piano sociale, la manovra dedica spazio al pacchetto famiglia, con un rafforzamento del bonus mamme e un incremento di 500 milioni annui alla Carta “Dedicata a te”. Per i pensionati, è previsto un aumento delle pensioni minime di 20 euro al mese, mentre i buoni pasto elettronici diventano detassati fino a 10 euro. Sul versante fiscale, viene innalzata a 91.500 euro la soglia ISEE per l’esclusione della prima casa dal calcolo.
Lavoro, criptovalute e accise
Numerose sono anche le misure rivolte ai lavoratori. Nel 2026 sarà introdotta una flat tax del 15% su straordinari, festivi e notturni, fino a un massimo di 1.500 euro di sconto fiscale e per redditi fino a 40.000 euro. Viene inoltre prevista un’imposta sostitutiva al 5% sugli aumenti contrattuali relativi al biennio 2025–2026, ma limitatamente ai lavoratori con redditi fino a 28.000 euro. Particolarmente rilevante è il capitolo su banche e assicurazioni, da cui il governo punta a ricavare 11 miliardi in tre anni.
Altri interventi riguardano il mercato immobiliare e le nuove forme di investimento. La cedolare secca sugli affitti brevi viene unificata al 26%, eliminando la precedente riduzione al 21% prevista per il primo immobile.Per quanto riguarda le cripto valute viene applicata un’aliquota al 26% sulle plusvalenze derivanti da stablecoin ancorate all’euro, in sostituzione della precedente al 33%, con l’istituzione di un tavolo permanente per le cripto-attività.
Infine, il governo interviene anche su alcune forme di attrazione fiscale per stranieri ad alto reddito: viene innalzato a 300.000 euro il tetto della flat tax per le persone che trasferiscono la residenza in Italia, e a 50.000 euro per i familiari. Previsto anche un aumento delle accise sulle sigarette, con l’importo fisso che passa da 29,5 a 32 euro ogni mille sigarette a partire dal 2026.
I nodi della discordia all’interno della maggioranza
Tra le misure più discusse della manovra 2026 c’è l’intervento su banche e assicurazioni. Nel 2025 verrà introdotta un’aliquota del 27,5% sull’affrancamento delle riserve non distribuite, che salirà al 33% nel 2026.
Inoltre, per questi enti è previsto un aumento di due punti percentuali dell’IRAP nel triennio 2026–2028. Si tratta di una misura pensata per garantire coperture finanziarie importanti, ma che ha suscitato forti reazioni all’interno della stessa maggioranza, in particolare da Forza Italia, che ha espresso timori per gli effetti sul sistema del credito e sugli investimenti. Le divisioni nella coalizione di governo non si fermano però al settore bancario.
Altri punti della manovra hanno generato malumori evidenti, soprattutto tra Forza Italia e Lega. Una delle misure più contestate è quella che riguarda gli affitti brevi, con l’innalzamento della cedolare secca al 26%. Il portavoce di Forza Italia, Raffaele Nevi, ha criticato la scelta, dichiarando: “Non eravamo stati informati, lo abbiamo letto nelle bozze. È una scelta profondamente sbagliata.”
Anche il leader della Lega, Matteo Salvini, ha espresso riserve, sottolineando che “non è questo il modo di aiutare la domanda interna del Paese”, riferendosi alla somma di interventi fiscali che rischiano, a suo avviso, di frenare i consumi.
Pensioni, contratti pubblici e cultura: altri fronti aperti
A suscitare perplessità è anche la gestione del capitolo pensioni. Nella bozza della manovra, infatti, non viene confermata la proroga di Quota 103 né quella di Opzione Donna, mentre si prevede solo il rinnovo dell’APE Sociale. In parallelo, la manovra contiene una stretta sull’aumento delle pensioni minime, giudicata da alcuni osservatori insufficiente rispetto alle aspettative create nei mesi scorsi.
A creare ulteriori attriti è stata anche la sparizione del fondo per il rinnovo del contratto nazionale delle Funzioni Locali, considerato un segnale negativo verso i lavoratori degli enti territoriali. Infine, critiche arrivano anche dal settore culturale, a causa dei tagli previsti al comparto cinema, che potrebbero avere un impatto significativo sulla produzione e sull’occupazione, tanto che la segreteria nazionale Slc Cgil Sabina di Marco ha parlato di crollo occupazionale.
Conclusioni
Il Governo dovrà ora trasmettere le nuove disposizioni fiscali alla Banca Centrale Europea, che sarà chiamata a esprimere un parere, come previsto dalle normative europee. Si teme un possibile intervento correttivo da parte della BCE, come già accaduto nel 2023, quando la tassa sugli extra profitti bancari fu oggetto di critiche da parte dell’istituzione europea, costringendo l’Esecutivo a rivedere la misura.
Nel frattempo, cresce la tensione attorno all’arrivo della manovra in Senato, prevista per questa settimana. Il clima tra i partiti di maggioranza è tutt’altro che disteso e, alla luce delle divisioni interne, non si può escludere una revisione di alcuni articoli, soprattutto quelli più contestati.
Il passaggio parlamentare si preannuncia quindi non solo tecnico, ma anche politico, con la possibilità concreta che il testo subisca modifiche sostanziali per trovare un equilibrio tra coperture economiche, richieste dei partiti e sostenibilità normativa a livello europeo.
20250406