“Meloni? One of the real leaders of the world”. Il presidente americano Donald Trump ha inaugurato l’incontro con la presidente del consiglio Giorgia Meloni partendo da una frase ad effetto. Una stretta di mano, qualche sorriso, poi il pranzo-riunione alla Casa Bianca.
Poco meno di 48 ore di visita per la premier, l’Atlantico a dividere Roma e Washington. I chilometri sembrano, però, ridursi a pochi centimetri, proprio come quelli che separano Trump e Meloni, seduti uno accanto all’altra nello Studio Ovale del numero 1600 di Pennsylvania Avenue.
Il bilaterale
Nell’incontro con la stampa internazionale, sono stati molti i punti al centro della discussione: le trattative sui dazi e dinamiche economiche, la guerra in Ucraina, il problema delle armi e degli investimenti nel settore militare, la questione migranti, il fattore Cina. A fare da sfondo a questo incontro una grande sintonia tra i due, uno scambio di idee, condito da elogi e parole di approvazione.
“Sono fiera di essere il primo ministro dell’Italia”, ha detto la premier, aprendo uno dei vari interventi. “Sei una persona fantastica, stai facendo un ottimo lavoro”, ha ribadito più volte Trump. Una “very special relationship”, per dirla con le parole di un alto funzionario americano.
I punti dell’incontro
Delusi coloro che aspettavano l’arrivo di Elon Musk. Su X proprio Andrea Stroppa, portavoce di Musk in Italia, aveva scritto che “Elon non si trova a Washington, ma si augura il meglio per le relazioni”. La premier ha affermato come non si sia “parlato di Starlink, ma di difesa, di spazio”, lavorando “per le missioni su Marte”. Centrale anche la questione Ucraina, su cui si potrebbe essere “vicini alla fine della guerra”. Proprio con Kiev, intanto, verrà siglato un accordo sui minerali.
Rispetto alla questione difesa si è parlato di nuovi possibili investimenti. “L’Italia – ha affermato Meloni – annuncerà al prossimo summit Nato che aumenterà le spese al 2% come richiesto. L’Europa è impegnata a fare di più, sta lavorando sugli strumenti per consentire e aiutare gli stati membri ad aumentare le spese per la difesa”. Rassicurazioni anche per la Cina sulla questione dazi, con cui verrà fatto “un buon accordo”, ha detto Trump.
I dazi imposti, che potrebbero arrivare fino al 245%, come annunciato da un documento della Casa Bianca, “sono diventati un gioco di numeri, il che economicamente non fa più molta differenza, se non dimostrare ancora come gli Usa strumentalizzino i dazi per costringere e intimidire gli altri”, ha fatto sapere la Repubblica popolare.
Il rapporto con il Vecchio Continente
Ben chiare le posizioni sulla questione immigrazione. Il cambiamento in Europa sta avvenendo “grazie anche alle cose che l’Italia sta facendo e ha fatto”, ha detto Giorgia Meloni. Poco spazio per le polemiche, anche quando si prova a fare riferimento a un possibile commento di Trump sugli europei definiti come “parassiti”. In realtà, a definire così gli abitanti del Vecchio continente era stato il vicepresidente Vance, a cui Trump si era accodato, affermando di essere d’accordo.
Le reazioni
Intanto, arrivano i primi commenti dell’incontro. Proprio oggi a Parigi era in corso un incontro di lavoro tra Stati Uniti, Unione europea e Ucraina. “Nessuno si adombra per la visita a Washington di Giorgia Meloni. È legittimo che ogni partner dell’Unione europea abbia relazioni forti con Washington. Oggi qui parliamo di Ucraina mostrando un forte impegno europeo insieme agli Stati Uniti e lo facciamo in questo formato E3 (Francia, Gran Bretagna e Germania) che ha già dato prova di funzionare”, hanno fatto sapere fonti dell’Eliseo.
Il nodo europeo
Importante anche l’annuncio dell’invito in Italia accettato dal presidente Trump. “La ringrazio per aver accettato il nostro invito”, ha detto la premier. Questo momento potrebbe configurarsi come un’occasione importante per incontrare i leader europei e in particolare la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen. Con quest’ultima il presidente Trump non ha un buon rapporto e spesso ha evitato di avere con lei un dialogo diretto.
Il filo che unisce Meloni e Von der Leyen, però, continua a essere saldo: nel corso dei giorni scorsi c’è stato un contatto telefonico regolare per coordinare la visita negli Stati Uniti. Proprio la premier Meloni, infatti, aveva sottolineato come fosse necessario ragionare “con lucidità e pragmatismo” in un momento così particolare e delicato soprattutto per le economie internazionali.
L’Italia rappresenta, dunque, un importante collante tra Unione europea e Stati Uniti: le decisioni che verranno prese, infatti, dovranno mettere d’accordo tutti e 27 gli stati membri europei. “Non ci saranno problemi a fare un accordo con l’Ue sui dazi, non ci saranno problemi con nessuno”, ha affermato Trump, sostenendo come sarà un accordo “al 100%”.
Domani Vance a Palazzo Chigi
La premier Meloni, intanto, riceverà domani a Roma il vicepresidente americano JD Vance a Palazzo Chigi. Prima un bilaterale, poi un pranzo a cui potrebbero aggiungersi anche i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini. E se c’è qualcuno che parla di confusione di agende e di sovrapposizione di incontri, una cosa è certa: Washington non è mai stata così vicina.
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