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    Mosca ammicca a Trump, Trump litiga con Zelensky. Possibile un dialogo sull’Ucraina a Roma?

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    Donald Trump all’attacco di Zelensky, mentre Mosca ammicca agli Stati Uniti e provoca l’Europa. Sarà possibile un dialogo tra il presidente americano e quello ucraino? Quanto siamo lontani da un accordo?

    L’Europa ed i “volenterosi” 

    Era previsto per la giornata di ieri un vertice tra i ministri degli esteri di Regno Unito, Stati Uniti, Francia Germania e Ucraina per tentare di individuare un possibile accordo per la pace in Ucraina.

    Una formazione di paesi ed autorità già molto ridotta rispetto ai famosi “volenterosi” riunitisi per l’ultima volta a Parigi ormai il 27 marzo scorso, con la comparsa aggiuntiva degli Stati Uniti: l’incontro di Londra è stato posticipato all’ultimo, come confermato dallo UK Foreign Office.

    Da qui in poi un abile gioco di dichiarazioni americane e russe, che fanno intendere che la partita è rimasta nelle mani di Stati Uniti e Russia, depotenziando de facto – ancora una volta – Europa e volenterosi.

    La Russia

    Mosca, dopo aver commentato la cancellazione del vertice di Londra, per il tramite del portavoce del Cremlino Peskov, dichiarando che il vertice non si è tenuto perché le parti «non sono state in grado di allineare le proprie posizioni su alcune questioni», non ha dunque perso tempo nel dimostrare le proprie intenzioni, conducendo pesanti bombardamenti su Kiev che, questa notte, hanno provocato più di sessanta feriti ed una decina di decessi. Proprio oggi, inoltre, il Segretario del Consiglio di Sicurezza russo Shoigu, citato dalla Tass, è intervenuto sul tema del peacekeeping, ipotizzato dai leader dei paesi “volenterosi” nel corso dei vertici tenutisi a livello europeo, affermando che «I politici europei ragionevoli sanno che l’implementazione di questo scenario potrebbe portare ad un confronto diretto tra NATO e Russia, o addirittura causare la terza guerra mondiale».

    L’Agenzia di stampa russa tiene a precisare che Shoigu riterrebbe che un intervento di peacekeepers potrebbe mirare a «supportare il regime nazista, la persecuzione dei credenti ortodossi e la campagna per privare la popolazione russofona in Ucraina del diritto di parlare la propria lingua madre e di preservare la propria cultura e le proprie tradizioni»

    Gli Stati Uniti

    Non ha di certo aiutato il presidente statunitense Trump: si è appreso infatti dalla portavoce della Casa Bianca che la sua “frustrazione” nei confronti di Zelensky starebbe crescendo.

    Preso atto dei sentimenti e delle emozioni del tycoon, ed appreso che pensa “di avere un accordo con la Russia” e che “Con Zelensky trattare è complicato”, ordinando tutti gli elementi, è chiaro che l’incontro di Londra previsto per ieri sia saltato proprio perché l’Ucraina non considera come nemmeno valutabili alcune delle condizioni poste dagli Stati Uniti per un eventuale accordo. Stiamo parlando in particolare del riconoscimento di alcune delle regioni conquistate come territorio russo, come la Crimea.

    Un possibile dialogo a Roma?

    Accantonati i “volenterosi”, che nella partita evidentemente proprio non sono riusciti ad entrare, il punto del gioco rimane la possibilità di un dialogo diretto tra Trump e Zelensky. La sopraggiunta dipartita di Papa Francesco e le esequie previste per questo sabato, hanno generato l’opportunità di un incontro tra i due presidenti, richiesto apertamente proprio da Zelensky, in pressing sulle autorità italiane anche per l’organizzazione di un vero e proprio vertice, che veda coinvolti anche il premier britannico Starmer ed il Presidente francese Macron – opzione in fondo auspicata anche da quest’ultimi, al fine di sperare in un rinnovato e fattivo coinvolgimento nella questione ucraina – per tentare di far riemergere la possibilità di un confronto più ampio, anche e soprattutto nel proprio interesse.

    Trump, dal canto suo, ha sottolineato che in occasione della visita a Roma ha organizzato diversi incontri, anche se rimane da capire chi saranno i suoi interlocutori.

    Non resta che attendere per comprendere quali saranno i prossimi passi.

    Di Yari Nicholas Turek – Direttore editoriale

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