Prosegue, in piena coerenza con gli ultimi mesi, il tremendo spettacolo delle polemiche inutili. Protagonista, ancora una volta, il Presidente del Senato Ignazio La Russa (FDI), che, nel corso di un’intervista rilasciata a ‘Repubblica’, avrebbe negato l’esistenza dell’antifascismo all’interno della Costituzione. Immediata la reazione dell’opposizione, pronta a sfornare lezioni di diritto costituzionale a un avvocato da sempre attivo in politica.
Anche in questo caso, nella più totale imparzialità, l’unico elemento da condannare appare la tendenza ai dibattiti sterili. Dal discorso di La Russa emergeva, quantomeno a parole, una netta vicinanza ai valori portati avanti dalla Resistenza e appariva deducibile come il riferimento fosse all’esplicitazione del termine “antifascismo” entro il testo costituzionale (effettivamente assente). Al contempo, appare difficile individuare le ragioni di questa puntualizzazione al di fuori di un’intenzione provocatoria.
Dall’altro lato, però, figura un’opposizione eccessivamente e volutamente letterale nella comprensione, protagonista dell’attribuzioni di un senso che, esplicitamente, non era stato ricercato dall’autore stesso. Quest’ultimo, infatti, é bene ricordare, ha conseguito una laurea in giurisprudenza e, anche qualora non ne disponesse, sarebbe ugualmente difficile ipotizzare che ignori la matrice antifascista nei valori e nei riferimenti costituzionali. Ciò, chiaramente, non ne esclude una sua contrarietà.
A cura di Valerio Antoniotti