È terminato il discorso del primo ministro israeliano all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Come segno di protesta, numerosi rappresentanti sono usciti dall’aula fischiando e lasciandola quasi vuota. Vediamo quali sono stati i punti fondamentali dell’intervento di Netanyahu.
L’intervento del premier
Accolto dai fischi di decine di delegati, Netanyahu ha iniziato il suo discorso al Palazzo di Vetro di New York davanti ad un’aula quasi vuota. “L’anno scorso da questo podio ho mostrato questa mappa del terrore dell’Iran che sta rapidamente sviluppando un programma nucleare e di missili balistici. Questi non solo rischiano di distruggere Israele ma mettono in pericolo gli Usa”: così ha cominciato il suo intervento il premier israeliano, mostrando tra le mani il piano da lui creato che ha permesso ad Israele di devastare il programma atomico dell’Iran.
Non sono mancati i ringraziamenti al presidente statunitense, Donald Trump, “per la sua azione audace e decisa”, da un lato contro l’Iran e dall’altro nella guerra che tutt’ora va avanti. Proseguendo sul tema del conflitto, il primo ministro ha ricordato gli ostaggi israeliani, promettendo di non averli dimenticati e di avere come obiettivo quello di riportarli a casa il prima possibile.
La soluzione dei due Stati
Netanyahu sembra, dunque, deciso a continuare il conflitto fino al completo annientamento di Hamas, che invita ad arrendersi e a rilasciare tutti gli ostaggi, in modo da trovare una pace. Nel suo piano non è presente però la tanto agognata soluzione dei due Stati, che l’Onu e le delegazioni internazionali cercano di portare avanti in vista della fine del conflitto. Al contrario, “i palestinesi non vogliono due stati ma uno al posto di Israele”, affermando anche che il 90% degli israeliani si oppone a tale decisione.
Nonostante Trump si faccia portavoce di un’imminente pace con Hamas, Netanyahu dice di non aver ancora finito con Hamas e che “le accuse di genocidio e carestia sono infondate”. Intransigente e diretto il messaggio del premier, nonostante le opposizioni, tra cui il padre di un ostaggio allontanato per aver interrotto il discorso due volte.
Gli altoparlanti a Gaza
Prima con un sms e poi con gli altoparlanti, i palestinesi della Striscia di Gaza sono stati diretti spettatori del discorso del primo ministro israeliano. Dopo aver preso il controllo dei telefoni dei palestinesi a Gaza, quest’ultimo ha infatti provveduto a fare inoltrare un messaggio in cui si riportava l’intero intervento formulato a New York. In più, il suo ufficio ha dato istruzioni alle Idf di installare degli altoparlanti lungo tutta la Striscia, così da poter ascoltare il discorso in diretta.
Se inizialmente l’esercito si è mostrato contrario a questa decisione, a causa della pericolosità che i soldati avrebbero corso esponendosi al rischio di essere colpiti da Hamas, questo ha poi proseguito nell’esecuzione dell’ordine. Dunque, come è stato dichiarato da Haaretz, si tratterebbe di una “guerra psicologica”, nonostante – secondo quanto riportato da Netanyahu – la decisione di affiggere gli altoparlanti sia stata dettata dalla “speranza che i nostri cari ostaggi ascoltino il messaggio”.
Infine, il premier ha deciso di mostrare una spilla attaccata alla sua giacca, invitando “a prendere i cellulari e inquadrare il Qr”. Il codice portava ad un sito in cui venivano presentate tutte le atrocità commesse il 7 ottobre da Hamas: “hanno decapitato uomini, stuprato donne, bruciato bambini vivi”.
Conclusioni
Dopo aver ricreato un “pop quiz” per alzata di mano, per rispondere a domande retoriche tra cui “chi ha ucciso americani ed europei a sangue freddo? A. Al Qaeda; B. Hamas; C. Hezbollah; D. Iran; E. Tutte le risposte. La risposta esatta è E”, è terminato l’intervento del premier.
Carico di effetti sorpresa e frasi pungenti, il discorso di Netanyahu non sembra lasciare dubbi: non ci sarà alcun passo indietro nella strategia israeliana, che anzi mira sempre più ad estendere il suo controllo capillare all’interno della Striscia.
Per il futuro di Gaza il primo ministro ha eliminato dal tavolo la possibilità di una guida da parte della “corrotta” Anp; per contro, verrà istituita un’autorità civile. Se da un lato la delegazione statunitense ha reagito con entusiasmo al discorso, come reagiranno le altre delegazioni e i rispettivi governi?
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