Lunedì 8 settembre, in Norvegia si sono tenute le elezioni legislative per rinnovare il Parlamento. Considerando i sondaggi, ci si aspettava un testa a testa tra il blocco dei progressisti e quello dei conservatori; questa previsione si è effettivamente realizzata, con la sinistra che è riuscita ad ottenere una vittoria di misura. Si registra un ottimo risultato ottenuto dal Partito del Progresso, che conferma come nel continente europeo le forze politiche populiste riescano ad ottenere sempre più consensi.
I risultati
I laburisti guidati dall’attuale Primo Ministro Jonas Gahr Støre hanno accumulato il 28,2% dei voti, aumentando lo score del 2021 di più di due punti percentuali, portando la coalizione di sinistra ad acquisire 87 seggi sui 169 disponibili – superando quindi quota 85, soglia al di sopra della quale è possibile ottenere la maggioranza.
Si osserva invece il brusco calo dei conservatori, che con il 14,6% ha perso quasi sei punti rispetto alle scorse elezioni. Questa performance negativa ha influito in larga parte sulla sconfitta del fronte di destra. Se quest’ultimo è riuscito ad arrivare a 82 seggi è stato grazie al risultato ottenuto dal Partito del Progresso, in netta crescita, che ha racimolato il 23,9% dei voti.
Si tratta di un risultato che non sorprende considerando i sondaggi, ma che permette agli elettori del movimento di festeggiare visto che nelle scorse elezioni era stato ottenuto l’11,6% dei voti. Un incremento simile indica che, qualora dovesse essere svolto un buon lavoro all’opposizione, il partito potrebbe essere capace di scavalcare i laburisti.
Le divisioni interne
Støre, che attualmente guida un governo di minoranza, dovrà essere abile a trovare dei compromessi con i partiti minori della coalizione, in modo da formare una squadra solida capace di durare e resistere alla tenace opposizione che metteranno in atto le forze politiche avversarie. Probabilmente saranno determinanti le discussioni con il Partito Socialista, con il quale nelle ultime settimane vi sono stati screzi circa gli investimenti in aziende israeliane, che però i laburisti vorrebbero preservare.
Ulteriori questioni potenzialmente divisive possono riguardare l’ambito fiscale e quello energetico, temi sui quali sarà necessario trovare un’intesa comune per poter governare a lungo. Se prima delle elezioni è più semplice trovare un’unità d’intenti grazie all’obiettivo di contrastare le forze populiste, in seguito riuscire a gestire con efficienza un’alleanza di cinque partiti può risultare estremamente complesso, soprattutto quando si adottano posizioni differenti. I prossimi giorni saranno decisivi per il nuovo esecutivo ed il futuro della Norvegia.
Il dibattito politico
Questo ciclo elettorale si è tenuto in un clima politico estremamente acceso, accompagnato anche da uno scenario geopolitico altamente divisivo. Sul piano interno hanno tenuto banco diversi argomenti, i quali hanno principalmente a che fare con le disuguaglianze presenti nel Paese. Se da un lato il Partito del Progresso, capitanato da Silvy Lishtaug, spinge per l’abolizione della tassa sul patrimonio, dall’altra la coalizione di sinistra si è dichiarata fermamente contraria a questa proposta, sensibilizzando l’elettorato su tematiche relative al welfare e alle differenze sociali, come l’assistenza sanitaria e il costo della vita.
Vi sono contrasti anche per quanto concerne l’immigrazione, con il fronte di destra che si professa estremamente contrario all’accoglienza e propone una riduzione dell’approvazione delle richieste d’asilo. Anche il conflitto mediorientale ha contribuito ad incrementare la tensione del dibattito politico, con le forze populiste che si schierano a fianco di Israele, mentre quelle di sinistra sono relativamente più critiche nei confronti di Tel Aviv e del suo operato in politica estera.
Conclusioni
Le elezioni legislative norvegesi confermano il dato generale che si è concretizzato nel Vecchio Continente, con la grande crescita dei movimenti populisti, i quali si apprestano a governare nel prossimo futuro.
Le forze di sinistra riescono ancora ad uscire vittoriose, ma necessitano di trovare intese su temi strategici che determineranno l’indirizzo politico del nuovo esecutivo. Sarà interessante osservare quali risultati produrranno le discussioni tra i partiti e se Støre sarà in grado di fornire solidità ad una coalizione divisa su più fronti.
20250338