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    Nuove linee guida per la scuola: “Un programma che torna indietro”

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    Settimane movimentate per il Ministero dell’Istruzione e del Merito, il cui titolare Giuseppe Valditara ha recentemente illustrato le nuove indicazioni nazionali relative alla scuola dell’infanzia e al primo ciclo primario di istruzione, un importante documento volto a normare l’attuale sistema formativo italiano. Il testo, preceduto dall’istituzione di una commissione d’area pedagogica, è stato presentato come bozza, e sarà discusso con le associazioni professionali e disciplinari, dei genitori e con le organizzazioni sindacali.

    Il testo

    Le misure in oggetto, entrando in vigore a partire dall’anno scolastico 2026/27, intendono agire su due binari perfettamente paralleli: la formazione della personalità individuale entro l’alveo della democrazia libera e responsabile e l’acquisizione di quelle conoscenze culturali che – seppur di base – possono comunque livellare equamente ogni persona, dando quindi seguito all’articolo 3 della Costituzione

    Il nuovo testo è preceduto da una premessa culturale generale, denominata “persona, cultura, famiglia”. Di qui la centralità della persona, foriera di talenti, la corresponsabilità educativa con la famiglia, primo nucleo sociale di socializzazione, e l’acquisizione delle abilità fondamentali, nel quadro delle competenze-chiave per l’apprendimento permanente definite dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea (cfr. Raccomandazione del Consiglio del 22 maggio 2018). 

    Tra le principali novità, nel primo ciclo di istruzione, lo studio della letteratura, facendo in modo che gli studenti “prendano gusto alla lettura, e che da ciò ricavino gli strumenti per capire meglio sé stessi e il mondo”, e l’insistenza sull’utilizzo “utile e intelligente” della grammatica, funzionale a trasmettere il “sentimento dell’importanza della correttezza linguistica e formale in contesti diversi”. Per la scuola secondaria di primo grado, invece, lo studio del latino per l’educazione linguistica (LEL), la cui vitalità mira a “favorire l’accesso a un vasto e stimolante patrimonio di civiltà e tradizioni, rendendo possibile la percezione del rapporto di continuità e alterità che lega il presente al passato”, e l’approfondimento della storia, inteso quale strumento per promuovere l’educazione civica. Non meno importante, infine, l’istruzione integrata STEM, attraverso un approccio integrato e interdisciplinare tale da permettere la connessione tra presente e futuro. 

    La reazione

    Espressa rimostranza da parte dell’opposizione, con l’On. Fabrizio Benzoni di Azione, raggiunto da Politica, che parla di “un programma molto rigido e molto stringente che torna un po’ indietro rispetto a quello che era l’avanzamento dell’autonomia scolastica, non solo dei singoli istituti, ma soprattutto dei docenti. Una visione opposta a quella che noi abbiamo di valorizzazione dei docenti e di valorizzazione di un percorso formativo personalizzato, che torna indietro con le nozioni di base e con dei programmi stringenti”. 

    Simili perplessità sono da ritenersi valide anche per quanto concerne le conseguenze potenzialmente attestabili sia sull’intero sistema dell’educazione e dell’istruzione, sia sui bilanci familiari, già annualmente appesantiti da importanti cifre da sostenere per l’acquisto di materiali e libri di testo, “con le case editrici che dovranno produrre i nuovi libri di testo adeguati a questo”. 

    Inquadrabile in questo senso l’interrogativo relativo non solo all’utilità, ma anche al beneficio delle nuove indicazioni: “Pensavamo e pensiamo che il Ministero, invece che fare questo, potesse occuparsi della stabilizzazione dei docenti, dello scalo delle graduatorie, di una scuola che è definanziata, e invece si occupa di imporre temi e programmi”, ha concluso Benzoni. 

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