Che Mosca e Pyongyang siano vicine – non tanto geograficamente, quanto dal punto di vista geopolitico – non è affatto una novità. Ma è per mezzo del nuovo ponte sovrastante il fiume Tumen che le due capitali avranno modo di suggellare una crescente alleanza, le cui conseguenze saranno palpabili sul fronte russo-ucraino.
L’avvio dei lavori di costruzione
Il punto incriminato per il nuovo collegamento via terra russo-nordcoreano è il fiume Tumen, un corso d’acqua che definisce un triplice confine, quello tra Corea del Nord, Russia e Cina. L’annuncio dei lavori è sopraggiunto durante una doppia conferenza stampa tenutasi nei due centri più vicini al confine – Kashan, da parte russa, e Rason, da parte nordcoreana, località sita all’interno della zona economica speciale – alla presenza del primo ministro russo, Mikhail Mishustin, e del suo omologo nordcoreano, Pak Thae-song. Secondo quanto riferito dall’agenzia Tass, i lavori dovrebbero essere completati entro un anno e mezzo, andando a contemplare circa un chilometro di percorrenza e due corsie di marcia.
Così facendo, la messa a terra del nuovo ponte fa seguito alle dichiarazioni d’intenti rilasciate da parte dei rispettivi leader che, incontrandosi lo scorso giugno, avevano siglato anche un accordo di difesa reciproca in caso di attacco.
La funzionalità del collegamento
Considerando le sanzioni internazionali e il crescente isolamento economico e politico che sta coinvolgendo entrambi gli Stati, la vitalità di questa nuova via – che andrà quindi ad aggiungersi all’esistente ponte ferroviario di epoca sovietica – non ha bisogno di ulteriori spiegazioni. Ed è proprio questo il motivo per cui lo stesso Mishustin ha parlato di una “pietra miliare per le relazioni russo-coreane”. A fargli eco l’agenzia stampa nordcoreana KCNA, che ha specificato che la nuova infrastruttura sarà funzionale anche per il trasporto passeggeri.
Il turismo in Corea del Nord
Proprio il turismo solleva non pochi interrogativi circa la linea potenzialmente attuabile da parte di Pyongyang, finora particolarmente intransigente nel permettere l’accesso al Paese, perseguendo controlli serrati. Sarà dunque interessante valutare come potrebbe evolvere la gestione dei flussi turistici provenienti da paesi differenti dalla Cina, da cui attualmente deriva il 90% degli ingressi.
L’alleanza tra la Russia e la Corea del Nord
Ma l’alleanza tra l’ex Repubblica Socialista Sovietica e il regime di Kim Jong Un vale molto di più di un ponte. Dall’inizio della guerra in Ucraina, la Corea del Nord si è imposta come uno dei principali alleati della Russia di Vladimir Putin, inviando migliaia di truppe a combattere a fianco di Mosca nella regione ucraina di Kursk.
Dal canto suo, riconoscendo gli sforzi evasi, Putin ha ringraziato Pyongyang connotando i suoi uomini come “eroi”. Dichiarazioni di questo tipo non sono passate di certo inosservate alla comunità internazionale, che attende l’appuntamento del 9 maggio per capire se le truppe nordcoreane sfileranno nella Piazza Rossa.
Dunque, come non notare lo scenario recentemente delineatosi? Con la firma dell’accordo sulle terre rare e il riavvicinamento tra Washington e Kiev, Putin cerca il sostegno nordcoreano per perseguire i propri obiettivi militari e allentare il crescente isolamento promosso dal Consiglio europeo. Così inquadrate, paiono quantomeno effimere le affermazioni di pace e le brevi tregue promulgate.
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