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    Osaka chiama l’Italia: il mare protagonista dell’Expo 2025 

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    Il patrimonio genetico degli italiani è frutto delle migrazioni, degli approdi, delle partenze e dei mescolamenti favoriti dalla strategica posizione geografica: abitiamo il bacino del Mediterraneo, siamo connessi via acqua all’Africa, alla penisola Balcanica e alla penisola Iberica. Siamo noi stessi una penisola. Siamo la terra delle Repubbliche marinare, di isole meravigliose, di marinai ed esploratori. Siamo la patria che diede i natali a Cristoforo Colombo e ad altri che fecero delle stelle, dei venti e dei flutti la propria dimora. Il mare compenetra il nostro DNA. 

    Proprio il mare sarà tra le eccellenze italiane all’EXPO 2025 che si terrà dal 13 aprile al 13 ottobre ad Osaka, in Giappone. Alcuni giorni fa, il Commissariato Generale per l’Italia a Expo 2025 e il Dipartimento per le politiche del mare hanno firmato un Protocollo d’intesa per valorizzare temi legati al mare e alla blue economy, altro pilastro fondamentale per la manifestazione nel Paese del Sol Levante e per la crescita globale. 

    Protocollo e prospettive commerciali

    Italia e Giappone sono Paesi accomunati da una forte tradizione legata al mare, ed è per questo che la prossima esposizione universale sarà un importante palcoscenico per condividere il know-how dell’imprenditoria e della ricerca italiana con le principali realtà internazionali del settore nautico; un’occasione per tessere legami, future collaborazioni, scambi sociali ed economici. 

    A fronte di ciò, il Commissario Generale per l’Italia a EXPO 2025, l’ambasciatore Vattani, in occasione della sottoscrizione del Protocollo d’intesa, ha affermato: “Il mare, da sempre simbolo dell’identità italiana, è un grande protagonista del racconto dell’Italia al prossimo Expo, ed è uno dei temi centrali attorno ai quali si strutturano le attività del nostro Padiglione Italia”. 

    In seguito, ha poi continuato sostenendo che l’obiettivo è quello di aggiornare l’immagine della nostra nazione nei principali mercati internazionali dell’Asia, a partire dall’underwater, un settore economico che permetterà all’Italia di identificare il nostro Paese come centro di tecnologia altamente avanzata e qualificata nel settore navale e “potenziale partner per il Giappone”. 

    Il messaggio sembrerebbe apparire oggi più come una richiesta d’aiuto velata che un auspicio: diventa quasi necessario fare sinergie con i ricchi e crescenti mercati asiatici, a seguito dei provvedimenti presi, nelle scorse ore, dal tycoon in materia di dazi. L’Europa – Italia compresa – storica alleata commerciale degli USA, si trova messa all’angolo e guarda a Est come mai prima e, come aveva già annunciato a Davos la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, il Vecchio Continente tenta di ripercorrere le orme di Marco Polo, nel tentativo di trovare nuovamente ricchezze strabilianti presso le corti dei Gran Khan odierni.

    I mercati asiatici guardano al settore nautico

    Effettivamente sembrerebbe proprio così: secondo alcuni economisti e le recenti analisi statistiche di ICOMIA, sono proprio i mercati asiatici ad apparire più maturi per il settore nautico e ad aver registrato un vero e proprio boom post pandemico, con aumenti vertiginosi degli acquisti nel settore, ad esempio, della vela e della nautica da diporto in generale. Tra l’altro, il Vicepresidente di Confindustria Nautica, Andrea Razeto, ha anche affermato che “negli ultimi 30 anni, la maggior parte delle economie asiatiche sono cresciute e, negli ultimi dieci anni, il PIL dei paesi asiatici è cresciuto del 5-10 per cento l’anno, molto più alto di quello dell’Europa e degli Stati Uniti. Di conseguenza, un tenore di vita in rapido aumento sta creando una nuova classe media in Asia che ha un reddito disponibile crescente da spendere”.

    Intanto, l’Italia ‘lucida l’argenteria’ per far mostra di sé e convincere gli ospiti di Lord Darlington, programmando una visita istituzionale al Padiglione Italia da parte del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci, in coincidenza con le celebrazioni della Giornata del Mare il 21 luglio prossimo. A tal proposito, si prevede un evento il 22 luglio, sempre nel Padiglione, per promuovere le eccellenze italiane nel settore marittimo e avviare un confronto aperto e costruttivo tra istituzioni, industria e ricerca. L’iniziativa si inserisce in un ampio programma di promozione della cultura del mare, già avviato con il Vespucci Tour e la firma del protocollo d’intesa con la Federazione del Mare, avvenuta a Napoli il 1° ottobre 2024.

    Il padiglione Italia: eccellenza italiana

    I tratti peculiari dell’industria italiana emergono sin dalla progettazione del Padiglione Italia, realizzato dallo studio Mario Cucinella Architects: esso apparirà come “un grande hangar del saper fare italiano che accoglierà sperimentazioni artistiche, scientifiche, imprenditoriali, sociali. Lo spazio metterà in luce e stimolerà quel DNA creativo che ci appartiene e che tutto il mondo ci invidia”. Creatività, innovazione e competitività saranno i punti di forza della blue economy tricolore: caratteristiche che contraddistinguono le produzioni tailor made in Italy e che hanno reso le industrie del nostro Paese famose nel mondo. 

    All’artigianalità si vuole affiancare la modernizzazione dei porti, l’incremento delle soluzioni ERP per la logistica, e il potenziamento delle infrastrutture portuali per ottimizzare la gestione del traffico marittimo e favorire la transizione ecologica del settore. Ma non solo, esiste molto di più: l’Italia primeggia anche nella produzione di navi a basso impatto ambientale, nell’adozione di carburanti alternativi come l’idrogeno e il GNL, e nello sviluppo di soluzioni digitali per la gestione delle flotte, aspetti che sono salutati con favore da alcuni mercati asiatici, sempre più interessati al green e a segnare una netta distinzione dall’aumento del carbon footprint statunitense. 

    Conclusioni

    L’economia blu rappresenterà così un’opportunità concreta per coniugare crescita economica e tutela dell’ambiente: le politiche di decarbonizzazione, il potenziamento delle energie rinnovabili marine, come l’eolico offshore e l’energia dalle onde, e lo sviluppo di soluzioni per la protezione degli ecosistemi costieri sono alcuni degli ambiti in cui l’Italia può giocare davvero un ruolo di leadership. “Expo 2025 Osaka sarà dunque una vetrina internazionale per mostrare come l’Italia stia investendo in innovazione e sostenibilità e stia rispettando l’impegno verso una gestione responsabile delle risorse marine e la transizione verso un’economia blu resiliente e inclusiva. Sfide ed opportunità importanti che il nostro Paese è pronto a cogliere.

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