Gli Opposti Si Attraggono: Un Abbraccio Ideologico Inaspettato
Come dimostra la fisica, gli opposti si attraggono, principio enunciato anche dal filosofo greco Eraclito in un altro ambito. È su questa premessa che due figure agli antipodi, Roberto Vannacci e Marco Rizzo, si trovano a condividere una visione comune: il politicamente corretto sta lentamente strangolando il mondo. Il mondo al contrario è il contrario del mondo che è sempre stato; un’inversione culturale che coincide con la paurosa decadenza occidentale, non negabile se non da miseri propagandisti, troppo impegnati a farsi i fatti loro piuttosto che quelli della nazione. Rizzo, definito un “turbocomunista”, e Vannacci, ammiratore della Decima Mas, sembrerebbero unirsi in un inedito abbraccio ideologico, scoprendo un nemico comune che supera le loro divergenze. Del resto, i sovietici non nascosero mai l’ammirazione per la flottiglia italica capace di operazioni di sabotaggio molto spericolate e coraggiose. Ma anche tra i fascisti ci furono personaggi che non si premurarono di celare la propria stima verso Lenin e Stalin. Dunque, tutto torna, diversamente.
Il Teatrino Politico e le Contraddizioni
Tralasciando l’importanza di un pensiero critico, necessario per ognuno di noi – guai se non fosse così – è davvero necessario il teatrino che si ripete ogni volta? La risposta sembra essere affermativa, considerato che il migliore ha la rogna anche in assenza di migliori. Anche la classe dirigente della Lega, quella più ragionevole e colta, quando sente parlare Vannacci, sanguina dalle orecchie. Ma a Vannacci va dato il merito di aver messo la classe dirigente leghista di fronte a opportunismi e contraddizioni sempre più inaccettabili. Ieri i leghisti erano ragionevolmente filorussi, per esigenza storica; oggi un po’ troppo atlantici, per convenienza propria e di governo. Certo, Vannacci esagera e provoca, ma è sempre meglio un paradosso rispetto a un completo voltafaccia.
La Gabbia del Politicamente Corretto?
Anche per chi scrive, il politicamente corretto può sembrare una gabbia da cui scappare, ma bisogna fare molta attenzione a non scadere nel becero politicamente scorretto. Sì, esiste anche questo come continuazione del primo e sua formulazione antitetico-polare. Nessuno qui contesta “totalmente” le idee di una persona, dipendendo queste dal grado di morale percepita; è il bello e l’inutile della democrazia. Ma è oggetto di contestazione quel modo di fare, quell’aplomb, quel savoir-faire che oggi manca a più di qualche esponente politico, dimenticando l’importanza del rispetto e della decenza nel dibattito pubblico.
Il Dibattito Pubblico e la Politica dei Sentimenti
Oggi, tale dibattito pubblico è diventato una questione di pancia o di interessi. Il limite della decenza è pertanto saltato dall’uno e dall’altro lato. Si cerca di parlare alla pancia del Paese per racimolare qualche voto; oppure si parla al cuore, che però non è scontato sia meglio dello stomaco. La sinistra radical chic urla contro il rossobrunismo di Vannacci e Rizzo, ma il suo atlantismo post factum (dopo il crollo della casa madre sovietica) potrebbe essere interpretato come altrettanto ‘riprovevole’, se non di più. Anche la cultura di destra non è più quella di una volta. Lo ha ricordato Veneziani, che al contrario del ministro Giuli, ha rifiutato di prendere il posto di Sangiuliano perché ormai FdI si è allineato alla Nato e a tutto il resto. Infatti, l’intellettuale pugliese ha affermato: “Non ha senso farsi massacrare dai media, rovinarsi la vita e la salute per partecipare a un governo dal tratto così continuista. Diciamocelo: in politica estera è suddito dell’atlantismo americano, in politica interna cesella col temperino le misure sociali ed è sempre piuttosto ossequioso con i grandi poteri”. E anche l’altro guru destrorso, Franco Cardini, ha declinato gentilmente, evidenziando: “Stimo Giorgia, un’amica; le voglio bene. Sa che, come avversario acerrimo della Nato, filomusulmano, filoputiniano e socialmente parlando comunista, non potrei mai accettare [di entrare nel suo governo]”. Visto dalla destra di un tempo, dunque, è tutto ugualmente sicofantesco e sacrilego.
Ircocervi: La Specularità della Decadenza
Per questo nascono gli ircocervi: perché destra e sinistra, ormai unite in uno scenario di putrefazione politica e ideologica, non sanno più prendere le distanze tra loro e nemmeno leggere il mondo in trasformazione. Sono diventate un’immagine speculare della decadenza nazionale e gli italiani finiscono per assimilarle a un male comune ampiamente condiviso.
Allora il problema non sono solo Vannacci e Rizzo, che al momento sono residuali e mera testimonianza di un dissenso ben più variegato. Il problema è tutto uno scenario politico in preda a convulsioni epocali, incapace di interpretare una fase geopolitica completamente diversa dal passato, verso la quale non si hanno da proporre nuove strade, ma solo il ritorno ad ormai consunti luoghi comuni. Oggi siamo ben oltre la destra e la sinistra e, pertanto, anche al di là di chi vuole andare oltre una destra e una sinistra, recuperando un passato che forse non è mai esistito.
Ripensare la Politica
Bisogna uscire da ogni schema e ripensare l’avvenire con nuove categorie e paradigmi che non si trovano da nessuna parte, ma solo in un libro dei sogni e delle istanze ancora da scrivere. La politica è arte, ma attualmente scarseggiano gli artisti.